domenica 8 maggio 2022

Nel sorriso biometrico di un riconoscimento facciale...

Il 1° dicembre 2018, su iatranshumanism.com, era già stato pubblicato un articolo, che è stato qui aggiornato, sul test del dispositivo chiamato iBorderCtrl. Ma sembra che nel frattempo sia stato cambiato il titolo: attualmente viene menzionato come iCROSS. Ho fatto rimuovere il mio articolo (e tutti gli altri) da iatranshumanism.com a causa dell'evoluzione cospirazionista e lepenista di tale sito durante la pandemia. Fa parte dell'analisi del capitalismo in crisi, e della critica dei suoi strumenti repressivi dover spiegare anche il crescente impadronirsi,  da parte dell'estrema destra e dei teorici della cospirazione, del tema della «dittatura tecnologica». Chiaramente, la sinistra ha ampiamente fallito nell'offrire una critica adeguata [*1]. (S.A.)

iBorderCtrl e FOLDOUT nell'anno di grazia 2022
- di Sandrine Aumercier -

L'evoluzione della cosiddetta Fortezza Europa, nel corso degli ultimi due decenni, spiega chiaramente cosa sia quella logica di «inclusione escludente» (Robert Kurz) che trasforma gradualmente le isole di ricchezza (relativa) in delle fortezze inespugnabili per quei miliardi di esseri umani fuori dai centri capitalistici, in sovrannumero nel processo di decomposizione globale. Allorché il direttore di Frontex si sta dimettendo a causa delle accuse di respingimenti illegali alle frontiere, diventa fin troppo allettante incolparlo per un sistema di cui egli è solo il capobranco. Analogamente, la generosa accoglienza riservata ai rifugiati ucraini non deve farci dimenticare il destino disumano di migliaia di altri, soprattutto quelli al confine tra Bielorussia e Polonia. La condanna formale, da parte dell'Unione Europea, del respingimento di persone alle frontiere polacche, lettoni e lituane, non nasconde il fatto che quelle stesse pratiche hanno luogo ovunque alle frontiere dell'Europa. Ma l'UE ha creato un sistema politicamente e legalmente inattaccabile di respingimento dei rifugiati, che da un lato esternalizza il trattamento delle domande di asilo al di fuori del suo territorio [*2], mentre dall'altro sviluppa dispositivi di sorveglianza alle frontiere che rappresentano la quintessenza dell'alta tecnologia, della società totalitaria e della paranoia della sicurezza. Cominciamo col ricordare quali sono le informazioni disponibili riguardo il dispositivo iBorderCtrl. A partire dal 2016, la Commissione Europea ha messo a punto una tecnologia definita di «controllo intelligente» che è stata testata per nove mesi, da gennaio ad agosto 2019, su tre frontiere dell'UE (Grecia, Ungheria, Lettonia) su base volontaria. Questo dispositivo è stato finanziato dal programma europeo di ricerca e innovazione Horizon 2020 (il quale è stato poi sostituito dal programma Horizon Europe) per un importo di 4,5 milioni di euro. Dal momento che nessuna legge nazionale o europea permetteva un simile dispositivo, i volontari hanno dovuto firmare un modulo di consenso informato. Il progetto, «consapevole delle conseguenze etiche e legali», si vantava all'epoca di lavorare «a stretto contatto con un consulente specializzato in Etica» [*3]. Come spiegava all'epoca il sito web dedicato della Commissione europea, la procedura consiste di due fasi. Il viaggiatore - debitamente informato dei suoi diritti e scoraggiato dall'intraprendere delle attività illegali - doveva prima compilare un modulo online e fare l'upload dei propri documenti ufficiali (passaporto, visto, disponibilità in denaro) prima di rispondere davanti a una webcam a delle domande personalizzate. Le sue risposte sarebbero state poi analizzate da un sistema tipo «macchina della verità» che, utilizzando 38 micromovimenti non rilevabili da un essere umano, avrebbe controllato se corrispondevano alle sue espressioni facciali. In base a questi risultati, il viaggiatore verrebbe quindi