Una tra le tante incongruenze della Bibbia ebraica, oltre ad aver dato origine a un mito intrigante e potente, è quella secondo cui Adamo avesse avuto una prima moglie chiamata Lilith, la quale, piuttosto che sottomettersi al marito, preferì lasciare il giardino dell'Eden. Nel I capitolo della Genesi, Adamo viene creato subito fin dall'inizio con una compagna: «Così Dio creò l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.» (1:27) Poi, nel capitolo successivo - in contrasto col precedente - Adamo viene creato da solo (versetto 7), e intercorre un notevole ritardo prima che venga creata per lui una compagna femminile (versetti 21-22). È per spiegare le contraddizioni come questa che, nel Tanakh, l'erudizione ebraica sviluppò tutto un sistema di interpretazione, noto come Midrash, una forma di letteratura rabbinica che faceva uso di una grossa quota di ingegnosità, al fine di risolvere buchi e contraddizioni nel testo. Nel caso della compagna di Adamo, gli studiosi di Midrash si resero conto che serviva una spiegazione, pertanto proposero ulteriori elementi della storia. La "Genesi Rabbah" - un Midrash di data incerta (forse del V secolo d.C.) in cui vengono offerte alcune interpretazioni del testo della Genesi - sostiene che Eva non fu la prima moglie di Adamo. La donna al 1:27 è stata creata a partire dalla terra, così come Adamo, ma Dio la trova «piena di liquidi e di sangue», per cui la rimuove e ci riprova. E così, quando avviene che Caino e Abele litigano, ecco che un rabbino propone di stabilire la causa del loro litigio ne «la prima Eva».
Nel Talmud - un commento rabbinico sul giudaismo che viene completato intorno al V secolo d.C. - appare un personaggio femminile chiamato Lilith; detto per inciso, è come se si trattasse di qualcuno che non ha alcun bisogno di presentazioni. Si tratta di una succube, ha lunghi capelli e ali, che ruba lo sperma ad Adamo mentre egli dorme, e lo fa per generare demoni malvagi. Nella Bibbia, l'unica menzione a proposito di Lilith è un singolo verso nel libro di Isaia, dove potrebbe essere menzionata o meno, a seconda della traduzione in vostro possesso. La Bibbia NRSV dice:
«I gatti selvatici si incontreranno con le iene, i demoni-capra si chiameranno a vicenda; anche Lilith si riposerà' e troverà un posto per riposare.» (Isaia 34:14)
La parola ebraica è «liyliyth», ed questa la sua unica apparizione nella Bibbia. Gli studiosi si trovano in disaccordo circa quale sia il suo significato. Potrebbe riferirsi al demone mesopotamico, «lilitu». Mentre altre traduzioni lo rendono come «gufo stridente» (KJV), oppure una delle tante varietà di creatura notturna - «strega notturna» (RSV), «creature notturne» (NIV) o «uccello notturno» (ESV) -, ciò a causa della somiglianza che la parola ha con il termine ebraico di «notte». Qualunque cosa si intenda, è assai improbabile che si tratti di un riferimento a una presunta prima moglie di Adamo. L'associazione di Lilith con la «prima moglie», trae la sua origine, secoli dopo, dall'«Alfabeto di Ben Sira», una compilazione anonima di proverbi e storie, datata probabilmente tra il 700-1000 d.C. Il motivo dei problemi della coppia risiedeva nell'insistenza di Adamo a voler sottomettere Lilith alla sua autorità:
«Dopo che Dio ebbe creato Adamo, il quale era solo, Egli disse: "Non è bene che l'uomo sia solo"(Gen. 2:18). Egli allora creò, per Adamo, una donna dalla terra, così come aveva creato Adamo stesso, e la chiamò Lilith. Adamo e Lilith cominciarono a litigare tra di loro. Lei disse: "Non voglio giacere sotto di te", e lui rispose: "Non voglio stare dietro di te, ma solo di sopra. Perché tu sei adatta solamente a stare nella posizione che sta sotto, mentre io lo sono per quella che sta sopra". Lilith ribatté: "Siamo uguali l'uno all'altro, dal momento che entrambi siamo stati creati dalla terra". Ma essi non intendevano ascoltarsi a vicenda. E quando Lilith si rese conto di questo, pronunciò il Nome Ineffabile [il vero nome di Dio] e volò via nell'aria.»
È questa la prima identificazione di Lilith come prima moglie ribelle di Adamo. Adamo se ne lamenta con Dio, che manda tre angeli a riprendere Lilith. Gli angeli le dicono che se non ritorna,ogni giorno moriranno cento dei suoi figli. Lei ribatte che la ragione per cui era stata creata era quella di fare del male ai neonati, ma accetta di non fare del male a qualsiasi neonato che indossi amuleti con i nomi o con le immagini dei tre angeli. Dio crea poi Eva, come una compagna più accettabile per Adamo; lei è più remissiva perché è stata creata da una parte di Adamo, e non dalla terra.
L'Alfabeto non è letteratura midrashica, bensì intrattenimento popolare: si tratta di una satira che parodizza i personaggi biblici e la tradizione rabbinica, forse per il divertimento degli stessi rabbini. La chiave per comprendere il suo incidentale riferimento a Lilith, potrebbe trovarsi nella menzione degli amuleti. Per tenere lontani i demoni rapitori di bambini, le ciotole di incantesimo con iscrizioni protettive sarebbero state sepolte nel terreno, e sarebbero stati appesi degli amuleti al collo delle donne incinte, e quindi il passaggio dell'Alfabeto potrebbe essere stato un tentativo irriverente di spiegare questa vecchia pratica. Qualunque sia la verità, la storia sembra aver colpito l'immaginazione ebraica medievale, e Lilith divenne in tal modo parte della tradizione popolare.
Lilith appare anche nella letteratura cabalistica. Nel 13° secolo appare nello Zohar tutto un insieme di commenti alla Torah. La cosa viene presentata come una scoperta del rabbino spagnolo Moses de León, ma è probabile che l'abbia scritto lui stesso, il quale era a conoscenza dell'Alfabeto. Lo Zohar riprende la storia familiare di Lilith, mostrandola in tutti e tre i suoi aspetti: come Eva primitiva, come rapitrice di bambini e come succube. Nel farlo, la associa anche al serpente che tenta Adamo ed Eva, e quindi a Satana. Questa storia popolare può aver ispirato le rappresentazioni medievali e rinascimentali del serpente con una testa e/o con un corpo femminile, sebbene sia anche possibile che questa immagine sia stata invece intesa come un commento su Eva, implicando così che si tratta di una tentatrice. per associazione.
Il Demone
L'autore dell'Alphabet inizia facendo riferimento all'esistente tradizione del prototipo della prima moglie, quindi poi alimenta i riferimenti talmudici a Lilith come demone. Questa caratterizzazione evoca precedenti miti sumero-babilonesi sugli spiriti alati che si appostano in luoghi deserti e predano gli umani durante la notte. Il "lilitu" sumero e il "lamashtu" babilonese uccidevano i neonati e minacciavano le donne e i bambini durante la gravidanza e il parto. La prima menzione letteraria di Lilith potrebbe verificarsi nell'Epopea di Gilgamesh nel poema "Gilgamesh e l'albero di Huluppu", per quanto rimanga controverso se si riferisca a Lilith, e inoltre gli antichi israeliti avrebbero potuto facilmente essere venuti in contatto con tali storie a partire dall'egemonia dell'Assiria e di Babilonia. Il carattere della Lilith ebraica potrebbe quindi essere una miscuglio tra la teoria della «prima moglie» e l'antica superstizione mesopotamica.
Questi demoni femminili possono essere interpretati in un paio di modi. In primo luogo - in quanto altri dei, spiriti e miti - essi offrivano agli antichi una spiegazione per le cose che accadevano nella loro vita. Perché i bambini a volte nascono morti o soffrono di «morte in culla»? Perché le donne muoiono durante il parto? Inventando i demoni maligni, la gente identificava una causa e, in maniera rassicurante, rendeva possibile reagire: gli oggetti protettivi, come gli amuleti, davano una sensazione di controllo di fronte a delle forze spaventose e misteriose. L'altro ruolo dei demoni femminili era quello di essere simboli della lussuria. Non solo Lilith è un'assassina, ma è anche una seduttrice. I sacerdoti e gli scribi maschi sembrano aver proiettato quindi alcune delle loro fantasie sessuali nella loro immagine di Lilith vista come "femme fatale". Ciò che la modernità comprende come incubi, veniva spiegato a partire dalla superstizione dell'opera di un demone notturno femminile o succube che seduce gli uomini nel loro sonno. Attraverso rapporti sessuali diabolici, Lilith dava alla luce cento figli demoniaci ogni giorno, popolando il mondo di male. Questo strato di significato sessuale negativo ha teso, storicamente, ad affossare l'aspetto positivo della leggenda, ovvero l'emancipazione femminile. Se Lilith divenne malvagia quando si oppose ad Adamo, ecco che allora ogni donna che non accetta l'autorità maschile potrebbe fare la stessa fine.
