« Un’affermazione falsa, un’affermazione vera e un’affermazione inventata non presentano, dal punto di vista formale, alcuna differenza. Quando Benveniste analizzò i tempi del verbo francese si servì senza esitazione di esempi tratti sia da romanzi sia da libri di storia. In un romanzo breve intitolato Ponzio Pilato, Roger Caillois esplorò con molta intelligenza le implicazioni di quest’analogia. È notte: la mattina dopo Gesù verrà processato. Pilato non ha ancora deciso quale sentenza pronuncerà. Per indurlo a scegliere la condanna, un personaggio predice una lunga serie di eventi che seguiranno la morte di Gesù: alcuni importanti, altri insignificanti – ma, come il lettore capisce, tutti veri. La mattina dopo Pilato decide di assolvere l’imputato. Gesù viene sconfessato dai discepoli; la storia del mondo prende un’altra strada. La contiguità tra finzione e storia fa pensare a quei quadri di Magritte in cui sono raffigurati, uno accanto all’altro, un paesaggio e il suo riflesso in uno specchio rotto. »
Carlo Ginzburg, da "Descrizione e citazione", in "Il filo e le tracce. Vero falso finto". Feltrinelli
- Immagine - René Magritte, « La clé des champs » -
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