venerdì 25 marzo 2022

La contraddizione in processo

Cinque tesi fondamentali sul capitalismo oggi
- di Agustín Guillamón -

1. - Il capitalismo è una RELAZIONE SOCIALE tra i capitalisti, che comprano la forza lavoro merceologica, e il proletariato, che vende la sua forza lavoro per un salario.
2. - Il capitalismo è UNA RELAZIONE STORICA tra due classi antagoniste, che costringe e obbliga la maggioranza della popolazione a vendere la propria forza lavoro al capitale in cambio di un salario (senza questo processo storico di accumulazione primitiva del capitale e di espropriazione ed espulsione dei contadini dalle comunità rurali alle fabbriche e ai grandi centri industriali, la relazione sociale del punto 1 non esisterebbe).
3.- Il capitalismo causa una CONTRADDIZIONE, o conflitto, tra lo sviluppo SOCIALE delle forze produttive e gli attuali rapporti sociali di produzione, di appropriazione privata del valore, che non corrisponde al carattere sociale di quelle forze produttive. (Questo si traduce in una distribuzione ineguale della ricchezza nel mondo: nel 2007 tre cittadini statunitensi (Bill Gates, Paul Allen e Warren Buffett) insieme  possiedono una fortuna superiore al PIL delle 42 nazioni più povere, dove vivono 600 milioni di abitanti; le 356 persone più ricche del mondo superano il reddito annuale del 40% dell'umanità; gli Stati Uniti rappresentano il 6% della popolazione mondiale, ma consumano il 48% della ricchezza totale del pianeta).
4. - Il capitalismo è diventato un sistema OBSOLETO, perché il processo di valorizzazione del capitale ostacola la crescita delle stesse forze produttive. Il capitalismo è entrato in una fase di decadenza, e la crisi attuale ha un carattere strutturale. Non si tratta di una classica crisi di sovrapproduzione. Oggi abbiamo una crisi della valorizzazione del capitale e, quindi, dei rapporti di produzione capitalistici, che non garantiscono più il processo di riproduzione della forza lavoro. A causa dell'insufficiente assorbimento della forza lavoro nel processo di produzione capitalista, sta facendo la sua comparsa un enorme esercito industriale di riserva (globale). Tutto ciò produce, o può produrre, dei nuovi fenomeni difficili da classificare:
    a. Lo smantellamento delle conquiste sociali del cosiddetto stato sociale. Il lavoratore europeo deve concorrere, e misurarsi, a livello globale, con il salario di sussistenza, da una parte, e con l'assenza di contributi sociali per la disoccupazione, la malattia o le pensioni del lavoratore asiatico, dall'altra. Le misure raccomandate dal Fondo Monetario Internazionale favoriscono il capitale finanziario, ma aggravano la crisi e la disoccupazione.
    b. L'esclusione di interi paesi e continenti dal processo di produzione capitalista; migrazioni di massa per motivi economici, bellici o catastrofici, senza che nessun paese o regione sia disposto a dare a questi migranti niente più che un'accoglienza parziale e selettiva.
    c. Vengono portati a termine i processi di accumulazione primitiva del capitale in Russia, Cina, Brasile, Sudafrica e India, con l'estensione della classe operaia salariata in questi paesi.
     d. Limiti ecologici allo sfruttamento massiccio e indiscriminato delle risorse naturali, senza misure efficaci contro l'inquinamento e il cambiamento climatico. L'emergere di pandemie causate dall'agricoltura e dall'allevamento industriale. Conversione della natura in terreno incolto. Pericolo di estinzione della specie umana, senza adeguate risposte preventive.
    e. L'emergere di molteplici sacche e settori di lavoro schiavistico (a volte anche infantile).
     f. L'emergere di un'economia virtuale - frutto di un'enorme speculazione finanziaria, incontrollata e senza regole - che crea un abisso incolmabile con l'economia reale, con il conseguente rischio di crisi finanziarie e depressione economica.
    g. Il sorgere di guerre imperialiste per il controllo del petrolio e delle limitate risorse naturali. La guerra viene considerata come la soluzione economica immediata alla crisi della domanda, vale a dire, la guerra tra potenze come unica soluzione alle crisi interne di tutti i protagonisti contrapposti.
     h. Crescita economica senza alcuna creazione di posti di lavoro.
