mercoledì 4 maggio 2022

La letteratura di Marx !!

« In tutti e tre i libri del Capitale, vediamo che Marx continua a personificare il capitale e la proprietà terriera, trasformandoli in abitanti di un "mondo stregato, deformato e capovolto in cui si aggirano i fantasmi di Monsieur le Capital e Madame la Terre, come caratteri sociali e insieme direttamente come pure e semplici cose" [MEW XXV, 838 (Il capitale, III, p. 943]. È stato osservato, che Marx ha fatto del suo trattato economico una tragedia recitata da Monsignor Capitale e dal Lavoratore Collettivo, e che con quest’opera egli ha dato al mondo "uno dei libri più drammatici dei tempi moderni". [*] »

( da: Siegbert Salomon Prawer, "Karl Marx e la letteratura mondiale". Oxford University Press, 1976 )

[*] - R.C. Tucker, Philosophy and Myth in Karl Marx, ii ed., Cambridge 1972, pp. 204, 215, 221, 226. Cfr. P. Stadler, Karl Marx. Ideologie und Politik, ii ed., Göttingen 1971, p. 129.: Il carattere drammatico dell’opera di Marx in generale e del Capitale in particolare, è stato rilevato più volte. Alcuni studiosi l’hanno perfino definito un melodramma vittoriano (a p. 146 di The Tangled Book, S.E. Hyman suggerisce addirittura un titolo: «La preclusione dell’ipoteca sulla forza-lavoro»); altri, con maggior rispetto, hanno considerato Il Capitale come commedia e come tragedia: «Marx dà il suo meglio come polemista... quando egli denuncia la maschera delle devote astrazioni, e quando solleva questa maschera per mostrare la verità volgare e meschina che sta sotto... Il suo è uno dei metodi classici della commedia. E alla base di questo metodo, c’era sempre la sua consapevolezza della strana capacità delle idee di prendere il controllo degli affari umani. Le sue analisi storiche hanno di conseguenza una logica complessiva, implacabile, e un carattere tragico. Come Edipo, gli attori della ricostruzione storica di Marx sono presi nella morsa di un’ineluttabile necessità, che si impone indipendentemente da ciò che essi fanno. Eppure, ciò che li lega a questo destino è la loro tragica cecità, le loro idee fisse, che impediscono loro di vedere la realtà se non quando è troppo tardi. Nell’interpretazione materialista della storia di Marx, ci troviamo davanti alle questioni classiche del dramma greco: il rapporto dell’ignoranza con la mistificazione e il rapporto della conoscenza di sé con la libertà.» (C. Frankel, Theory and Practice in Marx’s Thought, in Marx and Contemporary Scientific Thought, p. 31).

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