sabato 3 giugno 2023

Le ragazze del Clan …

I nomi di Madame Reclus
- di Chema Álvarez Rodríguez - 28/05/2023 -

Nel cimitero di Ixelles, a sud di Bruxelles, entrando e seguendo il muro a sinistra, all'altezza dell'Avenue 12, per terra c'è una piccola lapide con l'iscrizione dei fratelli Elie ed Elisée Reclus; il primo morto a Bruxelles l'11 febbraio 1904, all'età di 76 anni, e il secondo appena un anno dopo, nella notte tra il 3 e il 4 luglio 1905, a Torhout, vicino a Bruges, a 75 anni. Paul Reclus - nipote di Elisée e figlio di Elias, che ha assistito alla morte di entrambi - il 6 luglio 1905 scrive una lettera a Piotr Kropotkine nella quale racconta all'anarchico russo gli ultimi giorni di Elisée Reclus. Nel farlo, si riferisce alle ultime volontà dello zio, che all'epoca si era già affermato nel mondo culturale come un grande geografo. In punto di morte, nel mentre che era ancora felice per aver appreso che, in Russia, i marinai della Kniaz Potemkim si erano appena ribellati, chiese che quando sarebbe arrivato il momento, nessuno avrebbe dovuto accompagnarlo al cimitero dove riposava il fratello, neppure i suoi stessi parenti, a eccezione del nipote Paul («Paul seul me conduira au cimetière»), il quale avrebbe eseguito «alla lettera e nello spirito» il suo ultimo desiderio, percorrendo in compagnia del feretro gli oltre cento chilometri che separano Tourhout da Ixelles, in quello che sarebbe stato l'ultimo viaggio dell'ex guardia della Comune nelle piatte pianure belghe; così tanto diverso da quelli che aveva compiuto durante tutto il resto della sua spettacolare vita, quando aveva attraversato montagne, fiumi, scalato ghiacciai e navigato quegli oceani di cui poi scrisse nei suoi libri. Lì, nella medesima fossa comune in cui lo attendeva il fratello - da cui non si era mai separato in vita e da cui non si sarebbe mai separato in morte - compagno di rivoluzione, bibliotecario della Biblioteca di Parigi durante la Comune, Elisée Reclus venne sepolto la mattina del 6 luglio, molto presto, senza alcun tipo di cerimonia, se non l'accompagnamento del nipote e quello di alcuni curiosi che, sicuramente, non dovevano sapere quale fosse l'importanza dell'uomo che veniva sepolto in quel momento. Poco tempo dopo, qualcuno avrebbe posto la piccola lapide con il nome dei due fratelli che oggi possiamo vedere: una semplice e umile lastra in mezzo alla maestosità e allo sfarzo del resto delle tombe e dei pantheon; una collezione di sculture e di architetture funerarie, che oggi fanno della Cimètiere d'Ixelles un museo a cielo aperto, uno dei gioielli del patrimonio della capitale belga.

