«La comparsa della politica dell'identità e il declino della politica di classe, possono essere compresi facendo riferimento al cambiamento che c'é stato nella configurazione del capitalismo globale a partire dagli anni '70. Sotto molti aspetti, l'emergere su larga scale delle politiche dell'identità ha messo in evidenza i limiti delle politiche di classe, e questo per tutta una serie di domande poste e di rivendicazioni, di problematiche formulate, di immaginari espressi, i quali sembrano andare oltre i confini di quelli che sono op-posizionamenti politici incentrati sulle classi. Per di più, l'insistenza, da parte delle delle politiche identitarie, sulle singolarità qualitative degli individui, anziché sull'universalità astratta, così come la loro tacita opposizione alle diverse forme di regimi burocratici e razionalizzati che hanno caratterizzato la sintesi keynesiano-fordista del dopoguerra, può essere intesa anche come una critica implicita della politiche di classe. Tuttavia, allo stesso modo in cui la crisi strutturale del capitalismo globale ha rivelato i limiti del modello di scienze umane che pone l'accento sulla contingenza e sugli agenti, essa ha anche permesso che fossero evidenti le inadeguatezze che sono alla base stessa del modello basato sull'identità e sulle singolarità, il quale aveva segnato molti dei discorsi critici degli ultimi decenni. L'esplosione delle disuguaglianze economiche in questi ultimi decenni, soprattutto negli Stati Uniti - un paese dove i sindacati sono stati più indeboliti, e dove i discorsi critici vengono rapidamente distolti da quei problemi che riguardano le strutture sociali ed economiche - è stata ampiamente sottolineata, anche al di fuori dell'orizzonte dei più recenti studi critici accademici. Le considerazioni sulle riconfigurazioni del capitalismo suggeriscono pertanto che tali discorsi critici non riescono a rompere l'impasse dell'opposizione tra universalità astratta e particolarità concreta che caratterizza la modernità capitalista, e rimangono così intrappolati nei termini di questa stessa opposizione.»
- Moishe Postone "Thinking the Global Crisis" - Duke University - p.230
Estratti da "Pensare la crisi globale", di Moishe Postone (South Atlantic Quarterly, 2012)
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