martedì 23 aprile 2024

Il 2° Livello di Homer Simpson !!!

Intelligenza Artificiale, la spinta finale all'automazione
- La diffusione capillare nella società del lavoro dei sistemi di intelligenza artificiale spingerà la sistemica contraddizione in processo del Capitale. fino alle estreme conseguenze  (IA e capitale, parte III)
di Tomasz Konicz [***]

«Internet? Ma quella cosa è ancora in giro?» - Homer Simpson, dicembre 1999 [*1]

All'euforia iniziale, quel che ha fatto seguito sono state disillusione e depressione. L'avvento di Internet, all'inizio del millennio, è stato preceduto da un clamore mediatico e si è accompagnato a una sorta di Bonanza speculativa sui mercati azionari delle società high-tech ("Neuer Markt", Nasdaq), dove l'industria di Internet è stata acclamata come un nuovo settore economico trainante, con milioni di piccoli risparmiatori diventati investitori in borsa (T-share, Infineon). Per mesi, talvolta, sui mercati azionari si sono viste nuove e sconosciute imprese IT valutate più dei giganteschi gruppi industriali come Daimler. Quando la grande bolla dell'high-tech è scoppiata, e ha cominciato a fallire tutta una serie di dubbie start-up, ecco che ha avuto inizio una fase di disillusione, in cui Internet veniva ridicolizzata come se si trattasse solo di una mera moda, quasi si trattasse solo di una rete per alcuni negozi virtuali. Eppure, non si può negare che l'industria di Internet abbia trasformato radicalmente il capitalismo. E sebbene non sia stato creato un nuovo settore economico IT su cui realizzare uno sfruttamento di massa del lavoro salariato, va detto che le ex cricche IT, riuscite a sopravvivere sui mercati azionari al massacro degli anni 2000-2001, oggi in realtà valgono più delle società industriali. Attualmente, per quanto riguarda il potenziale economico dell'Intelligenza Artificiale, il tardo capitalismo si trova in una fase simile. Mentre il grande clamore sembra si sia cominciato a spegnere, si registrano i primi risultati borsistici deludenti – fatta eccezione per Nvidia [*2] - mentre tra il pubblico si diffonde stanchezza e delusione riguardo l'Intelligenza Artificiale, dal momento che le grandi visioni dei guru dell'IA e dei transumanisti [*3], a causa degli evidenti deficit dei sistemi di apprendimento artificiale utilizzati finora, aspettano ancora di essere realizzate. Inoltre, il boom di Internet, avvenuto al volgere del millennio, simile a quello delle ondate di razionalizzazione industriale degli ultimi due decenni del XX secolo, quando i robot industriali trasformarono il processo di produzione a catena di montaggio fordista, sembra confermare una tesi centrale dell'economia borghese: anche se le nuove tecnologie rendono obsoleti moltissimi posti di lavoro, quello stesso progresso tecnologico consente di creare un numero sufficiente di settori occupazionali che, nonostante tutti gli svantaggi, assicurano la continuità della società del lavoro capitalista. Recentemente, ad esempio, sulla rivista del MIT, Technology Review, è stata propagandata tale tesi sulla capacità di rigenerarsi che avrebbe il mercato del lavoro, in un articolo che descriveva un ampio arco di crisi e di potenziamenti tecnologici, avvenuti a partire dagli anni Trenta, allorché anche all'interno dell'amministrazione Roosevelt, nel bel mezzo della Grande Depressione dell'epoca, [*4] la questione, se «il progresso tecnologico, attraverso la crescente efficienza del nostro processo industriale, stia togliendo posti di lavoro più velocemente di quanto riesca a crearne di nuovi», era stata discussa in maniera controversa  Alla luce dell'evoluzione del mercato del lavoro statunitense degli ultimi decenni, dove nel 2018 circa il 60% dei salariati veniva impiegato in occupazioni che prima del 1940 neppure esistevano, la Technology Review non ha visto alcun segno del fatto che la capacità di adattamento di questo mercato possa essere superata dagli effetti della razionalizzazione basata sull'automazione. Secondo il Technoblatt, parlare di "fine del lavoro" costituisce una "distrazione" rispetto alla questione di come l'intelligenza artificiale possa essere utilizzata per far crescere l'economia e creare nuovi posti di lavoro. I funzionari dei sindacati tedeschi, come il capo del DGB Yasmin Fahimi, che ha definito «una sciocchezza» la crisi della società del lavoro innescata dalla crescente "digitalizzazione", sostengono una tesi simile [*5].