Tuttavia, nell'iscrizione sulla lapide manca un terzo nome: dieci giorni dopo la morte di Elisée, anche la cognata Marthe Noémi Reclus, moglie di Elie e madre di Paul, sarebbe morta a Bruxelles all'età di 77 anni, e sarebbe stata sepolta il 14 luglio 1905 in quella stessa fossa comune, A tutt'oggi, non c'è nulla a indicare che i resti di questa donna - che non solo accompagnò e incoraggiò le preoccupazioni e le conquiste dei fratelli Reclus, ma svolse anche un ruolo di primo piano, insieme ad altri, agli inizi della lotta per i diritti delle donne e dell'umanità nella seconda metà dell'Ottocento - siano anch'essi sepolti nella stessa fossa comune. In una conferenza di Gabrielle Cadier-Rey - tenuta nel corso degli incontri su Elisée Reclus che si sono svolti a Orthez (Pyrénées-Atlantiques) tra il 9 e l'11 dicembre 2005 - e poi pubblicata con il titolo "Les Reclus au feminin" (Le Reclus al femminile, da cui è tratta la fotografia che accompagna l'inizio di questo articolo), l'autrice sottolinea l'oblio che la storia ha riservato alle sorelle dell'illustre Reclus, i cui nomi maschili invece sappiamo essere legati a diverse grandi conquiste ottenute nel progresso delle idee e della scienza: L'antropologo Elie (1827-1904), i geografi Elisée (1830-1905) e Onésime (1837-1916), il marinaio e ideatore del Canale di Panama Armand (1843-1927) e il chirurgo Paul (1847-1914), che introdusse la cocaina come anestetico in chirurgia. Erano tutti uomini rinomati del loro tempo, autori di numerosi libri riguardanti la loro specialità e - ad eccezione di Armand, che scelse una vita borghese - anarchici di spicco, attivi nei movimenti rivoluzionari dell'epoca, ovunque si trovassero. La conferenziera racconta anche i successi della madre, Zéline Marguerite Helène Trigant-Marquet (1805-1887), pedagogista di rilievo che aprì una scuola e un collegio per ragazze, e delle figlie e sorelle, Suzanne (1824-1844), Loïs (1832-1917), Marie (1834-1918), Louise (1839-1917), Noémi (1841-1915, da non confondere con Noémi Reclus, moglie di Elie), e Yohanna (1845-1937); tutte donne molto istruite e attive in tempi turbolenti, sospettate di aver scritto e di aver tradotto a più riprese, per gli editori dell'epoca, gli scritti dei fratelli, nascondendo i propri nomi dietro quelli dei primi, come ha rivelato una lettera scritta da Elisée alla cognata, Madame Noémi Reclus, da Parigi nel 1868, nella quale le comunica come una casa editrice stia pagando sia lui che il fratello 600 franchi per la traduzione di un resoconto dei loro viaggi, a condizione però che venisse firmato da Elie e non da una donna; perché i nomi femminili non vendono («Il n'a pas voulu d'une signatura de femme, parce que les noms féminins ne poussent pas assez à la vente», dalla Correspondance d'Elisée Reclus, Tome premier, Schleicher Freres, p. 278, BNF). 278, BNF). Nel suo studio relativo alle imprese delle sorelle, la Cardier-Rey non si sofferma sui nomi di quelle che sono state altre donne strettamente legate ai Reclus, tra le quali spiccano anche le compagne di Elie e di Elisée. La prima, Noémi Reclus, che riposa accanto ai fratelli nella stessa tomba a Ixelles, senza però che il suo nome compaia sulla lapide, si unì al cugino di primo grado, Elie Reclus, nel 1855, all'età di 27 anni. Noémi Reclus viene ricordata grazie alla sua lotta per il riconoscimento delle donne. Tra il 1868 e il 1869, insieme ad altre donne come Caroline de Barran, Louise Michel, André Léo e Maria Deraisme, fondò dapprima la Société de revendication des droits de la femme (Società per la rivendicazione dei diritti della donna), e poi la Société pour la melioration du sort de la femme et la revendication de ses droits (Società per la valorizzazione dei diritti della donna e la rivendicazione dei suoi diritti); un'organizzazione di carattere socialista, rivoluzionaria e chiaramente anticlericale (cfr.: "Le feminisme en France", in Les Conférences, Paris, Maison de la Bonne Presse, 1912, p. 105, BNF). Altri fondatrici erano state Mme Cotta, Marie David, Adéle Demars, Maxime Breuil, Nelly Lieytier; insieme a uomini come Gustave Francolin, Jules Malarmet, Augustin Vedure e Hyppolite Leval. Il suo obiettivo iniziale era quello di creare una "scuola elementare democratica" - per gli scolari dai sei ai dodici anni - che si ponesse completamente al di fuori del controllo e dell'influenza della Chiesa, dove il bambino potesse sviluppare la propria intelligenza, sulla base di un metodo che gli consentisse di studiare e plasmare quelle che sono le facoltà naturali dell'infanzia - anziché violarle per mezzo di idee preconcette - stimolandone la curiosità, l'osservazione e il ragionamento, attraverso l'uso della sperimentazione diretta, piuttosto che dell'astrazione (Christophe Brun, Federico Ferretti. "ELISEE RECLUS, UNE CHRONOLOGIE FAMILIALE" 1796-2014. Chronologie d'Elis'ee Reclus. 2014, http://hal.archives-ouvertes.fr/ ). Questo impegno pedagogico venne stroncato dalla guerra e dal successivo scoppio della Comune, durante la quale Noémi Reclus partecipò al lavoro organizzativo insieme ad André Leo e ad altre tre donne, assumendo la responsabilità della Commissione istituita per organizzare e supervisionare l'insegnamento nelle scuole femminili, così come viene espresso nell'eccellente saggio di Ana Muiña, André Léo, "Del socialismo utópico a la Comuna de París" (La Linterna Sorda, Madrid, 2021, p. 49). Va notato che la sorella di Noémi, Pauline Reclus, sposata con il garibaldino Jules Kergomard, fu a sua volta un'illustre pedagogista, ispettrice dell'istruzione, autrice di numerosi libri sull'educazione, promotrice di scuole per bambini e fondatrice di scuole libere. Per il suo lavoro nel campo dell'educazione, ricevette la Legion d'Onore francese. Dopo l'esilio conseguente al suo periodo da comunarda, Noémi Reclus si unì definitivamente a Elie ed Elisée e prese parte a molti dei circoli rivoluzionari e filosofici che i fratelli formarono e riunirono intorno a loro. Insieme a Elie, tradusse diverse opere per editori come Hachette; tra le quali la voluminosa opera in due volumi "Dans les Ténèbres de l'Afrique", dell'esploratore Henry Morton Stanley.

