« (...) Tanto lo storicismo quanto il materialismo storico tentano di formulare un "senso globale" della storia (storicismo), oppure di basare la prassi su una teleologia (del progresso) della storia (materialismo storico). In entrambe le varianti, il corso della storia viene assicurato e diviene ontologicamente certo. Ed è in tal senso che entrambe trascinano in sé l'eredità di un'ontologia teologica. Così, malgrado tutte le loro prese di posizione atee, non si sono per niente disfatte della "teologia". E forse è proprio per questo che la respingono con così tanta veemenza, come per principio - per così dire a priori - ossia, senza averla affrontata storicamente e nei termini del suo contenuto.
Comunque, in ogni caso, di fronte al materialismo storico criticato da Walter Benjamin, la teologia si rivela "piccola e brutta" e pertanto "non ha il coraggio di farsi vedere". Ora, quando Benjamin arriva a parlare di "ciò che viene chiamato 'materialismo storico'" - il quale vorrebbe assumere al suo servizio la teologia - egli sta mirando a cercare di criticare e rettificare quello che è un materialismo volgare e grossolano, un marxismo raggelato e intrappolato nell'ortodossia stalinista. Mentre invece in tal modo, tale ortodossia marxista ontologizzata potrebbe possibilmente venire interrotta grazie a una teologia la quale, essendo una "fragile forza messianica", in quanto teologia negativa (proprio perché anti-ontologica), arriva a confrontarsi con la storia essendo in grado di interromperne il suo presunto corso inflessibile, in modo da permettere così alla riflessione critica di soffermarsi al cospetto delle aporie storiche. (…) »
- Roswitha Scholz - 16/12/2020 - da "Ora dimmi, cosa ne pensi della religione? Un chiarimento", in Exit! -
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