Uno sguardo sotto il cofano della macchina della valorizzazione
In effetti, il lavoro rappresenta la base della società capitalistica del lavoro; infatti, secondo Marx, esso forma la sostanza del capitale, e lo fa attraverso la sua oggettivazione nel corpo delle merci nel corso del processo di produzione. Il lavoro crea il valore delle merci. Inoltre, continua a essere speso in misura massiccia. Le nude cifre sull'occupazione sembrerebbero sostenere le argomentazioni della rivista MIT e del sindacato DGB, soprattutto se visto alla luce dell'attuale situazione del mercato del lavoro negli Stati Uniti e in Germania; il tasso di disoccupazione ufficialmente calcolato negli Stati Uniti è particolarmente basso.[*6] Così come in Germania c'è carenza di lavoratori qualificati. [*7] Ma questa visione, in un certo senso positivista delle cose, che si limita a sommare il lavoro salariato svolto, non riconosce la funzione svolta dai diversi tipi di lavoro, specialmente in riferimento al processo di valorizzazione del capitale. Pertanto, al fine di poter esprimere un giudizio sulla stabilità della società del lavoro, il lavoro offerto in vendita sul mercato del lavoro capitalista deve essere considerato nel suo contesto sociale globale. Per quanto possano apparire redditizie dal punto di vista imprenditoriale, non tutte le forme di lavoro contribuiscono alla valorizzazione del capitale nell'intera società. Il Capitale è una totalità che si può comprendere solo nei termini della sua dinamica sociale, la quale, nella sua irrazionalità feticistica, si differenzia proprio dalla gretta e apparentemente razionale determinazione degli interessi dei soggetti del mercato (e anche a sinistra molti hanno difficoltà con un simile approccio). Il Financial Times (FT) sa già come effettuare una diagnosi differenziata della società del lavoro statunitense. [*8] Nel tracciare una sintesi negativa dell'era neoliberale, la sua rivista economica del 2023 ha criticato la realizzazione di una società dei servizi, dove l'occupazione nel settore dei servizi è passata dal 45% degli anni '70 a più del 60% nel secondo decennio del XXI secolo. Nel contempo, la percentuale di lavoratori nell'industria e nel settore delle costruzioni è scesa dal 55% all'attuale 40%. Secondo il FT, in termini di produzione industriale gli Stati Uniti sono stati superati dalla Cina. Ma perché questo rappresenta un problema? La deindustrializzazione è stata un fattore chiave nel cambio di paradigma strategico della politica economica di Washington, che ha visto prevalere sul libero scambio neoliberista un sempre maggiore protezionismo. Da un punto di vista economico, la manodopera non è la stessa cosa che il lavoro, come fanno intendere le riviste tecnologiche statunitensi e i sindacalisti tedeschi nei loro calcoli da lattai. L'industria produttrice di beni costituisce, per così dire, le "fondamenta" di una società capitalistica del lavoro, su cui è possibile costruire solo un settore di servizi e una sovrastruttura finanziaria, nello specifico sotto forma di salari e di tasse. Anche lo stato sociale, l'istruzione e la cura dei lavoratori futuri o passati nonché il mantenimento delle infrastrutture devono essere rimossi dal processo di valorizzazione del capitale in quanto costi economici, sebbene singole aziende (asili privati, università, imprese edili o case di riposo) ne traggano vantaggio a livello aziendale. Dopotutto, se non c'è un utilizzo diffuso della manodopera nell'industria, non tutti i salariati possono diventare parrucchieri, manager finanziari, funzionari pubblici o camerieri. Una società di servizi dominata dal settore finanziario, come quella deindustrializzata e coperta dalla "cintura di ruggine" che ha caratterizzato gli Stati Uniti fino al grande crollo immobiliare del 2008, può riprodursi solo grazie al debito e alle bolle speculative finché non si verifica l'inevitabile crollo. È questa la lezione della crisi immobiliare, come riportato dal FT, e che ha indotto Washington a intraprendere un'importante svolta protezionistica. Ora il modello è la Germania, che nell'epoca della globalizzazione è riuscita a mantenere la sua base industriale grazie a enormi surplus di esportazioni e a una politica di "beggar-thy-neighbour" (ed è proprio per questo che l'industria tedesca delle esportazioni sta soffrendo sempre di più a causa del protezionismo). Senza una larga base occupazionale nella produzione industriale, non può esistere una società del lavoro stabile : questa è la conclusione dell'era della finanziarizzazione e della globalizzazione neoliberista, nella quale si conferma anche il concetto di valore di Marx, che distingue i valori delle merci in quanti di tempo di lavoro socialmente necessario. In relazione al processo di accumulazione del capitale nella società nel suo complesso, Marx ha parlato di lavoro produttivo e improduttivo. Il lavoro produttivo contribuisce direttamente all'utilizzo del capitale all'interno della produzione di merci, mentre il lavoro improduttivo - per quanto utile e socialmente necessario - non lo fa direttamente. La crisi della società del lavoro deve quindi essere vista come una crisi del lavoro produttivo e creatore di valore nella produzione industriale di merci. La crisi della società del lavoro è una crisi del lavoro produttivo, inteso in senso marxiano, il quale contribuisce direttamente al movimento di valorizzazione del capitale. Questa tendenza a ridurre la forza lavoro industriale, lamentata dal Financial Times negli Stati Uniti, può essere dimostrata in modo empirico in quasi tutti i "Paesi industrializzati" occidentali. Anche nella Repubblica Federale Tedesca, orientata all'esportazione, che vanta ancora il settore industriale più forte d'Europa, grazie all'automazione della produzione industriale, la percentuale di occupati nel settore manifatturiero è scesa da poco meno del 50% all'inizio degli anni '70 a circa il 23% nel 2023, mentre allo stesso tempo i prodotti industriali tedeschi, come macchine e automobili, hanno invaso mezzo mondo [*9]. Le fondamenta industriali delle società capitaliste del lavoro stanno diventando pertanto sempre più fragili. Oltretutto, con l'inizio della terza rivoluzione industriale a partire dalla fine degli anni Settanta e Ottanta, che ha portato al grande aumento dell'automazione nella produzione industriale, il debito totale globale è aumentato più rapidamente di quanto non abbia fatto la produzione economica globale [*10]. Il sistema mondo tardo-capitalista funziona quindi sempre più a credito; questo debito crea la domanda relativa alla vendita di beni, cosicché molti dei posti di lavoro industriali che ancora esistono dipendono semplicemente dalla domanda generata a credito. La società del lavoro tardo-capitalista è in un certo senso in deficit. Tuttavia, di fronte alle crescenti distorsioni della sfera finanziaria e all'inflazione ostinata, questa dinamica del debito non potrà essere mantenuta ancora a lungo. L'illusione di una società del lavoro capitalista intatta, che i sindacalisti tedeschi e le riviste tecnologiche americane amano assecondare, può essere mantenuta solo ignorando le condizioni della periferia del sistema mondiale - dalle cui regioni in collasso e dai cui Stati falliti i salariati economicamente superflui cercano disperatamente di fuggire verso i centri. Uno sguardo sotto il cofano della macchina dello sfruttamento capitalistico rende quindi chiaro quanto l'ottimismo diffuso dalle riviste tecnologiche statunitensi e dai funzionari sindacali tedeschi alla vigilia della grande spinta alla razionalizzazione dell'IA sia fuori luogo. Non solo la società del lavoro capitalista è afflitta da un processo di progressiva erosione dove la sua base industriale continua a dissolversi - anche i metodi per ritardare la crisi, che vedono questo sistema zombie in deficit produrre montagne di debito sempre più grandi, stanno raggiungendo i propri limiti per via della crescente instabilità della sfera finanziaria e dell'inflazione ostinata. La contraddizione interna sistemica del capitale, che attraverso la razionalizzazione si sta liberando della sua stessa sostanza, il lavoro salariato, con la prossima ondata di automazione non potrà più essere intercettata attraverso questi metodi di ritardo della crisi sostenuti dal credito. Inoltre, la mancanza di investimenti nello stato sociale, nell'istruzione e nelle infrastrutture aumenta la vulnerabilità delle società tardo-capitaliste di fronte alle crisi. Tutto ciò riflette il crescente squilibrio nella società nel suo complesso tra lavoro produttivo (utilizzo del capitale nella produzione di beni) e lavoro improduttivo (spese necessarie per le infrastrutture sociali e lo stato sociale). Le specificità tedesche, spesso utilizzate per banalizzare la crisi della società del lavoro, non cambiano la situazione. L'universalmente lamentata carenza di manodopera qualificata e l'invecchiamento della società sono dovuti proprio al fatto che la quota decrescente di lavoro salariato svolto nella produzione di beni è compensata da una spesa sempre maggiore per i "costi morti" dell'infrastruttura sociale (istruzione, assistenza, stato sociale, bambini come killer di carriera e fattori di costo, ecc.)

L'impiegato d'ufficio a rischio di estinzione
A differenza dei funzionari sindacali tedeschi, che in questo dibattito sono probabilmente afflitti da una sorta di ansia da lavoro, le banche d'affari statunitensi stanno certamente valutando il potenziale "dirompente" che la rivoluzione dell'IA avrà sul mercato del lavoro globale. In uno studio pubblicato a metà del 2023, Goldman Sachs ha stimato che la cosiddetta "IA generativa" (bot addestrati per specifici processi lavorativi utilizzando montagne di dati) renderà obsoleti o declasserà circa 300 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo. In una previsione analoga pubblicata all'inizio del 2024, i consulenti gestionali McKinsey hanno concluso che entro il 2030, solo negli Stati Uniti, fino al 30% delle attuali ore di lavoro potrebbe diventare superfluo, soprattutto per quanto riguarda i lavori d'ufficio meno retribuiti e semplici, l'assistenza ai clienti e i servizi, nonché le vendite [*11]. Particolarmente a rischio sono i contabili e gli impiegati amministrativi. Già alla fine degli anni '70 e '80, la prima grande ondata di automazione nel corso della terza rivoluzione industriale della microelettronica e dell'industria informatica aveva colpito la forza lavoro; ora è il turno dei colletti bianchi. Ben presto il lavoro d'ufficio potrebbe diventare obsoleto su vasta scala. Quanto più schematica è la procedura, quanto minore è il margine di manovra individuale nel processo di lavoro, tanto più facile sarà automatizzarla con l'ausilio di sistemi di intelligenza artificiale, che possono essere "addestrati" per questi processi di lavoro sulla falsariga dei "modelli linguistici di grandi dimensioni" utilizzando gigantesche quantità di dati a cui hanno accesso le grandi aziende e le agenzie governative. L'impiegato, l'intera classe di colletti bianchi emersa in massa nella prima metà del XX secolo [*12] , è minacciato di estinzione. Questa classe di salariati piccolo-borghesi, il cui emergere aveva fatto tramontare le vecchie speranze marxiste di un soggetto rivoluzionario, è essa stessa sul punto di dissolversi. Il colletto bianco sembra quindi avere un arco di esistenza sociale rilevante di soli 100 anni circa. Ben presto la raccolta e l'organizzazione delle informazioni potrà avvenire in modo automatico, soprattutto perché i sistemi amministrativi sono già stati quasi completamente digitalizzati. La prossima grande ondata di intelligenza artificiale si baserà pertanto sulle basi della digitalizzazione che ha avuto luogo negli uffici fin dai primi anni '80. E sarà ancora relativamente facile da implementare, dato che i costi di investimento sono relativamente bassi. I computer e i programmi di amministrazione potranno continuare a funzionare; solo le persone che li gestiscono scompariranno a causa del computer. Anche i costi per gli uffici e per gli altri "sistemi di supporto vitale" vengono in gran parte eliminati. D'altra parte, ci sono ingenti investimenti in centri dati dove sistemi di intelligenza artificiale addestrati svolgono i vecchi compiti d'ufficio con costi minimi di personale, ma queste spese sono ancora basse rispetto all'ondata di razionalizzazione industriale avvenuta dagli anni '80 in poi. All'epoca si dovette sostituire l'intero sistema tayloristico e intere catene di montaggio dovettero essere dotate di sistemi robotizzati, ognuno dei quali poteva costare milioni. Rispetto ai miliardi di euro spesi per la razionalizzazione dell'industria, che hanno fatto sì che la percentuale di lavoratori industriali sul totale della forza lavoro continuasse a diminuire, i prossimi investimenti in infrastrutture digitali, che determineranno l'obsolescenza dei colletti bianchi, impallidiscono. Oggi è molto più conveniente automatizzare i colletti bianchi di quanto non lo fosse per gli operai dell'industria. A questo proposito, la tendenza tardo-capitalista a lavorare da casa, che si è affermata soprattutto in seguito alla pandemia, rimanda inoltre all'inizio della società del lavoro capitalista agli albori dell'era moderna. Nell'ambito del cosiddetto sistema editoriale, il lavoro salariato si è insinuato nelle case e nelle capanne dei fittavoli, dei piccoli agricoltori e degli artigiani, che ricevevano per commissione, dai primi "commissionari" del capitalismo, materiali e strumenti per la produzione domestica di beni, che poi venivano acquistati e messi in vendita sul mercato. Ora invece anche il capitale sta gradualmente liberando i suoi dipendenti dal salario nel lavoro a domicilio, prima che l'imminente spinta all'automazione dell'IA li renda completamente obsoleti. In una classica negazione dialettica della negazione, lo stadio storico finale del capitale riflette quindi ancora una volta, a uno stadio di sviluppo superiore, quelli che furono i momenti della sua storia di ascesa.

Lavoratori digitali a giornata: il Chat-bot conquista il call center
Impiegati precari, che spesso lavorano da casa, pagati miseramente; l'automazione del settore dei call center potrebbe sembrare un processo progressivo, viste le terribili condizioni di lavoro, se le persone coinvolte, che possono solo vendere il loro lavoro sul mercato, non fossero minacciate nella loro esistenza. L'obsolescenza dei dipendenti dei call center non è più un sogno per il futuro, ma una realtà. Il fornitore svedese di servizi di pagamento Klarna ha potuto risparmiare circa 700 posti di lavoro dopo aver utilizzato un bot di intelligenza artificiale sviluppato da Open-AI per gestire le richieste di assistenza [*13]. Secondo la direzione dell'azienda, il sistema di intelligenza artificiale ha gestito compiti standard come cancellazioni o rimborsi con lo stesso successo dei suoi concorrenti umani. Secondo Klarna, la soddisfazione dei clienti rimane alta come con i fornitori di dialogo umano. I decisivi vantaggi del sistema sono evidenti: parla 35 lingue, viene utilizzato in 23 Paesi, non ha limiti di orario di lavoro, non ha richieste salariali né sindacali. Secondo le prime previsioni interne, i risparmi nel servizio ottenuti grazie all'uso dell'AI dovrebbero concretizzarsi in un maggiore profitto pari a 40 milioni di dollari. Il sistema Open-AI ha già gestito in modo accurato almeno due terzi di tutte le richieste di chat nel settore del servizio clienti, con un notevole risparmio di tempo per i consumatori. L'azienda si considera ora come una "rete di pagamento globale supportata dall'intelligenza artificiale", questa l'entusiastica conclusione dell'azienda nel febbraio 2024. Allo stesso tempo, sui mercati azionari sono crollate le quotazioni delle azioni dei gestori di call center come Tele-performance e Concentrix [*14]. A prima vista, si direbbe pertanto che a essere colpiti da questa ondata di razionalizzazione siano soprattutto quei lavori semplici che richiedono un basso livello di qualificazione tecnica. Cassieri e tassisti, ad esempio, risultano particolarmente a rischio. Al momento, tuttavia, le perdite legate all'IA nel settore dei servizi sembrano ancora attutite dalla necessità da parte dell'industria dell'IA di manodopera non qualificata, impiegata nella fase di riconoscimento dei modelli delle reti neurali artificiali conosciuta come "fase di apprendimento" (si veda "L'IA e l'industria culturale" [*15]). Centinaia di migliaia di lavoratori precari, soprattutto nella periferia del sistema mondiale capitalista, sono impegnati a contrassegnare i giganteschi insiemi di dati dei sistemi di IA con etichette (simili ai captchas quando si effettua il login) in cambio di salari miserabili, al fine di consentire il riconoscimento iniziale dei modelli. La rete neurale "impara" che cos'è una bicicletta solo quando innumerevoli immagini di biciclette vengono etichettate come biciclette - più sono, meglio è. Lo stesso vale per le parole, i video, la musica, ecc. Per inciso, questo non significa che l'intelligenza artificiale capisca cos'è una bicicletta; si tratta solo di una relazione esterna. Quello che sta avvenendo in questo riconoscimento di modelli gestito da operai digitali è un processo di interiorizzazione di tutte le immagini digitalizzabili della realtà esterna nelle reti neurali dei sistemi di intelligenza artificiale. Si tratta di una gigantesca scansione della mera superficie della realtà, senza essere in grado di tener conto del suo carattere processuale, della sua storia e delle sue contraddizioni. L'involucro sociale esterno, la falsa rappresentazione del tardo capitalismo, diventa l'essenza interna dei sistemi di IA, che sono incapaci di riflettere in maniera critica anche in caso di rapido sviluppo tecnologico, ad esempio attraverso i computer quantistici. Il punto chiave qui è che la digitalizzazione della superficie della vita, dell'universo e di tutto quanto prima o poi verrà completata, nella misura in cui ciò è possibile attraverso dei sistemi algoritmici che non conoscono causalità e lavorano solo con le correlazioni. Di conseguenza, la necessità di questo "lavoro di apprendimento" insensato, in cui i lavoratori dei clic distribuiscono etichette per le causalità e per le immagini della realtà, crollerà, nel mentre che l'IA sarà via via in grado di gestire sempre più molti compiti complessi. Questo perché, nell'era nascente della gestione brutale delle crisi (vedi "IA e gestione delle crisi" [*16]) è fondamentalmente incapace di riflettere criticamente.