     i. Nuove formule di organizzazione aziendale per aumentare la produttività del lavoro, rendere la forza lavoro ancora più flessibile (in termini di salario, di durata del contratto o di disponibilità territoriale), distruggere le conquiste sociali del Welfare, e impedire le associazioni sindacali che non siano aziendali o sottomesse allo Stato.
     j. Negli anni '50, in Giappone, il toyotismo è apparso per rispondere alle necessità belliche degli Stati Uniti nella guerra di Corea. I sindacati nazionali vennero distrutti manu militari, e sostituiti da docili sindacati aziendali. Le grandi aziende erano concentrate in alcune contee che venivano dominate in maniera dispotica. Vennero creati dei team di qualità, gestiti per stabilire la norma della competitività tra i lavoratori, al fine di raggiungere gli obiettivi aziendali. Fecero la loro comparsa i subappalti da un'azienda all'altra, con una scala salariale che diminuiva a ogni subappalto. Un elevato stress sul lavoro diventava comune, e provocava circa 10.000 morti di Karoshi all'anno. («Karoshi» è una parola composta, composta da «karo» e «shi», termini che significano rispettivamente superlavoro e morte, e combinati vengono a significare «morte improvvisa come risultato del superlavoro», cioè morti per stress).
    k. Esercito, polizia, amministrazione, mafie, chiese, sindacati e partiti politici sono istituzioni statali al servizio degli interessi del capitale, che le finanzia e le sostiene. Il primo passo di ogni lotta autonoma dei lavoratori è la loro distruzione.
    l. La coscienza di classe perduta può essere rapidamente recuperata e radicalizzata, per quanto all'inizio rimarrà un po' indietro rispetto all'offensiva neoliberale e alla legislazione antipopolare dei governi. Nasceranno nuove forme organizzative popolari e di classe, superando i partiti e i sindacati screditati e inutili, i quali mostreranno la loro vera natura statale, poliziesca e mafiosa.
    m. Nell'attuale fase di decadenza del capitalismo, appariranno chiaramente i suoi limiti e la barbarie che si annuncia. La propaganda del sistema diventerà sempre più sfacciata, dispotica e irrazionale, orientandosi verso soluzioni socialdemocratiche, nettamente fasciste oppure sapientemente dosate e combinate. Verranno abbandonate le formalità democratiche. Emergerà una qualche forma di militarismo radicale e ossessivo, sia contro un nemico esterno (a causa di rivalità commerciali) che contro uno interno (a causa di necessità anti-sovraniste).
     n. I governi hanno sempre governato contro il loro stesso popolo e a beneficio dell'élite finanziaria e corporativa, solo che ora questo verrà fatto senza mezzi termini, con pochi travestimenti e veli democratici, e senza la giustificazione ultima del benessere generalizzato. I governi imporranno un'economia di guerra, una gestione «efficiente» delle miserie e dei sacrifici, per i quali sarà necessario trovare qualche nemico o capro espiatorio: gli emigranti, i sovversivi dell'ordine stabilito, i pazzi anarchici, i malati i vecchi e gli improduttivi, le dittature, questo o quello Stato nemico, la Russia, la Cina, i paesi arabi o l'Islam, gli emarginati e i miserabili, i disoccupati e «altri lavativi», e così via.
    o. Il primitivismo, l'ambientalismo, l'antisviluppo e le più diverse, disperate e folli alternative post-moderniste, come il Green New Deal, delineeranno a malapena una proposta socialdemocratica per la gestione del caos, del disastro e della miseria all'interno di un capitalismo sorpassato e obsoleto, incapace di assicurare il processo di valorizzazione del capitale.
     p. La solidarietà, l'etica e la semplice sopravvivenza collettiva diventeranno formidabili armi di combattimento per l'umanità, contro un sistema economico obsoleto, corrotto e per sua natura criminale, malato, predatorio, insostenibile e apocalittico.
    q. Verrà favorita una fortissima infantilizzazione sociale, culturale e politica, a partire dal fatto che la paura e l'ignoranza sono dei fattori determinanti nella servitù volontaria allo Stato.
     r. L'alternativa tra comunismo o barbarie, tra rivoluzione o riforma, tra vita collettiva o morte... si troverà a essere posta con urgenza, dal momento che è in gioco la sopravvivenza stessa della specie umana.
     s. Per l'occasione, come salvatori del pianeta e della specie, appariranno i soliti Superman di turno, insieme al loro Super-Stato, anche se in realtà sono i suoi becchini.
    t. Non c'è altra alternativa che la rivoluzione o la barbarie.

