Chiunque abbia l’occasione di consultare i cataloghi storici dei maggiori editori del Novecento si rende conto che quelle pagine rappresentano quasi sempre una storia che non è semplicemente il racconto di un progetto editoriale o, in senso più largo, dell’evoluzione dei modelli culturali di un paese, ma che si estende molto frequentemente alla sua storia sociale, politica e di costume. Se poi spostiamo l’attenzione al mondo dei piccoli editori ci accorgiamo che la capacità di raccontare questa evoluzione risulta ancora più evidente, in parte perché la quantità ridotta di libri pubblicati rende più esplicita la natura delle scelte editoriali, ma soprattutto perché la ricerca di nuovi territori e di nuove forme di scrittura costituisce la ragione stessa della loro esistenza. Questo libro presenta le brevi storie di cento piccole e piccolissime case editrici che, nonostante l’esiguità di un catalogo fatto di poche decine di titoli – e talvolta anche di un solo libro –, sono riuscite a pubblicare libri che spesso, nel tempo, sono diventati libri di culto.
(dal risvolto di copertina di: "Libri memorabili. Una storia della microeditoria italiana del Novecento", di Lucio Gambetti. Biblion edizioni, pagg. 308, € 25)
Titoli memorabili dell’ITALIA DEL ’900: ecco il catalogo
- di Lucio Gambetti -
C'è nell’Italia del Novecento un catalogo stupefacente, che mette insieme autori di totale diversità come Marinetti e Buzzati, Malaparte e Saba, tutti con libri unici, nati da circostanze eccezionali e irripetibili. Comprende appena 17 titoli, rigorosamente selezionati, ed è costituito dagli editori di un solo libro, raccolti da un grande esperto della stampa come Lucio Gambetti, capace di narrare per ognuno di loro il dietro le quinte, quasi sempre con storie e avventure da romanzo. Prendete, per esempio, Fortunato Depero, che il 28 febbraio del 1943, neanche cinque mesi prima del crollo del regime, ha la felice idea di pubblicare A passo romano, raccolta di articoli e discorsi in italiano e tedesco con il sottotitolo Lirismo fascista e guerriero, programmatico e costruttivo. È l’unico unico testo delle Edizioni di «Credere, Obbedire, Combattere» di Trento, se ne stampano mille esemplari, da subito irreperibili: dopo l’armistizio Depero raccoglie le copie invendute e le distrugge. Più o meno nello stesso momento Salvatore Quasimodo sta ultimando i ritocchi finali alla sua raccolta più impegnata, Con un piede straniero sopra il cuore, unico titolo delle edizioni di una rivista di un solo anno, «Costume», edita a Milano tra il 1945 e il 1946 sotto la direzione di Edgardo Sogno e Angelo Magliano. Plaquettina di 18 poesie con 6 disegni, l’esile opera esce in poche centinaia di copie, sostanzialmente per gli amici del poeta; e infatti i rari esemplari sopravvissuti si trovano quasi sempre nelle loro biblioteche.
Abbiamo proposto due esempi di un periodo eccezionale, prodigo di storie di questo tipo. Ma gli editori di un solo libro attraversano tutto il secolo, spesso mossi da pura passione. È il caso delle Storie dipinte di Dino Buzzati, stampate nel 1958 in 520 copie da Lucini per la sigla All’Insegna dei Re Magi, inventata dalla omonima galleria d’arte milanese dove lo scrittore aveva esposto 30 quadri. Era la sua prima mostra pubblica, le opere andarono tutte vendute e, informa Gambetti, il curatore Adriano Ravegnani fu «costretto a chiamare i vigili urbani per consentire il regolare afflusso nei locali della galleria» (altri tempi, che invidia...). A Buzzati, con le sue leggendarie difficoltà con le conquiste femminili, sarà probabilmente piaciuto un altro titolo di questo ideale catalogo, Come si seducono le donne, testo del 1917 che Marinetti stampa con le Edizioni da Centomila Copie (sic!). Non saranno così tante, ma il libro, complice il titolo, vende moltissimo anche nelle sue traduzioni in America Latina; e peccato che uno dei capitoli, La donna e la complicazione, venga eliminato dalla censura. Marinetti lo proporrà in parte una decina d’anni più tardi in un altro libro dal titolo incredibile, Scatole d’amore in conserva. D’altronde il fondatore del futurismo è l’unico presente in questo catalogo ideale con due testi: il secondo, Al di là del comunismo esce tre anni più tardi, nell’agosto 1920 per le edizioni della rivista «La testa di ferro», fondate da tale Mario Carli, simpatizzante anarcoide che cinque mesi più tardi verrà arrestato per aver preparato un attentato alla centrale elettrica di Milano. Anche altri editori per un giorno sono personaggi piuttosto anomali; per esempio Urbani e Pettenello, due studenti veneziani che nel ’48 ascoltano la giovane poetessa Giovanna Bemporad durante una lettura pubblica dei suoi versi, la rintracciano sulle scale di una soffitta e la convincono a pubblicare le poesie in Esercizi, che resterà la sua unica raccolta mai edita. L’originale elenco messo insieme da Gambetti si conclude troppo presto, nel 1975 con la prima stampa del Sorriso dell’ignoto marinaio di Vincenzo Consolo voluta dal bancarellaio Gaetano Manusé, originario della provincia di Enna, che a Milano rileva un chiosco in centro «dove transitano clienti illustri come Arturo Toscanini alla ricerca di spartiti musicali, Eugenio Montale e perfino il presidente della Repubblica Luigi Einaudi» (di nuovo, altri tempi). Troppo presto, ma per fortuna siamo appena all’inizio: il capitolo sugli editori di un solo libro, battezzati “editori meteora”, è il primo di un excursus assai più ampio, Libri memorabili, che prosegue con un centinaio di micro-editori del secolo scorso. Qui non si può rendere conto di tutti gli altri, famosi e non; ma anche nei loro casi le storie bizzarre abbondano: per fortuna l’editoria, anche quando è piccola o quasi inesistente, è molto spesso un’avventura degna di essere narrata.
- di Lucio Gambetti - Pubblicato su Domenica del 6/2/2022 -
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