L'automazione della classe media
L'opinionismo dei mass media è stato già parzialmente automatizzato. Il giornale BILD, il tabloid più influente della Germania, vuole contrastare la perdita di diffusione e di portata dovuta a Internet con una riorganizzazione, annunciata a metà del 2023, in cui il vecchio modello di business sarà aggiornato grazie all'IA [*17]. Un terzo delle 18 redazioni locali del tabloid verrà chiuso e un «numero a tre cifre» di dipendenti sarà licenziato, mentre i modelli linguistici di grandi dimensioni si occuperanno di molte attività quotidiane. Secondo la casa editrice Springer, si stanno sbarazzando di «prodotti, progetti e processi che non avranno mai più successo economico». L'IA generativa dovrebbe «contribuire a sostenere l'intero processo giornalistico», in modo che - letteralmente - la «creazione di giornalismo» possa diventare l'area di attività principale, mentre la produzione giornalistica diventa un sottoprodotto. In futuro, i modelli linguistici di grandi dimensioni saranno utilizzati soprattutto per le noiose ricerche che spesso ostacolano le "creazioni" giornalistiche di un redattore BILD esperto. A ciò si aggiungeranno la progettazione del layout, le attività sui social media e l'ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO). A dimostrazione di ciò, è stato scoperto uno scandalo che ha coinvolto la famosa rivista sportiva Sports Illustrated, che ha utilizzato segretamente testi generati dall'intelligenza artificiale creativa, cui sono stati associati anche autori fittizi - la IA ha generato persino i ritratti dei giornalisti sportivi fittizi [*18]. Anche il sito web di tecnologia C-net ha pubblicato segretamente contenuti generati dall'IA. Secondo uno studio della società di AI Open-AI, la professione di giornalista costituisce infatti uno dei tanti lavori ben retribuiti della classe media che rischiano di essere parzialmente automatizzati e svalutati [*19]. Oltre ai giornalisti, anche scrittori, matematici, interpreti e programmatori rischiano di diventare obsoleti. Una buona parte dei lavori della classe media sarà pertanto quanto meno svalutata. Lo stesso vale per gli avvocati, i grafici, i consulenti finanziari, gli analisti, i trader di borsa [*20] e la stessa industria dei media, dal cinema ai videogiochi [*21]. La memorizzazione sta diventando obsoleta. I consulenti finanziari e gli analisti di mercato operano con probabilità derivanti dall'elaborazione di dati di mercato empirici, che ora possono essere eseguiti in modo efficiente anche da sistemi di intelligenza artificiale. Il secondo pilastro dell'automazione dei lavori della classe media è rappresentato dalla modifica del materiale di dati che i grandi modelli linguistici hanno scansionato, come la creazione di nuove immagini, grafici, video, testi, libri, ecc. È probabile che molte mansioni dell'industria pubblicitaria verranno eliminate. In questo caso, la semplice e superficiale modifica del materiale esistente da parte dell'IA coincide con le tendenze ideologiche e con il modello di business dell'industria culturale tardo-capitalista, il quale prospera sulla costante ripetizione estetica della stessa cosa, il che rende questo tipo di generazione automatica di "contenuti" particolarmente seducente (si veda "L'IA e l'industria culturale" [*22]). I film, i libri di intrattenimento e i videogiochi sono destinati a essere ampiamente automatizzati. Una gran parte dei posti di lavoro nell'industria culturale è in pericolo, proprio perché produce contenuti ideologicamente standardizzati che riflettono solo la superficie della realtà sociale [*23]. In aggiunta, sembra che anche i posti di lavoro ben retribuiti nella pubblicità e nelle vendite, che richiedono un lavoro diretto con i clienti, nel medio termine siano destinati a scomparire (quindi non sono solo i call center a essere colpiti). Il settore assicurativo, ad esempio, sta spendendo miliardi per automatizzare l'amministrazione e gli ampi dipartimenti legali e per sviluppare chat-bot da utilizzare per razionalizzare le vendite assicurative e il servizio clienti [*24]. Nel frattempo, le foto dei sinistri vengono addirittura analizzate dall'IA in un'operazione di prova. Tuttavia, secondo lo Spiegel-Online, i chat-bot, che saranno sguinzagliati dai clienti come agenti assicurativi artificiali, sono ancora in "fase di test", poiché devono prima imparare il gergo del settore. I banditori del mercato del XXI secolo, gli influencer che imperversano su YouTube, Instagram, Tik-Tok e simili, che cercano di vendere al loro pubblico ogni genere di roba, senza peraltro etichettarla semplicemente come pubblicità, hanno già iniziato ad automatizzarsi. Nel frattempo, sono in arrivo modelli virtuali "iperrealistici" (Ars Technica) che stanno per irrompere in un mercato di "contenuti" da circa 21 miliardi di dollari sui social network [*25]. Nel dicembre 2023, il sito Ars Technica ha riferito di un modello di AI di successo che è stato in grado di accumulare un pubblico di 200.000 utenti di Internet, per vendere piazzamenti di prodotti al prezzo di circa 1.000 dollari per post. Questi bot non solo hanno il vantaggio di essere completamente controllabili; cosa che probabilmente rappresenta un vantaggio significativo quando si tratta delle buffonate [*26] di influencer famosi. Inoltre, le bocche a pagamento che dilagano sui social network hanno contribuito esse stesse alla propria obsolescenza, standardizzando sia le loro apparizioni che il loro aspetto, imposto dai requisiti dell'ottimizzazione dei motori di ricerca (SEO), e che dev'essere seguito se si vuole ottenere le cifre di accesso più alte possibili. L'influencer è già un prodotto pubblicitario sterile, ampiamente plasmato dagli algoritmi, che ora è maturo per l'automazione. I rapporti sulle possibilità dell'automazione nella classe media sono di solito accompagnati da pillole sedative: l'automazione non potrà mai sostituire completamente le professioni interessate – avvocati, giornalisti, programmatori, designer, creativi, ecc. I gruppi professionali interessati potranno concentrarsi maggiormente sulle attività creative, sul processo decisionale, mentre l'IA affronterà la routine quotidiana, i compiti schematici.  Naturalmente, queste obiezioni vanno prese sul serio e probabilmente prevedono in maniera corretta il prossimo futuro, nel quale continueranno a esistere giornalisti, avvocati, autori di libri, ecc. Tuttavia, la maggiore produttività che ne deriverà porterà a uno spostamento di manodopera dalle professioni in questione. La produzione capitalistica mediata dal mercato da parte di soggetti competitivi isolati porterà a una più forte concorrenza predatoria sul mercato del lavoro, cosicché anche in questo caso sopravvivrà solo un numero ridotto di fornitori di lavoro con una produttività più elevata. La concorrenza di mercato garantirà quindi che sopravvivano solo i salariati più produttivi, i liberi professionisti o i lavoratori autonomi con il rapporto prezzo-prestazioni più favorevole.