5. - Il comunismo non è un BELL'IDEALE, bensì una NECESSITÀ MATERIALE, le cui premesse sono state poste dal capitalismo, per mezzo di una produttività che è già in grado di provvedere a una società che soddisfi tutti i bisogni materiali dell'umanità. Il proletariato deve distruggere lo Stato, perché lo Stato è l'organizzazione politica dello sfruttamento economico del lavoro salariato. La distruzione dello Stato è una conditio sine qua non dell'inizio di una società comunista. Ma lo Stato capitalista non può essere realmente distrutto se prima la classe proletaria non falci immediatamente le condizioni economiche, sociali e storiche dell'esistenza del lavoro salariato e della legge del valore su scala mondiale.

Cosa sostituisce lo Stato: l'amministrazione delle cose nel comunismo. Ma la rivoluzione proletaria non è una questione di partiti o di organizzazione. Ciò che determina la possibilità del comunismo è un'equa distribuzione delle forze produttive e l'estensione della condizione di salariato e proletario. L'esperienza storica del proletariato internazionale indica i soviet russi, i räters tedeschi e i comitati spagnoli, cioè l'organizzazione del proletariato in consigli operai come forma organizzativa rivoluzionaria della classe operaia. Non stiamo quindi parlando di questa o quella forma organizzativa di comitato o di consiglio, ma dell'organizzazione conciliare della società. I consigli non rappresentano i lavoratori, sono il proletariato organizzato. È un organo di classe e di lotta. Non è un organo politico, è l'organizzazione della società in nuovi rapporti di produzione, e quindi non è né democratico, né dittatoriale, è al di là della politica, ed evita la separazione tra pubblico e privato, caratteristica del capitalismo. Soviet, räters e comitati sono stati la risposta dei lavoratori al vuoto lasciato dalla borghesia, piuttosto che il risultato della radicalizzazione della lotta. I consiliaristi sostituiscono il concetto leninista di «partito» con quello di «consiglio». Ma entrambe le ideologie sono sterili. I consigli saranno solo ciò che il proletariato riuscirà a fare nella lotta per distruggere lo Stato e costruire il comunismo libertario. La rivoluzione sociale è già l'unica soluzione. Una rivoluzione non solo deve essere economica e politica, ma deve essere totale, cioè anti-economica e anti-politica, bloccando così ogni possibilità di restaurazione del potere del capitale. Antieconomica perché non si limita alla socializzazione, né tantomeno ricade nel produttivismo, ma abolisce il lavoro salariato e il plusvalore. Antipolitica perché si organizza in consigli operai che distruggono tutte le strutture statali e aboliscono tutte le frontiere, e quindi è necessariamente internazionale.

Agustín Guillamón - Pubblicato l'11 marzo 2022 su Ser Històrico. Portal de Historia

Nessun commento: