«...Comunque la si giri, non è possibile sfuggire a Marx, anche se per il momento il "ritorno a Marx" può fare riferimento solo alla categoriale critica radicale del feticismo dell'età moderna; una critica questa, che fino a oggi è stata repressa. E a questo Marx esoterico non si riuscirebbe ad arrivare nemmeno se, ad esempio, si dovesse alimentare il sospetto che egli nutriva nei confronti di un utopismo considerato nefasto. Proprio esattamente in contrapposizione con il Marx essoterico della modernizzazione, il quale invece accoglieva compiaciuto gli utopisti, collocandoli nel pantheon dei suoi precursori.
Nella storia della modernizzazione, l'Utopia può sempre essere letta come se fosse un appello all'ideale capitalista (ideologico), a fronte di quella che era invece la cattiva realtà capitalista.
L'utopia è la malattia infantile del capitalismo, non del comunismo. Questo è anche il motivo per cui il Marx esoterico è totalmente non-utopico e anti-utopico.
La questione per lui non è il paradiso in terra, né la costruzione di un uomo nuovo, quanto piuttosto il superamento della sfrontatezza capitalistica nei confronti degli esseri umani, e la fine delle catastrofi sociali prodotte dal capitalismo. Né più né meno.
E il fatto che ciò sia possibile solo superando tutta la Storia - nel suo insieme, fino al presente, in quanto storia di relazioni feticcio - non è dovuto all'arroganza della critica, ma all'arroganza del capitalismo stesso.
Anche dopo il capitalismo, ci saranno ancora malattie e morti, cuori infranti e persone idiote.
Ma non ci sarà più una povertà di massa paradossalmente creata dalla produzione di ricchezza astratta; non ci sarà più un sistema, resosi autonomo, di relazioni feticistiche e di forme sociali dogmatiche.
L'obiettivo è grande proprio perché esso è relativamente modesto rispetto all'esaltazione utopica, e non promette altro che la liberazione da sofferenze del tutto inutili»
( da: Robert Kurz, “Leggere Marx” )
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