sabato 30 gennaio 2021

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La manovra di Heinrich
- by Hicsalta -

Dura da mandar giù: recentemente, Michael Heinrich ha tenuto una conferenza sulla Teoria Monetaria del Valore di Karl Marx. Qui, ne riporto un estratto che ne ha fatto Esben Bøgh Sørensen in "The Ontology of Capitalism" dove presenta e sottolinea alcune di quelle che sono le critiche di Robert Kurz alla posizione di Michael Heinrich: « Una circolazione che comincia e finisce con il denaro, ha senso solo se il valore iniziale nella sua forma di denaro viene incrementato. Pertanto, solo nella forma - o movimento - di M-C-M' , e laddove M' include il plusvalore, il denaro - e quindi il valore - assume la sua forma adeguata; e questa forma corrisponde a ciò che Marx chiama capitale, il quale è essenzialmente valore che auto-valorizza sé stesso. La principale caratteristica del capitalismo è il capitale. »

Nella teoria monetaria del valore di Heinrich, il termine «sostanza» viene riferito esclusivamente alla specifica relazione sociale capitalistica tra produttori privati, e non viene inteso come se fosse qualcosa di comune a tutta la società. Tuttavia, il punto di vista secondo cui il lavoro astratto sia principalmente una categoria dello scambio non viene condiviso da tutte le diverse teorie della forma valore. La questione che riguarda il lavoro astratto e la produzione, è cruciale. Postone e Kurz ci offrono due versioni diverse di una concezione della «sostanza del valore» più orientate alla produzione. (...) Kurz evidenzia diversi problemi che egli ha con l'interpretazione di Heinrich. Per prima cosa, Heinrich separa produzione e circolazione. E in secondo luogo, ciò lo porta ad una separazione tra lavoro concreto e astratto da una parte, e dall'altra i loro prodotti. Questa separazione è causata da un'attenzione particolare per l'apparenza - o per la forma - senza che vi sia alcuna considerazione di quella che è la relazione con la sostanza, o con il contenuto. Di conseguenza, secondo Kurz, l'astrazione reale del lavoro astratto e del valore non può essere realizzata soltanto nello scambio, ma deve essere costituita necessariamente già nella produzione.
Kurz definisce il lavoro astratto come «die Verausgabung abstrakt menschlicher Energie überhaupt» [ "Dispendio di energia umana astratta, in generale" ]: il che è esattamente la definizione cui Heinrich obietta. Secondo Kurz, ciò che rimane dei prodotti del lavoro, una volta che il loro valore d'uso è stato reso astratto per mezzo dello scambio, è solamente la loro comunanza con i prodotti dell'energia umana astratta. In maniera particolare, tuttavia, questa comunanza è simultaneamente sia reale, che un'astrazione nel senso che  occorre che «diese Energie muss ja wirklich in der Produktion verbrannt worden sein» [ "tale energia deve davvero essere già stata bruciata nella produzione" ]. Il lato concreto ed astratto del lavoro, e i loro prodotti non sono due lati separati, quanto piuttosto « zwei Aspekte derselben Logik, die alle Sphären übergreift » [ "due aspetti della medesima logica che abbraccia tutte le sfere" ].

A partire da questo, di conseguenza, Kurz rifiuta ciò che egli considera come la separazione attuata da Heinrich, tra produzione  e mercato. Queste due «sfere» non sono altro che dei momenti del movimento del capitale. Il capitale, in quanto soggetto automatico è « übergreifende transzendentale Apriori des Gesamtsummanhangs » l'[ "a priori trascendentale generale della totalità" ] che interviene nella produzione a partire dal lavoro astratto (secondo la definizione di Kurz) e realizza sé stesso solo sul mercato, ovvero, in quella che Kurz chiama «Sfera della Realizzazione»: «Produktion und Markt oder Realisationssphäre des Kapitals sind beide gleichermassen blosse Funktionssphären oder Momente in der Metamorphose des Kapitals als seines apriorischen gesellschaftlichen Ganzen». [ " La produzione e il Mercato -  ovvero la Sfera di Realizzazione del Capitale - sono ambedue, ugualmente, mere sfere di funzione, vale a dire,  momenti nella metamorfosi del capitale, vista come il suo insieme sociale a priori. "]. In Kurz, il concetto di totalità è  decisivo. L'energia umana astratta che viene spesa nella produzione, è solo un momento del movimento totale del capitale e dev'essere realizzato sul mercato; o sfera della realizzazione: Quest'energia non pertiene alle singole merci, ma si aggrega alle loro spalle, e lo a spese dei soggetti individuali come «gesellschaftlichen Gesamtmasse des Werts», [ "massa sociale totale di valore" ].

* - Riferimento: Kurz, Robert (2012): “Geld ohne Wert. Grundrisse zu einer Transformation der Kritik der politischen Ökonomie” - Horlemann Verlag, Berlin -

- Hicsalta - Pubblicato su Principia Dialectica il 15/11/2020 -

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