Alcuni scrittori si divertono ad attribuire questa ostilità a una psicologica «paura maschile della sessualità femminile», ma le origini ultime della disuguaglianza sono assai più materiali. Durante la rivoluzione neolitica, gli uomini hanno acquisito un controllo sproporzionato sulle risorse sociali che stavano rapidamente crescendo grazie alle nuove tecniche di agricoltura e di addomesticamento. Tuttavia, anche quando le donne erano oppresse, potevano tuttavia ancora esercitare potere sugli uomini eterosessuali attraverso la sessualità; il sesso è un istinto che non rispetta i costrutti sociali di classe e di genere. Così la sessualità femminile è stata una fonte di sospetto per secoli, come un'arma che le donne possono usare per sottomettere gli uomini. In questo contesto, i riferimenti talmudici ai lunghi capelli di Lilith possono essere significativi, poiché durante il Medioevo tenere i capelli coperti era una convenzione per le donne ebree sposate: Maimonide e lo Zohar per esempio ne sottolineano l'importanza. I capelli lunghi e sciolti sono stati spesso un simbolo della sessualità femminile peccaminosa. Nel XIX secolo, Lilith ha goduto di una nuova fase di interesse come fantasia sessuale. Fece la sua prima apparizione letteraria significativa dopo lo Zohar nel Faust di Goethe, seguita pochi anni dopo da Lamia di Keats. In queste poesie vediamo una figura misteriosa di bellezza e seduzione, con alcuni dei suoi comportamenti più oscuri che sono stati rimossi; una tendenza questa che continuò quarant'anni dopo, quando venne dipinta da Dante Gabriel Rossetti come una narcisista dai capelli lussureggianti. Questa incarnazione di una Lilith più moderna, con l'orrore rimosso per non infastidire i gentiluomini vittoriani, aprì le porte ad interpretazioni più positive del personaggio. Ironicamente, la famosa esortazione di Dio a «essere fecondi e moltiplicarsi» nel I capitolo della Genesi, la prima cosa che viene detta alla nuova coppia, indica che Dio non ha un problema con il sesso. Il II capitolo ci dice «l'uomo... si unirà a sua moglie e diventeranno una sola carne», un'altra forte indicazione che per la Bibbia il sesso (che si presume eterosessuale) faccia parte della natura umana fin dall'inizio.
La femminista
Nel 20° secolo - allorché le femministe, minimizzando il suo aspetto demoniaco a favore della donna assertiva e sessualmente indipendente, iniziarono a rivendicare Lilith - il mito entrò in un'altra nuova fase . Capirne il motivo, non è difficile. Lilith rifiuta di sottomettersi a un ordine sociale stabilito dagli uomini. Pretende di avere diritto all'uguaglianza con Adamo, e quando le viene negato si volta e se ne va, insistendo sulla propria indipendenza. Fugge verso il Mar Rosso, ripercorrendo così simbolicamente il cammino di Mosè verso la libertà, e diventa l'opposto dello stereotipo della madre protettiva. Nel 1976, un gruppo di femministe ebree la scelse come ispirazione per creare una rivista di nome Lilith; una delle cofondatrici, Aviva Cantor, scrisse di lei in termini molto positivi, assumendola come modello per le donne ebree: «Lilith è una donna possente. Irradia forza, assertività; lei si rifiuta di cooperare alla propria vittimizzazione. Nel riconoscere la rivolta di Lilith, e persino nel raccontare le sue attività vendicative, i creatori di miti riconoscono anche il potere di Lilith.»
Cantor sottolinea che Lilith rappresenta il «ruolo ombra negativo, il rovescio della medaglia» di Eva, la quale viene presentata come l'aiutante di Adamo ed è in tal modo un archetipo femminile più accettabile, rispetto a una donna che insiste sulla parità. Nel creare il ruolo ombra di Lilith, gli uomini stanno dicendo alla donna che nel momento in cui è indipendente, assertiva, libera - come lo era Lilith - allora finirà per diventare una frigida strega ninfomane e senza figli.