indirizzato, o verso una coda a «basso rischio», oppure a una coda ad «alto rischio» [*4]. Le critiche relative a iBorderCtrl si sono lamentate soprattutto del suo tasso di errore (il sistema riconoscerebbe solo il 76% dei bugiardi) ed erano incentrate sul rischio del diffondersi di tecnologie di riconoscimento facciale a sfondo razziale [*5]. Argomentazioni del genere, sembravano implicare che una macchina della verità non razzista, affidabile al 100% e garantita, sarebbe invece legittima. D'altra parte, queste obiezioni erano già in via di risoluzione, dal momento che il progetto sosteneva che sarebbe stato ulteriormente migliorato per raggiungere una maggiore affidabilità, e che non sarebbe stato destinato al processo decisionale, ma avrebbe costituito solo un «indicatore di rischio» e un «aiuto alla decisione».  Il rischio di che cosa? Il progetto mira, ci dicono, a semplificare e accelerare i processi di controllo delle frontiere, ridurre i costi, migliorare la sicurezza combinando diverse tecnologie, e ridurre l'immigrazione illegale e le attività criminali. Infatti, spiegava il sito, all'epoca senza la minima falsa modestia, che «la continua crescita dei flussi combinata con la crescente minaccia dell'immigrazione clandestina stanno ora esercitando una considerevole pressione sui punti di controllo alla frontiera. Quelli più lenti comprometterebbero la soddisfazione dei viaggiatori, gli affari e il commercio». [*6] All'epoca, il sito sosteneva che si trattava di un sistema interdisciplinare unificato convergente verso un sistema globale il quale comprendeva: 1/ una macchina della verità automatica; 2/ un modulo biometrico che legge le impronte digitali e le vene delle dita; 3/ uno strumento di riconoscimento facciale; 4/ uno strumento di verifica dei documenti ufficiali; 5/ uno strumento di rilevamento delle persone camuffate; 6/ uno strumento di valutazione del rischio di aiuto alle decisioni della guardia di frontiera; 7/ uno strumento di analisi integrata di tutti i controlli di frontiera che analizzi tutti i dati raccolti e valuti l'intero sistema. Si può capire l'equivoco con cui si concludeva la presentazione del progetto all'epoca: «Come progetto di ricerca, iBorderCtrl mira a sviluppare nuove tecnologie e determinare se hanno la capacità di migliorare la qualità dei controlli alle frontiere sia per i viaggiatori che per le guardie di frontiera, ma non mira ad attuare nuove politiche.» [*7] Ciò voleva dire che le leggi per regolare questo sistema e che ancora non esistono, potrebbero allora essere rifiutate dai decisori e dai cittadini europei nonostante tutti questi notevoli investimenti? Se ne potrebbe dubitare. Oppure significava che, in realtà, la cosa era già stata realizzata e non restava altro da fare che darle una patina democratica per ottenerne la legalizzazione? Naturalmente il test doveva essere seguito da un rapporto di valutazione. Non sorprende che la pagina CORDIS della Commissione europea affermasse, in un documento pubblicato nel maggio 2020 e ancora disponibile per la consultazione che: «Il lavoro è stato portato a termine con successo e ha permesso di convalidare il concetto di base; la valutazione pilota e i test degli utenti per quanto riguarda i diversi moduli, e le loro prestazioni, hanno fornito dei risultati molto interessanti e promettenti.» [*8] Il rapporto afferma anche che lo sviluppo e la commercializzazione del dispositivo dipendono ora da diversi fattori: 1/ la valutazione e l'analisi delle implicazioni legali e legislative e la conformità; 2/ la proprietà del processo e il controllo sulla trasparenza dei loro dati da parte dei viaggiatori; 3/ l'integrazione nelle banche dati esistenti [*9]. Il progetto cerca così di rendersi legalmente e politicamente inattaccabile, enfatizzando il rispetto della legislazione, la trasparenza, l'accettabilità sociale, l'«etica», ecc.