I fantasmi dell'IA: la lenta morte del programmatore
La rivoluzione dell'IA sta pertanto portando anche a una svalutazione delle competenze della merce forza lavoro, che improvvisamente può essere messa in vendita sul mercato del lavoro solo a una frazione del suo valore precedente - una tendenza costante del capitale in quanto contraddizione litigiosa, che ha già portato allo scoppio delle disperate rivolte dei tessitori della Slesia nel XIX secolo. La rivista statunitense New Yorker ha recentemente intervistato un programmatore che ha descritto, sulla base della propria esperienza, come questo processo di de-valorizzazione tecnologicamente indotto si stia verificando nel suo settore [*27]. All'inizio del XXI secolo, quando Internet ha vissuto la sua grande svolta, i web designer potevano ancora guadagnare bene creando pagine web - ma queste attività sono state ora ampiamente svalutate dal software corrispondente, che quasi tutti possono utilizzare. La situazione è simile a quella creata dai nuovi bot di programmazione AI, ormai diffusi nel settore. Oggi per risolvere problemi complessi in modo rapido ed efficiente è sufficiente un livello di conoscenza superficiale e rapidamente acquisito. L'autore del saggio, diventato programmatore durante il boom dell'IT, quando poteva fissare il proprio stipendio più o meno a piacimento, ha descritto i successi di un suo conoscente che utilizzava un bot AI per la programmazione. Il dilettante, che aveva una conoscenza sommaria dei linguaggi di programmazione, riusciva a risolvere anche problemi complessi nei suoi progetti per hobby più velocemente dello sviluppatore di software altamente pagato. Lo strumento di intelligenza artificiale GPT-4 non è solo in grado di risolvere piccoli problemi "difficili", ma possiede anche le "qualità di uno sviluppatore di software esperto", dal momento che è in grado di suggerire buone soluzioni e percorsi di sviluppo per i progetti a partire da una "grande fonte di conoscenza". Finora, nel settore il motto era quello secondo cui le qualifiche, l'apprendimento continuo, fossero la migliore protezione contro l'obsolescenza, ma oggi egli sconsiglierebbe ai propri figli di diventare sviluppatori di software. L'arte infinitamente complessa di programmare macchine in linguaggi di programmazione astratti, sta lasciando il posto al dialogo tecnico tra l'utente e lo strumento di programmazione dell'intelligenza artificiale, per mezzo del quale la stragrande maggioranza degli utenti di computer può imparare. Di fatto, lo sviluppo di software è un punto di riferimento importante nell'ambito degli sforzi di automazione della rivoluzione dell'IA, dato che, per così dire, la macchina autoprogrammante rappresenta il Santo Graal del "trans-umanismo". Questa ideologia high-tech, nata nella Silicon Valley, vede gli esseri umani come se fossero un mero fenomeno di transizione, che verrà ereditato da un'intelligenza artificiale in continuo auto-perfezionamento; la cosiddetta singolarità [*28]. Questa distopia potrà avere successo solo se il processo di programmazione dei bot dell'IA sarà portato a termine autonomamente, se l'IA sarà in grado di auto-scriversi.