Abbiamo precedentemente sottolineato che anche Eva veniva vista come moralmente sospetta, incolpata della caduta dell'umanità dalla grazia, e del peccato originale. Ma Lilith veniva associata, in maniera molto più potente, con la sessualità femminile ribelle di Eva. Varie culture, inclusa la tradizione giudaico-cristiana, hanno fatto paragoni tra un femminile "negativo" e un femminile "positivo". Nel cristianesimo, a tutte le donne, inclusa Eva la peccatrice, è stato assegnato il compito impossibile di vivere seguendo l'esempio della vergine impeccabile, Maria. Nello Zohar, Lilith viene contrapposta, vista come empia prostituta, alla santa e sana Shekhinah, la presenza divina di Dio come manifestazione femminile. Può sembrare paradossale che un mito così adattabile al femminismo sia stato scritto da uomini. Ma la società consiste di entrambi i sessi e di molteplici punti di vista, e pertanto il sessismo non rimane mai incontrastato. Contrariamente a quella che è la visione semplicistica, gli uomini non sono uniformemente ostili alle donne, e le donne non sono uniformemente sottomesse agli uomini. Nonostante il sessismo, le donne di tutti i periodi storici sono membri attivi della società, e Lilith può pertanto essere una manifestazione di quelle donne dalla mentalità indipendente che si potevano trovare tanto nell'antico Vicino Oriente come altrove.
I diversi testi
Come abbiamo visto, la Torah è stata messa insieme a partire da una varietà di testi sorgente, e quando le fonti sono state incollate insieme, con poco o nessun appianamento editoriale, allora succede che si possono creare dei problemi. Il biblista Richard Elliott Friedman fa però notare che la Bibbia è più della somma delle sue parti. La giustapposizione dei testi ha creato dei significati che né gli scrittori originali né i redattori avevano previsto. In "Chi ha scritto la Bibbia?", Friedman fa l'esempio della percezione di Dio nella Bibbia. Il Dio di J, di E e di D tende ad essere visto in modo personale, è un dio che lo vedi camminare nell'Eden e parlare direttamente, persino discutendo, con gli esseri umani. Il Dio di P invece è molto diverso: tende ad essere remoto e trascendente, e non fa apparizioni fisiche né tantomeno chiacchiera con i suoi seguaci. La combinazione di queste due concezioni di Dio, quella personale e quella trascendente, creò inavvertitamente un nuovo tipo di divinità: un dio cosmico che poteva essere esperito in modi assai personali.
«La cosa non è stata pianificata da nessuno degli autori. Probabilmente non era nemmeno il progetto del redattore. Era talmente incorporato nei testi, al punto che il redattore non avrebbe potuto fare a meno di produrre tale nuova miscela, se voleva restare fedele alle sue fonti.» Analogamente, la sovrapposizione del "Dio della misericordia" che appare raffigurato in J, E e D al "Dio della giustizia" raffigurato invece in P porta a una nuova concezione, nella quale giustizia e misericordia si trovano in tensione, o in equilibrio. Allo stesso modo di un genitore, Dio è a volte amorevole, a volte arrabbiato; è a volte intimo, a volte distante. Friedman conclude: «Mescolare tutte le fonti in un unico testo, ha arricchito per sempre le possibilità interpretative della Bibbia.»
In maniera diversa, anche Lilith è una conseguenza imprevista del processo di costruzione della Bibbia. La discrepanza tra i capitoli 1 e 2 della Genesi, fu essenzialmente un incidente che nacque dalla combinazione di due testi indipendenti. Tuttavia, ha aperto così uno spazio in cui Lilith è poi intervenuta a riempire, grazie soprattutto all'immaginazione, all'ingegnosità e alle manie sessuali degli scrittori maschi nei secoli successivi. Quali che siano le origini precise del mito di Lilith, e la sua relazione con gli antichi demoni mesopotamici, questa narrazione ha finito per acquisire una vita propria. Il prototipo di moglie presente nella Genesi Rabbah - già un'immagine poco attraente della donna - si è sviluppata in un succube malvagio, per poi diventare più recentemente un'icona femminista. La storia può servire altrettanto bene quelle che sono due comunità del tutto diverse. Da una parte, abbiamo la prima femminista, una donna che rifiuta di accettare di essere trattata come se non fosse uguale ad Adamo. Dall'altra, abbiamo un monito patriarcale nei confronti delle donne che si ergono al di sopra di sé stesse. Nello scrivere di Lilith, una delle difficoltà è che ci sono molte versioni di lei, in tempi e luoghi diversi; non c'è una Lilith "corretta", ma solo una moltitudine di Lilith, che non può essere identificata. (Da qui la sua popolarità nel misticismo e nella New Age, che prosperano su fumo e specchi). Come ogni prodotto dell'immaginazione simbolica, Lilith può diventare qualsiasi cosa le generazioni successive vogliano che sia. Karl Marx ha sottolineato come il progresso di una società possa essere misurato a partire dallo status delle sue donne: «si spera che un giorno uomini e donne saranno in grado di relazionarsi tra loro senza la stupidità del sessismo e della superstizione».
fonte: Jeff Searle
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