Ma non è tutto. Di per sé, questo impressionante dispositivo era solo una parte di tutta una panoplia di strumenti di controllo destinati a essere dispiegati alle frontiere europee (e non c'è nulla che ci dica che questo non sia l'inizio di uno spiegamento molto più ampio). Uno di loro porta il dolce nome di FOLDOUT. Purtroppo, il sito web a lui dedicato non dice quasi nulla a riguardo [*10]. Nel 2017, la pagina CORDIS ha presentato, prima del suo sviluppo, quali erano le idee principali di questo progetto di rilevamento del fogliame: «Mentre le attività si concentreranno esclusivamente sulle applicazioni civili, si può prevedere un coordinamento con le attività dell'Agenzia europea per la difesa (EDA), con la creazione di sinergie con dei progetti finanziati da programmi EDA. La complementarità di queste sinergie dovrà essere descritta in maniera esaustiva. La cooperazione in corso dovrà essere considerata». «Il crescente rischio di flussi irregolari e di immigrazione alle frontiere con, per esempio, la Turchia, l'Ucraina, la Bielorussia, la Russia o il Brasile rende il problema ancora più acuto di quanto lo fosse in passato». «L'accettazione etica e sociale dovrà essere affrontata in modo appropriato». [*11]
A un costo di 8 milioni di euro, l'obiettivo di FOLDOUT è quello di migliorare il controllo dei passaggi illegali di frontiera, questa volta in aree boschive. In un libro pubblicato nel 2021, i suoi progettisti scrivono: «Questa piattaforma deve soddisfare le esigenze dell'utente finale [le guardie di confine] integrando sistemi di sensori di terra, aria, spazio e in loco. Più precisamente, il progetto dell'architettura FOLDOUT si concentra sul rilevamento e il monitoraggio delle attività nelle zone a vegetazione fogliosa, nelle regioni interne ed esterne dell'UE. FOLDOUT costruirà un sistema che combina vari sensori e tecnologie e li fonde intelligentemente in una piattaforma di rilevamento intelligente, efficiente e robusta». [*12] Queste tecnologie combinate consistono in un'architettura integrata di satelliti, stratobus, droni e vari sensori di terra (rilevatori di movimento, sensori elettromagnetici, microfoni, ecc.), come illustrato in uno schema sul sito ufficiale. La descrizione dettagliata di ciascuna di queste tecnologie può essere trovata nel libro citato. Gli algoritmi utilizzati saranno basati sull'apprendimento automatico. Questa tecnologia dovrebbe aiutare ad analizzare le informazioni dei sensori per «modelli inusuali». FOLDOUT dovrebbe anche essere in grado di operare in condizioni climatiche estreme [*13]. Resta da chiedersi come sia possibile che un programma così impressionante di tecnologie totalitarie (sostengono di non lasciare nulla senza controllo) possa svilupparsi fino a tal punto e in nome dei migliori principi, senza quasi nessuna attenzione pubblica. Non bisogna nemmeno ignorare che gli stessi argomenti che valgono per le frontiere europee si applicano anche alla lotta contro il terrorismo, per esempio sul territorio francese [*14]. Cosa succede se il concetto di «rischio» viene un po' esteso e ogni individuo viene considerato un potenziale portatore di rischio? L'ex ministro dell'Interno Gérard Collomb ha giustificato nel modo seguente la sua difesa delle telecamere intelligenti in città: «L'intelligenza artificiale dovrebbe permettere, per esempio, di individuare individui con comportamenti bizzarri in una folla». [*15]
Le battaglie condotte dall'avvocato e deputato Patrick Breyer, nella sua lotta per denunciare iBorderCtrl, illustrano la pochezza delle critiche a tali dispositivi, quando queste esistono. Breyer è un membro del Partito Pirata Europeo, che si batte (in modo politicamente trasversale) per più democrazia, trasparenza e condivisione dei dati, cioè per un «internet libero». Ha portato il caso alla Corte di giustizia dell'Unione europea il 15 marzo 2019, chiedendo la pubblicazione di dettagli sul progetto (abbiamo visto quanto sia parsimonioso il sito ufficiale dell'UE su questo punto, soprattutto da quando è stato oggetto di critiche). Nel febbraio 2021 si è tenuta un'udienza, durante la quale l'Agenzia esecutiva della ricerca europea (REA) ha rifiutato di rilasciare qualsiasi informazione che avrebbe danneggiato gli interessi commerciali delle aziende coinvolte nello sviluppo di questi dispositivi. «I documenti in questione, secondo quanto riferito, contengono dei dettagli confidenziali degli algoritmi usati ai fini del rilevamento delle menzogne». [*16] Patrick Breyer è riuscito a recuperare dal web parti di un documento che la Commissione europea voleva nascondere, nel quale erano previste attività di lobbying con diverse parti interessate per contribuire a ottenere la base giuridica senza la quale il dispositivo iBorderCtrl non potrebbe essere distribuito [*17].
