Chissà se allora la cosa andò più o meno nello stesso modo, e soprattutto quanto tempo sarà passato prima che la frattura diventasse irreversibile e insanabile!??
Non so se oggi si possa fare davvero, ma la tentazione è forte assai. Non so se si possano equiparare, dopo averli soppesati ben bene, gli Interventisti nella prima guerra mondiale ai no-vax/no-greenpass della Pandemia di Covid-19 (o ai vari putiniani della guerra contro l'Ucraina; oppure ai negazionisti del cambiamento climatico). Magari, forse è azzardato, e bisognerebbe prima analizzare, cercare riferimenti storici e altre cose del genere per arrivare a dire che - e non solo in Italia - la cosiddetta estrema sinistra (insieme agli anarchici) si è lasciata in gran parte sedurre - rimanendone affascinata - da quell'idea di "libertà" che oggi viene propugnata da questa sorta di "nuova destra" e che, per l’appunto, riscuote un gran successo assai simile a quello che ebbe quell'Interventismo (democratico, mi pare lo chiamassero!) che allora ruppe gli argini in maniera assai simile a quel che – mutatis mutandis - avviene al giorno d'oggi. Allora accadde, quanto meno in Italia, che la sinistra nata dal "confronto" col fascismo – i comunisti di Gramsci e di Togliatti (entrambi interventisti!) - dovette prima farsi sedurre da un'idea di prassi che «all’esordio, era manifestazione di attivismo, più che meditata e concorde operazione culturale e politica: un gruppo di amici che vogliono fare e che hanno i mezzi per fare.» ( Giorgio Bocca - "Togliatti" - Feltrinelli, 2014).
Insomma, anche allora si trattò del soggetto che veniva rivalutato, e che era visto come il protagonista in quelle che erano, come dire, delle... attività: si trattò, a quel tempo dell'influsso di Sorel, ma anche di Croce, e volendo, persino di Gentile. Anche l'interpretazione della rivoluzione russa non era stata in negativo, non era stata vista come una rivoluzione che smentiva la profezia dell'inevitabilità delle crisi e del crollo del capitalismo nei paese maturi; ma rappresentò piuttosto una rivincita della volontà, del soggetto politico organizzato, capace di imporsi con un azione rapida, diretta allo scopo. Ma sto divagando...
Qui e oggi - nel 2020, per l'esattezza - è cominciato con gli Agamben e i Cacciari che, insieme ai Freccero, avevano ritenuto che bisognava salvare... la modernità - così come la produzione e la crescita - dal lockdown e dal green pass. Qualcuno è perfino arrivato addirittura a scrivere che «A un livello interpersonale, la funzione della mascherina equivale alla recinzione delle terre comuni nel XVII secolo» (cfr. Frère Dupont [‘I Am Not Chuang’] su lettersjournal.org ; online su the Anarchist Library). Ma subito dopo, si è dovuto registrare il fatto che - con la medesima verve, e da quella che era più o meno la stessa gente - a partire dal 24 febbraio del 2022, il salvataggio di questa nuova modernità si era allargato fino ad arrivare a investire il discorso relativo a un nuovo ordine mondiale, fino ad arrivare ad asserire che - nel quadro del salvataggio del «nostro stile di vita» - bisogna ergersi e lottare contro una NATO che oggi vorrebbe piombarci in una guerra nucleare. Si sono moltiplicate le voci che suggeriscono che - tutto sommato - forse sarebbero assai meglio (e più atti allo scopo dell'accensione del riscaldamento in inverno) la Cina e Putin i quali, nel dominio del mondo, possono sostituirsi all'Occidente made in USA, in modo da garantirci così tanto il Gas quanto l'Aria Condizionata; per non parlare della persistenza delle nostre belle automobili nelle altrettanto nostre belle città. E senza doversi preoccupare troppo di questo quantomeno dubbio riscaldamento climatico che, a detta loro, vorrebbe solo farci andare a piedi, impendendoci perfino di poter comodamente volare a scopi turistici da un capo all'altro del mondo. Per tutti loro - per Agamben e Puzzer, così come per Putin e Lula, ma anche per Trump e Meloni - a quanto pare il nemico da battere sembra essere diventato solo il vecchio Walter Benjamin, e il suo salvifico freno d'emergenza da tirare quanto prima.
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