« Lo Stato, che insieme al denaro costituisce il secondo di quelli che sono i due ingranaggi della macchina dell'alienazione, mantiene esso stesso una doppia natura. Storicamente, nella sua forma originaria - assolutista o borghese-rivoluzionaria e dittatoriale - costituisce, da un lato, la culla del sistema di produzione delle merci, e dall'altro una dimensione immanente di tale culla. Istituzionalmente, da un lato serve a consolidare il quadro capitalistico, mentre dall'altro interviene in quanto istanza regolatrice nel processo di riproduzione del lavoro morto, allorché i settori "improduttivi" dell'infrastruttura (scienza, sanità, sistema socio-sanitario, istruzione, risanamento dei processi di distruzione socio-ecologica, ecc.) iniziano a tracimare rispetto alla struttura di auto-movimento del denaro; così lo Stato finisce per apparire come un Moloch, un "mangiatore di uomini", un mostro simile a un Leviatano che minaccia costantemente di violare la "vera" soggettività borghese, ma allo stesso tempo anche come un deus ex machina, una sorta di strumento di rappresentanza e risarcimento per tutti gli attriti e le sofferenze della socializzazione negativa. Questa contraddizione tra lo Stato e il mercato, che riproduce sé stessa come se fosse una contraddizione interna dello Stato, e nella quale viene rappresentata la contraddizione insolubile della modernità, determina questo movimento storico, a ondate, in cui dominano alternativamente statalismo e monetarismo, senza mai riuscire a trovare l'equilibrio di una riproduzione equilibrata: si passa dallo statalismo assolutista e rivoluzionario della prima modernità al liberalismo manchesteriano e allo "Stato guardia-notturna" del capitale industriale in ascesa; e poi, più tardi, dallo statalismo dell'economia di guerra dell'epoca imperiale allo Stato anti-crisi del keynesismo, e alla fine alla reazione monetarista e alla "deregolamentazione" globale, che ora a sua volta sembra diventare anch'essa obsoleta. Alla fine di questa storia, il sistema di produzione delle merci si sta estinguendo in maniera preoccupante. Statalismo e monetarismo si alternano sempre più rapidamente, come dimostreremo. Il socialismo del movimento operaio non poteva realizzare il programma di critica dell'economia politica stabilito da Marx, perché il suo tempo non era ancora arrivato (a tal proposito, lo stesso Marx si era sistematicamente illuso). Per contro, il socialismo reale si è riappropriato dei piani di Fichte, riguardo il suo tardo mercantilismo, e li ha "realizzati". Ragion per cui doveva, pertanto, necessariamente fissare la sua attenzione e i suoi interessi sullo Stato moderno, quella creatura e macchina del sistema di produzione delle merci che riteneva di poter strumentalizzare, attraverso un cambio di paradigma "classista", e a beneficio della "emancipazione della classe operaia". »
( Estratto da Robert Kurz, The Collapse of Modernisation, Crise & Critique, 2021, pp. 60-61.)
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