La sentenza della Corte di giustizia europea è stata pronunciata il 15 dicembre 2021. L'argomento principale dell'avvocato della difesa era che non si può pretendere un controllo democratico sulle attività di ricerca e sviluppo che non vengono attuate. Patrick Breyer ha sostenuto che «i sistemi di riconoscimento dei comportamenti apparenti stanno progressivamente creando sempre più una società uniforme di persone passive che semplicemente non vogliono attirare l'attenzione. Una simile società di sorveglianza così spenta non vale la pena di essere vissuta. Sono convinto che questa pseudo scienza della sicurezza non rileverà alcun terrorista. Per le persone stressate, nervose o stanche, un tale generatore di sospetti può facilmente diventare un incubo. In Germania, le macchine della verità non sono ammissibili come prova in tribunale, proprio perché non funzionano. Dobbiamo porre fine allo sviluppo, finanziato dall'UE, di tecnologie che permettono una sorveglianza e un controllo sempre più stretti dei cittadini rispettosi della legge!» [*18] La Commissione europea ha difeso il progetto sulla base di un rapporto di valutazione etica indipendente, che però si rifiuta di pubblicare. La Corte ha stabilito che la protezione degli interessi commerciali esclude l'accesso pubblico ai rapporti di valutazione emessi sulla tecnologia iBorderCtrl, ivi compresa la sua legalità, il rispetto dei valori etici, l'affidabilità (falsi positivi), il rischio di discriminazione, la protezione della privacy, ecc. [*19]. Patrick Breyer ha presentato un appello il 22 febbraio 2022. In questa lotta che sembra quella di un valoroso paladino della «trasparenza» e della «democrazia» contro gli interessi protetti del capitale, il vero tabù è costituito da un ordine mondiale con le sue frontiere sempre più strette, insieme al ruolo che in questa evoluzione assume e svolge la quarta rivoluzione industriale. Il sistema digitale sempre più asfissiante, il quale punta a voler tracciare ogni atto sospetto, completa quello che è il processo secolare di espansione del capitale, che ora, andando a sbattere contro i suoi stessi limiti, comincia a sgretolarsi. Su richiesta degli Stati e delle istituzioni pubbliche, bisogna passare sempre più finemente al setaccio il grano dell'individuo, che minaccia di rivendicare i propri diritti alle frontiere (quegli stessi diritti che vengono continuamente proclamati come inviolabili) se non addirittura di farsi giustizia da sé solo. L'aumento dei rischi non è una parola vuota, e i documenti citati menzionano più volte l'aumento dei flussi migratori, che vanno frenati il più efficacemente possibile - ma solo in una direzione, dal momento che «viaggi, affari e commercio» devono poter muoversi liberamente, così come è stato scritto nero su bianco. (I potenziali richiedenti asilo, invece, possono essere rimessi in mare in una barca di plastica, oppure lasciare a marcire in dei centri sigillati all'ingresso dell'Europa). L'ascesa dei partiti di estrema destra in Europa suggerisce che una buona parte dell'opinione pubblica europea è favorevole a questo tipo di chiusura delle frontiere, così come a un approccio al terrorismo che si basi sulla sicurezza. Questa parte della popolazione si sente al di sopra di ogni sospetto, e ritiene di essere legalmente nel giusto. E potrebbe perfino arrivare a trovarsi nella posizione paradossale di accettare tali tecnologie per dare la caccia ai migranti, ma di denunciare queste stesse tecnologie nel momento in cui ci si dovesse aspettare che starebbero colpendo le sue stesse, di «libertà». Ma queste tecnologie sono totalitarie proprio nella loro essenza; non sono state progettate per fermarsi a metà strada, sebbene vengono installate a tappe. E tantomeno la sinistra può più essere risparmiata da quelle che sono considerazioni protezionistiche o addirittura anti-migrazione, come testimoniano le posizioni di Sahra Wagenknecht, in Germania, o di Arnaud Montebourg, in Francia. La critica delle politiche di sicurezza presuppone quindi la critica della forma-soggetto borghese, che trascorre il proprio tempo a escludersi dai quei processi che condanna, credendo così di di poter individuare fuori da sé stesso dei colpevoli personificati de dei problemi a scomparti, anziché criticare piuttosto l'estendersi di un genere di relazione sociale che oggi include tutti, in positivo o in negativo, e quindi anche coloro che si credono ancora al sicuro.

