lunedì 13 dicembre 2021

Nel mondo a venire…

È tutto uguale, solo un po' differente…

Per Vico, la metafora assicura che il pensiero e il linguaggio siano inseriti nella storia: la possibilità di trasformazione, nel riferimento del linguaggio al mondo, è una garanzia che il mondo si trasforma tanto quanto lo fa il linguaggio (è questo uno dei principali punti di disaccordo con Cartesio, il quale rifiutava il metaforico e lo storico, a favore di una presunta unità neutrale dell'ideale scientifico). La metafora, invece inscrive nell'esperienza un paradosso temporale permanente: la metafora si trova sempre a essere mobilitata nel presente della performance linguistica, e allo stesso tempo porta simultaneamente con sé delle vere e proprie energie arcaiche che riguardano l'origine del mondo, del pensiero e del linguaggio ( così come avviene nel motto attorno al quale Ben Lerner organizza il romanzo 10:04: «everything the same, just a little different» [in italiano, "Il mondo a venire", Sellerio]).

Allo stesso modo, i «Margini della filosofia», che vengono commentati da Derrida nel suo  testo "La mitologia bianca", si trovano essi stessi contenuti in quelle metafore che fabbricano degli enunciati filosofici e che contengono quelle figure che danno caratteristiche specifiche al pensiero. Le metafore coprono tutto l'enunciato filosofico, come se fossero delle istantanee dell'incontro del concetto con la creazione, e - secondo Derrida - in tal modo configurano un doppio registro: espandono vertiginosamente la trama dell'argomentazione, coprendo la sua arbitrarietà per mezzo di un gioco linguistico di naturalizzazione. Derrida scrive: «il senso a cui queste figure mirano, è un'essenza rigorosamente indipendente da ciò che le trasporta; cosa questa, che è già una tesi filosofica - si potrebbe dire l'unica tesi della filosofia - vale a dire, quella che costituisce il concetto di metafora, l'opposizione dello stesso e di ciò che non è lo stesso, dell'essenza e dell'accidente, dell'intuizione e del discorso, del pensiero e del linguaggio, dell'intelligibile e del sensibile, ecc.» (Jacques Derrida, "Margini della filosofia". 1972.)

fonte: Um túnel no fim da luz

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