L'IA e la barriera esterna del capitale
I talebani dell'high-tech e i guru dell'intelligenza artificiale che intendono trarre profitti miliardari dall'obsolescenza umana si trovano di fronte un'altra "barriera esterna": le risorse limitate del pianeta Terra che oggi si trova nel bel mezzo di una drammatica crisi climatica. L'industria dell'intelligenza artificiale sta consumando enormi quantità di energia e di acqua. Secondo alcuni studi condotti nel 2022, le tecnologie dell'informazione e della comunicazione sono responsabili di una percentuale compresa tra il 2,1 e il 3,9% di quello che è il totale delle emissioni di gas serra a livello globale; il che equivale all'incirca alle emissioni dovute al traffico aereo [*29]. A ciò si aggiunge la domanda di elettricità dei sistemi di IA, che si prevede esploderà fino ad arrivare a 134 TWA (Terawatt-ora) entro il 2027, pari all'incirca al consumo dell'Olanda. All'inizio del 2024, l'Agenzia internazionale per l'energia (AIE) ha pubblicato le sue stime sul consumo energetico dei settori legati alla cripto-valuta e all'IA, che insieme nel 2022 erano già responsabili di circa il 2% del consumo energetico globale, con una quota destinata a raddoppiare entro il 2026 [*30]. A ciò va aggiunto l'elevato consumo di acqua dovuto al funzionamento a caldo dei data center, che devono operare con sistemi di raffreddamento ad acqua. Si prevede che il consumo annuale di acqua delle reti neurali esploderà fino a raggiungere nel 2027 i 6,6 miliardi di metri cubi, pari al prelievo idrico di tutta la Danimarca. Durante una "conversazione" con il GPT-3, in cui si risponde a 10-50 domande, evapora circa mezzo litro d'acqua. Si pensi che due miliardi di persone in tutto il mondo non hanno accesso regolare all'acqua potabile e che 771 milioni di individui non sono in grado di soddisfare in maniera soddisfacente i propri bisogni primari [*31]. Si dice che Microsoft, per addestrare il GPT-3, con i suoi 175 miliardi di neuroni artificiali [*32]  -  un nuovo compito che viene svolto utilizzando quantità gigantesche di dati - faccia evaporare, durante il processo di raffreddamento, fino a 700.000 litri di acqua. Questo mentre il consumo di elettricità per una singola "sessione di addestramento" equivale al consumo annuale di 130 famiglie statunitensi [*33]. Si ritiene che a livello energetico la fase di apprendimento dei modelli linguistici di grandi dimensioni sia particolarmente dispendiosa, ma anche le operazioni quotidiane, come le query, sono caratterizzate da un elevato consumo di calcolo e di energia. Una semplice domanda a cui si risponde con un modello linguistico di grandi dimensioni consuma circa 30 volte più energia di una normale ricerca su Google. Il fatto che sia una pura follia sprecare gigantesche quantità di energia in reti neurali artificiali in una situazione di evidente crisi climatica non significa necessariamente che questo sforzo verrà in qualche modo fermato. Innanzitutto, le dinamiche feticistiche del capitale sono cieche nei confronti delle conseguenze ecologiche e sociali che derivano dalla loro coercizione allo sfruttamento. Il mondo rappresenta solo un palcoscenico provvisorio per trasformare il denaro in altro denaro. Per il trans-umanismo e ideologie simili, inoltre, si tratta infatti di una gara tra il decadimento ecologico delle basi della vita umana e la formazione di una "singolarità", che l'umanità - che non dipenderà più da inezie come un ambiente intatto - verrebbe a ereditare. La loro speranza è quella di arrivare alla singolarità prima che avvenga il collasso sociale ed ecologico. «Riuscirà a raggiungere il livello 2?», per dirla con le parole dell'accelerazionista Nick Land [*34]. In questo modo la razionalità capitalista si rivela essere una bieca idolatria, proprio nel culto dell'intelligenza artificiale, dove l'uomo e la natura devono essere massacrati sull'altare di un Capitale che procede ciecamente in quanto soggetto automatico, destinato a realizzarsi nella singolarità.

