La fine di un'era
- Un forte calo dello yen che comincia a preoccupare -
di Maurilio Lima Botelho
Il Giappone è stato il primo paese a sperimentare in maniera sistematica il «quantitative easing», ovvero l'«espansione monetaria», utilizzando la sua banca centrale al fine di comprare beni sul mercato, e quindi iniettare liquidità in un'economia, che circa a metà degli anni '80, e negli anni '90, aveva cominciato a ristagnare. Oggi, il PIL giapponese si trova allo stesso livello a cui era 18 anni fa: il che significa che il paese è diventato notevolmente più povero. Infatti, ciò può essere visto anche in termini meramente numerici, dal momento che rispetto al 2012 ha ridotto la sua ricchezza nazionale di circa Mille miliardi di dollari. Visto che l'unica salvezza è consistita nell'iniezione sistematica di denaro nel sistema finanziario, la Banca Centrale del Giappone (BOJ), ancora oggi persiste in questa politica di espansione monetaria, il cui abbandono è già stato annunciato sia dalla Banca Centrale Europea che dalla Banca Centrale degli Stati Uniti, ma che, al contrario, è già stato di nuovo avviato dalla Banca d'Inghilterra, la quale ha iniziato a ridurre i propri bilanci ormai pieni di obbligazioni inesigibili. Oltre a continuare a mantenere dei tassi d'interesse reali negativi, negli ultimi mesi si è verificata anche quella che sembra una svolta storica: il Giappone - una volta il più grande campione di esportazioni, davanti alla Cina - consecutivamente negli ultimi otto mesi di fila, ha continuato a registrare un deficit commerciale. Il saldo positivo del corrente bilancio del paese, ora dipende assai più dai guadagni netti realizzati dalle sue attività all'estero, piuttosto che dalle esportazioni. Ed è stato proprio perché a livello mondiale rimane il più grande creditore netto (tenendo conto sia dei titoli di Stato che del credito privato) - mantenendo inoltre una politica monetaria assai permissiva - che il Giappone, il quale fino a poco tempo fa si trovava in deflazione, ha visto i costi dei beni importati, soprattutto energia e cibo, cominciare a premere sull'accelerato dell'inflazione, fino al punto che, a marzo, questa è diventata la più alta degli ultimi 26 anni. Perfino durante questo lungo periodo di stagnazione, lo yen è sempre stato visto come un rifugio sicuro per gli investimenti finanziari, e questo proprio a causa della sua posizione di creditore globale netto. Tuttavia, negli ultimi mesi la caduta di questa moneta è stata accentuata proprio dalla sperequazione della politica monetaria giapponese (quantitative easing) rispetto al resto del mondo (stretta creditizia).
La guerra in Ucraina ha ampliato ulteriormente questo divario, provocando uno shock sui mercati e causando alti prezzi del carburante, proprio nel momento in cui lo yen aveva appena sperimentato quella che negli ultimi cinquant'anni è stata la sua più lunga corsa alla svalutazione. Nel frattempo, il governo sta intensificando i propri sforzi, e sta di nuovo comprando obbligazioni sul mercato, iniettando ancora più denaro. Di fatto, la BOJ, è dalla crisi asiatica del 1998 che non era attiva sul mercato dei cambi, vendendo dollari. Il risultato di tutto questo è stato che lo yen - rispetto alle principali valute del mondo, e corretto dall'inflazione - si trova a essere ora talmente sottovalutato che il suo peso sta raggiungendo quelli che erano i livelli dei primi anni '70, quando ancora regnava il sistema di Bretton Woods. Allo stesso tempo, anche la posizione del Giappone in quanto creditore netto si trova ora a essere minacciata, poiché la marea di Asset che le banche centrali dovrebbero scaricare sui mercati nei prossimi anni potrebbe portare all'insolvibilità di una gran parte dei titoli di credito posseduti dal Giappone. Tra tutti gli eventi economici che si stanno verificando oggi, la forte caduta dello yen è forse l'esempio più significativo della fine di un'epoca storica, se si considera che negli anni '80 la valuta giapponese, grazie alle esportazioni record e alla crescita economica accelerata, era stata propagandata come la valuta del futuro. Ora, sicuramente, tutto questo è oramai alle nostre spalle.
- Maurilio Lima Botelho - 8 maggio 2022 -
fonte: Critique de la valeur-dissociation. Repenser une théorie critique du capitalisme
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