Nella sua essenza, la società capitalista è «paranoica», a partire dal fatto che il produttore si trova separato dai suoi mezzi di produzione, che gli si contrappongono nella forma oggettivata di una gigantesca macchina di produzione planetaria, che sembra volerlo ridurre all'impotenza. Tuttavia, la sua partecipazione, per quanto sia minima, continua a essere richiesta, positivamente o negativamente; e sta qui la molla del passaggio del confine tra l'individuo atomizzato «che è niente» e i processi oggettivi «che sono tutto». Però, questo «niente» e questo «tutto» non procedono insieme di pari passo. Lo scatenamento dell'«integrazione escludente» globale delle forze produttive, produce congiuntamente una società di massa e un individuo che si fronteggiano e si contrappongono come se, a inglobarli e collegarli, non avessero altro legame che il sistema tecnologico (coestensivo del modo di produzione capitalista). L'automazione e la digitalizzazione integrale non sono altro che il completamento del processo di separazione del produttore dai suoi mezzi di produzione, e la cristallizzazione finale di questa falsa contrapposizione; entrambe le cose vanno perciò criticate dal punto di vista del loro nucleo categorico, e non dal punto di vista delle emozioni paranoiche che esse ispirano, e che rischiano per l'appunto di far perdere di vista quale sia il legame interno che ogni soggetto intrattiene con il modo di produzione tecno-industriale; che è assai più di una mediazione tecnica. Ciononostante, è quasi naturale che i dispositivi digitali in corso di implementazione in tutto il mondo provochino simili reazioni, dal momento che, come abbiamo visto, sono esse stesse solo le emanazioni profondamente paranoiche di una forma sociale, che considera ogni individuo come se fosse una sorta di scatola nera, dalla quale può scaturire in qualsiasi momento un rischio incontrollabile per tutto il sistema. I fenomeni di Amok, e degli attentati suicidi sono una risposta perfetta a questa tensione, dacché fanno emergere l'imprevedibile nel cuore stesso dell'iper-sorveglianza. È per questo che il transumanista Nick Bostrom propone assai seriamente di mettere l'intera popolazione mondiale sotto sorveglianza totale, al fine di scongiurare quello che lui vede come un rischio sempre più crescente, che consiste nell'appropriazione, da parte di un individuo folle o malintenzionato, di tecnologie sempre più pericolose [*20]. È da sottolineare che se secondo questa proposta mentre devono essere gli individui a essere monitorati, non sono però queste tecnologie mortali a dover essere fermate, interamente e incondizionatamente. Tutto ciò  mostra quale sia lo stato delle nostre amate «libertà».
La proposta di Nick Bostrom riassume pertanto la ragione immanente di un sistema si gioca tutto, pur di cercare di sopravvivere monitorando tutto ciò che gli ricorda l'esistenza delle periferie, e tutta la violenza reale o presunta che minaccia di esplodere nel suo senso in qualsiasi momento. Le tecnologie repressive manifestano quella che costituisce la crescente tendenza ad allontanare tutti i rischi che vengono prodotti da questa civiltà, e vuole farlo controllando quegli individui che potrebbero effettivamente