- Tomasz Konicz [***] - Pubblicato il 19 aprile 2024 -

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NOTE:

https://getyarn.io/yarn-clip/813709cb-ba6e-435c-a171-c5450ce60533

https://www.wallstreet-online.de/nachricht/17892567-konkurrenz-waechst-adobe-enttaeuscht-schwachem-ausblick-ki-gewinne

3 https://francosenia.blogspot.com/2018/03/una-disneyland-senza-i-bambini.html

https://www.technologyreview.com/2024/01/27/1087041/technological-unemployment-elon-musk-jobs-ai/

https://www.spiegel.de/karriere/kuenstliche-intelligenz-auf-dem-arbeitsmarkt-beschaeftigte-fuerchten-jobverlust-durch-ki-a-452166c9-26c9-4805-a0f2-07e894292080

https://www.bls.gov/news.release/pdf/empsit.pdf

https://www.verdi.de/themen/arbeit/++co++74debf86-472f-11ee-894c-001a4a160129

https://www.ft.com/content/77faa249-0f88-4700-95d2-ecd7e9e745f9

https://de.statista.com/statistik/daten/studie/275637/umfrage/anteil-der-wirtschaftsbereiche-an-der-gesamtbeschaeftigung-in-deutschland/

10  https://www.imf.org/en/Blogs/Articles/2023/09/13/global-debt-is-returning-to-its-rising-trend

11  https://www.businessinsider.com/jobs-at-risk-from-ai-replace-change-chatgpt-automation-study-2023-7?IR=T

12  https://de.wikipedia.org/wiki/Die_Angestellten

13  https://www.newsweek.com/klarna-artificial-intelligence-tool-takes-700-jobs-1874002

14  https://www.derstandard.de/story/3000000209642/bei-klarna-kann-ki-schon-hunderte-mitarbeiter-ersetzen

15  https://francosenia.blogspot.com/2024/03/con-le-mie-mani.html

16  https://francosenia.blogspot.com/2024/04/come-amministrare-la-crisi-con.html

17  https://www.forschung-und-wissen.de/nachrichten/technik/bild-zeitung-ersetzt-redakteure-durch-kuenstliche-intelligenz-13377679

18  https://www.golem.de/news/kuenstliche-intelligenz-sports-illustrated-nutzte-heimlich-ki-texte-von-fake-autoren-2311-179818.html

19  https://www.zdf.de/nachrichten/wirtschaft/kuenstliche-intelligenz-ki-arbeitsplaetze-chatgbt-100.html ; https://arxiv.org/pdf/2303.10130.pdf

20  https://www.businessinsider.com/chatgpt-jobs-at-risk-replacement-artificial-intelligence-ai-labor-trends-2023-02?IR=T#legal-industry-jobs-paralegals-legal-assistants-3

21  https://francosenia.blogspot.com/2024/03/con-le-mie-mani.html

22  https://francosenia.blogspot.com/2024/03/con-le-mie-mani.html

23 https://arstechnica.com/information-technology/2024/02/i-just-don't-see-how-we-survive-tyler-perry-issues-hollywood-warning-over-ai-video-tech/

24  https://www.spiegel.de/wirtschaft/ki-experiment-der-versicherungen-wenn-herr-kaiser-ploetzlich-ein-chatbot-ist-a-b50e7bf7-fc7e-4e65-a136-c8c3ab65caa5

25  https://arstechnica.com/ai/2023/12/ai-created-virtual-influencers-are-stealing-business-from-humans/

26  https://www.youtube.com/watch?v=KuTsTjFZf5M

27  https://www.newyorker.com/magazine/2023/11/20/a-coder-considers-the-waning-days-of-the-craft

28  https://francosenia.blogspot.com/2018/03/una-disneyland-senza-i-bambini.html

29  https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2666389921001884 ; https://www.nzz.ch/technologie/chat-gpt-vs-googeln-der-massive-stromverbrauch-der-ki-ist-ein-problem-ld.1774379

30  https://www.vox.com/climate/2024/3/28/24111721/ai-uses-a-lot-of-energy-experts-expect-it-to-double-in-just-a-few-years

31  https://www.fr.de/wirtschaft/ki-studie-strom-verbrauch-umwelt-klimawandel-energie-zr-92745772.html

32  https://mindsquare.de/karriere-news/chatgpt/

33  https://www.theverge.com/24066646/ai-electricity-energy-watts-generative-consumption

34  http://www.ccru.net/swarm1/1_melt.htm

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