Pochi giorni dopo la sua morte, avvenuta il 14 luglio 1905, Jean Grave pubblicò sul giornale "Les Temps Nouveaux" (una pubblicazione che aveva preso il posto de "La Revolte", che aveva diretto con Elisée Reclus) un necrologio di Noémi Reclus, affermando che «era stata una donna di grande cuore e intelligenza, che ricorderemo sempre con amore e stima». Come già detto, è stata sepolta nella stessa tomba del marito e del cognato a Ixelles, ma il suo nome non viene riportato nell'iscrizione della lapide che indica il luogo.
Si ritiene che sia stato Noémi Reclus a mediare l'unione tra Elisée e Marguerite Clarisse Brian (1832-1869). Quest'ultima fu la prima compagna riconosciuta di Elisée Reclus, madre delle sue prime tre figlie (Magali, Jeannie e Anna). Clarisse era senegalese, di razza mista per gli standard dell'epoca, appartenente all'etnia Fulani e discendente di un mercante di schiavi calvinista britannico. Nel dicembre 1858, Elisée e Clarisse si unirono con una cerimonia civile; e questo dopo che Elisée aveva posto due condizioni imprescindibili, trasmesse da Noémi alla futura sposa come conditio sine qua non per l'unione: nessuna cerimonia religiosa e nessun battesimo dei figli, nel caso ne avessero avuti (Introduzione in "Reclus, Elisée, Lettres à Clarisse", Clasiques Garnier, Paris, 2018, pp. 11-16). Alcuni hanno visto un gesto politico nell'unione di Elisée Reclus con una donna meticcia, anche se lo spirito di quanto espresso nella sua corrispondenza, inviata alla moglie dalle più svariate destinazioni dei suoi viaggi e delle sue esplorazioni geografiche, rivela un sincero amore tra i due coniugi. Clarisse Reclus ha sempre avuto difficoltà a sopportare il clima francese, così diverso da quello del Senegal. Alla fine morì dando alla luce la terza figlia, Anna, la quale non sopravvisse. Fu la madre di Magali e Jeannie, la cui libera unione con i rispettivi compagni, celebrata all'Hotel des Ambassadeurs di Parigi il 14 ottobre 1882, senza alcuna cerimonia civile o religiosa, alla presenza solo di una decina di parenti, fu uno scandalo per la società parigina dell'epoca. In quell'occasione, Elisée ed Elie tennero un discorso che la famiglia pubblicò poco dopo sotto forma di opuscolo, nel quale si esponevano le basi di questo tipo di unione libera, con dei bellissimi passaggi su come dovrebbe essere e cosa comporta un'unione libera tra due persone che si amano.