rivendicare i propri diritti, o strappare il velo della legge solamente a partire dal semplice fatto di esistere. Dopo secoli di espansione che hanno visto il mondo nella sua totalità passare sotto il controllo degli imperi coloniali per fornirgli la maggior parte della sua prosperità, ora l'Europa impedisce ovunque, ai diseredati, l'accesso alla sua vetusta e obsoleta fortezza. La denuncia, da parte di Patrick Breyer, di una pseudoscienza che non darebbe i risultati sperati e di un'ingiusta sorveglianza nei confronti dei «cittadini rispettosi della legge» presuppone ancora una volta quello che appare come un'accettazione fondamentale dell'esistenza di tali confini. La difesa delle nostre «libertà» non vuole sapere di che sostanza sono fatte. La critica del totalitarismo tecnologico, sia quella di destra così come quella di sinistra, non sa fare altro che assumere come bersaglio l'uno o l'altro degli ultimi progressi tecnologici, senza però collocarlo nella logica implacabile che ci ha portato fino a questo punto. L'incessante perfezionamento illimitato degli strumenti di misurazione e controllo, così come quello dei mezzi di produzione, si trovava iscritto nei geni della modernità fin dall'inizio; esso era adeguato alle astrazioni che muovono da sempre il capitale, e quindi non può che accompagnarlo nella sua fuga in avanti. Ma la frontiera è anche il luogo per eccellenza del suo paradosso costitutivo - tra l'espansione illimitata del mercato e la nascita di Stati armati che difendono, in quanto persone giuridiche, i propri interessi sulla scena internazionale. L'«etica», proclamata a tutti i livelli, consiste nel rimpiazzare la brutalità ordinaria attraverso la gelida gestione, impersonale e automatizzata, delle persone in movimento. No, la procedura di iBorderCtrl non è più «rispettosa dei diritti fondamentali», né più «etica» del filo spinato, dei muri, dei centri di detenzione, dei pushback, degli interrogatori umilianti o della cooperazione europea con le milizie locali. Ora, possiamo vedere a che cosa assomiglia il capitalismo, allorché completa il suo progetto, il quale non è altro che quello di perseguire meccanicamente il proprio astratto scopo, che consiste nell'abbandonare via via tutti quanti, scaricandoli in mezzo alla strada. Ben presto, agli anticapitalisti - se non smantellano gli ingranaggi di questa logica a partire dalla quale gli individui vengono presi ed esclusi dal suo processo in maniera radicale - rimarranno solo delle macchine su cui esercitare la loro vendetta. La critica dovrà anche ripartire dal corpo, e lo dovrà fare rifiutandosi in massa di servire questi dispositivi sempre più numerosi, e dovrà farlo non in nome dell'ennesima protesta umanista, ma proprio perché questi dispositivi sono l'espressione del modo in cui il capitale si chiude sui suoi soggetti, quasi come se fosse la trappola finale e definitiva nascosta nel sorriso biometrico del riconoscimento facciale. Quello che dobbiamo immaginare è uno scenario in cui ogni contestazione e fuga verrà resa impossibile dalla generalizzazione di tutti questi dispositivi - come già avviene in molte parti del mondo - e in cui, per esprimere il rifiuto, potrebbe rimanere solo la diserzione dei corpi.

