Ogni epoca celebra gli eroi che le si addicono
- di Gianfranco Sanguinetti -
La falsa coscienza degli italiani. La soffocante retorica celebrativa, il lutto nazionale, i funerali di Stato, gli opposti e adiposi giudizi morali, la partecipazione emotiva, vera o falsa, al compianto generale, così come i conati di becero squadrismo contro chi apertamente non ha condiviso il cordoglio istituzionale imposto per la scomparsa di Berlusconi, sono una fantasmagoria costernante degna di rituali di popoli neo-primitivi - quelli allevati dalla zootecnia televisiva.
La falsa coscienza e l'indigenza di un intero paese si è esibita impudicamente in deliquio, sproloquiando per la perdita di un uomo che ha fatto impunemente ed esattamente il contrario di ciò che gli italiani hanno fatto in questi anni: cioè il proprio interesse. E l'ammirazione supera ogni limite a causa della sua impunità, perché, come ricorda Leopardi, "In tutta l'Europa (massimamente in Italia, dove tutti gli assurdi e gl'inconvenienti sociali sono maggiori che altrove) non reca infamia l'essere o l'essere stato vizioso, né l'aver commesso delitti [...] ma bensì l'essere o l'essere stato punito di qualsivoglia vizio o misfatto..." (Zibaldone, 4044-45).
La falsa coscienza degli italiani, che hanno proiettato le proprie meschine pulsioni inconsce, reificandole nel personaggio di Berlusconi, mostra l'inopia e l'impotenza della coscienza infelice di tutto un popolo. Gli storici del futuro, quando esamineranno le desolanti cronache italiane dei nostri tempi, per sondarne la gravità dovranno leggersi l'opera miliare di Joseph Gabel: La falsa coscienza.
Sarebbe forse tempo di indire il lutto nazionale perpetuo per la morte di un intero popolo.
Gianfranco Sanguinetti – 20/6/2023 -
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