- Sandrine Aumercier - Pubblicato su il 5 maggio 2022 su Grundrisse. Psychanalyse et capitalisme -

NOTE:

[*1] - È un peccato, per esempio, che i media che in questi giorni stanno riferendo circa la sperimentazione volontaria del sistema di credito sociale in Italia [ https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/04/01/il-comune-di-bologna-propone-il-credito-sociale-a-me-sembra-di-essere-finiti-in-cina/6544895/ ] siano dei media cospirativi o liberali (come Contrepoints in Francia o la Frankfurter Allgemeine Zeitung in Germania). Quindi la sinistra non ha niente da dire? In ogni caso, questo caso smentisce le affermazioni razziste, intrise di superiorità europea e «liberale», secondo le quali il sistema di credito sociale cinese si riferirebbe a una tradizione confuciana e/o a una particolarità della civiltà cinese «che non è probabile che accada a noi».

[*2] - Si veda per esempio Claire Rodier, "Externaliser la demande d'asile", in Plein droit, n°105, giugno 2015. Online: https://www.gisti.org/spip.php?article4990

[*3] - Questa citazione è tratta dal sito ufficiale accessibile nel 2018. Questo link non è più accessibile oggi.

[*4] Vedi https://ec.europa.eu/research-and-innovation/en/projects/success-stories/all/smart-lie-detection-system-tighten-eus-busy-borders

[*5] Harold Grand, "Sarà in grado di superare i controlli di frontiera? C'est une intelligence artificielle qui décide", Le Figaro, 07/11/2018. Online: https://www.lefigaro.fr/secteur/high-tech/2018/11/02/32001-20181102ARTFIG00196-pourrez-vous-passer-les-controles-aux-frontieres-a-l-aeroport-c-est-une-intelligence-artificielle-qui-decide.php

[*6] - Come già detto, questo sito non è più accessibile oggi. Questa citazione è stata presa dal sito accessibile all'epoca, che diceva in inglese: «La continua crescita del traffico, combinata con l'aumento della minaccia dell'immigrazione illegale, sta mettendo le agenzie di frontiera di oggi sotto una notevole pressione. I passaggi di frontiera lenti hanno un impatto sulla soddisfazione dei viaggiatori, sugli affari e sul commercio.»

[*7] - Il sito web, oggi inaccessibile, diceva: «iBorderCtrl come progetto di ricerca mira a elaborare nuove tecnologie e  sapere se hanno le capacità di migliorare la qualità dei controlli di frontiera sia per i viaggiatori che per le guardie di frontiera, non per attuare nuove politiche». Il rapporto attualmente disponibile dice più o meno la stessa cosa.

[*8] - Vedi https://cordis.europa.eu/project/id/700626/reporting/fr

[*9] - Ivi.

[*10] - Vedi https://foldout.eu/

[*11] - Vedi https://cordis.europa.eu/programme/id/H2020_SEC-16-BES-2017

[*12] - Vedi Christos Bolakis et al, 'FOLDOUT: A Through Foliage Surveillance System for Border Security', in Babak Akhgar, Dimitrios Kavallieros, Evangelos Sdongos, (eds), Technology Development for Security Practitioners, Springer, 2021, p. 263.

[*13] -  Vedi Matthias Monroy, "Grenze zur Türkei: EU-Kommission will Geflüchtete mit Laubdurchdringung aufspüren", Telepolis, 9 dicembre 2019. Online: https://www.heise.de/tp/features/Grenze-zur-Tuerkei-EU-Kommission-will-Gefluechtete-mit-Laubdurchdringung-aufspueren-4608218.html

[*14] - Rapporto informativo n. 788 (2015-2016) di François Bonhomme e Jean-Yves Leconte, a nome della Commissione giuridica, presentato il 13 luglio 2016. Online: http://www.senat.fr/rap/r15-788/r15-7885.html

[*15] - Flore Thomasset, "Le ministère fait le bilan d'un an de maintien de l'ordre", La croix, 08/06/2018. Online: https://www.la-croix.com/Journal/Le-ministere-fait-bilan-dun-maintien-lordre-2018-06-08-1100945363

[*16] - Alice Vitard, "Le juge européen exige des détails de Bruxelles sur son projet de "détecteur de mensonge" aux frontières", L'usine digitale, 9 febbraio 2021. Online: https://www.usine-digitale.fr/article/le-juge-europeen-exige-des-details-de-bruxelles-sur-son-projet-de-detecteur-de-mensonge-aux-frontieres.N1058774

[*17] - Vedere il documento restaurato sul sito web di Patrick Breyer: https://www.patrick-breyer.de/wp-content/uploads/2021/04/17-D7-3-Dissemination-and-communication-plan-partial-discl_restored.pdf

[*18] - Vedi https://www.patrick-breyer.de/en/press-briefing-transparency-complaint-against-secret-eu-surveillance-research-iborderctrl/

[*19] - Vedi https://curia.europa.eu/juris/document/document.jsf;jsessionid=008867723F4B838EC33D8E2AC1FB6F5A?text=&docid=251282&pageIndex=0&doclang=FR&mode=lst&dir=&occ=first&part=1&cid=2172618

[*20] - Nick Bostrom, "The Vulnerable World Hypothesis", in Global Policy, n. 10/4, novembre 2019. Online: https://nickbostrom.com/papers/vulnerable.pdf

fonte: Grundrisse. Psychanalyse et capitalisme

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