Dopo la morte di Clarisse Brian, Elisée Reclus trascorre i suoi giorni con Fanny L'Herminez. L'aveva conosciuta molto tempo prima, nel 1852, quando, a causa del suo esilio in seguito al colpo di Stato di Luigi Bonaparte in Francia, dovette vivere a Londra nella pensione di Edouard L'Herminez e Gudule Eulalie Renard, entrambi "propagandisti socialisti". Questa coppia aveva quattro figlie, la maggiore delle quali era Rosalie Fanny L'Herminez, che chiamavano Fanny. Nell'estate del 1869, dopo la morte di Clarisse avvenuta nel febbraio precedente, Elisée tornò a Londra, invitato a due sessioni del Consiglio generale dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori, dove conobbe Fanny, ora insegnante. Appena un anno dopo, il 26 maggio 1870, Elisée e Fanny celebrano la loro libera unione a Vascoeuil (Alta Normandia), alla presenza di familiari e amici, tra i quali il giornalista anarchico Benoit Malon e la sua compagna Léodile Champseix, la rivoluzionaria femminista compagna di Noémi Reclus già citata, il cui pseudonimo sarà André Leo (cfr.: Brun e Ferretti, articolo citato). Dall'esperienza della sua prima unione con Clarisse, l'opinione e le idee di Elisée Reclus sul matrimonio si erano evolute, fino a convincerlo che il matrimonio «è un'associazione che dipende dalla sola volontà dei coniugi, e che può essere sciolta se entrambi lo ritengono necessario, sotto la loro unica responsabilità; mentre l'istituzione causa solo ostacoli o restrizioni a questa libertà, che attiene al più alto grado di libertà di coscienza» (Eliseo Reclus, "Correspondencia, de 1850 a 1995", Ediciones Imán, Buenos Aires, 1943, selezione di Luce Fabbri, traduzione dal francese di Horacio E. Roqué, p. 92). Fanny ed Elisée vissero i tempi turbolenti che stavano per arrivare, e che vennero innescati dalla guerra contro la Prussia. Si arruolò come aerostata nel battaglione dell'Osservatorio Aerostatico fondato dal fotografo Félix Nadar, sviluppando il sistema dei piccioni viaggiatori lanciati da palloni aerostatici, e che servivano anche per osservare le posizioni nemiche che accerchiavano Parigi. Durante l'assedio, Elisée era rimasto sempre una semplice guardia comunarda, imprigionata dall'esercito di Versailles, e riuscì a sfuggire all'esecuzione solo grazie all'influenza di personaggi molto importanti dell'epoca, come Charles Darwin. Durante la sua prigionia, ancora nel settembre 1871, la sua compagna Fanny visse con i figli di Reclus in una casa nella zona est di Parigi. L'editore, Pierre Jules Hetzel, la aiutò a sopravvivere pagandole 200 franchi al mese di anticipo per un'edizione della "Storia della montagna" (cfr.:Brun e Ferretti, articolo citato sopra). Una volta che Elisée era stato liberato, e dopo diversi viaggi, la coppia si trasferì con i figli a vivere a Lugano, come rifugiati politici, nel sud-est della Svizzera, a pochi chilometri da Locarno, dove vivevano Mikhail Bakunin e Carlo Cafiero, e dove Fanny partecipava attivamente alle riunioni del circolo amicale e anarchico della famiglia Reclus. Col tempo, Elisée divenne una delle principali curatrici e responsabili degli archivi di Bakunin. Fanny L'Herminez fu sorpresa dalla morte durante il suo primo parto. Nel febbraio 1874 morì di febbri puerperali. Anche il neonato non sopravvisse.

Le sorelle Reclus accorsero in aiuto di Elisée, temendo che potesse suicidarsi. Ammirando l'intelligenza della sua compagna Fanny, egli aveva insegnato alle bambine Reclus - Magali e Jeannie - a parlare perfettamente l'inglese, arrivando al punto da proporre all'editore Hetzel la traduzione di alcuni racconti dravidici scritti dalle ragazze di 14 e 11 anni; progetto che l'editore rifiutò (cfr.: Brun e Ferretti). Il giorno della sepoltura di Fanny, nel suo discorso funebre Elisée disse: «Per appena due anni, a Lugano aveva goduto di una calma deliziosa, dopo un periodo burrascoso. Per lei, il luogo dell'esilio era stato meno duro di quello della patria» (Eliseo Reclus, "Corrispondenza, 1850-1905", p. 129). Una delle compagne più rinomate di Elisée Reclus fu Caroline Ermance Gonini, che lo avrebbe raggiunto a Zurigo il 10 ottobre 1875, alla presenza della famiglia di Elie. Rinomata botanica e scienziata, aveva partecipato a precedenti viaggi di esplorazione con Elisée Reclus, tanto che quest'ultimo parlava di lei come del suo «bon compagnon». Si distingueva come esploratrice perché tendeva a rinunciare alle ingombranti sottovesti che, nel loro abbigliamento, le donne di solito indossavano. I due erano parenti per parte di madre di Elisée. Per una mezza dozzina di anni dopo la loro unione, Elisée vivrà circondata da sole donne: la sua compagna Ermance, la madre e figlia adottiva di lei e le sue due figlie naturali, Magali e Jeannie. Ermance ed Elisée faranno diversi viaggi insieme, tra cui uno in Sud America nel 1893. Nel 1895, Hachette pubblica "Vacances chez le grand-pere" di Ermance Reclus; un libro per bambini dal carattere dolce e naturista, con illustrazioni di piante e insetti che ricordano "La mia famiglia e altri animali" (1956) di Gerald Durrel. Ermance ed Elisée dovrebbero essersi separati tra il 1895 e il 1900, quando quest'ultimo comincia a frequentare Florence de Brouckère, la vedova di un ricco borghese liberale di Bruxelles, la cui famiglia darà nomi importanti alla politica belga. Brouckére viene comunemente chiamata con lo stesso nome dello storico hotel di Bruxelles, che si ritiene sia stato progettato da Elisée. Florence affianca Elisée nel suo progetto per l'Esposizione Universale di Parigi del 1900, di creare un enorme globo del diametro di 127 metri, che avrebbe dovuto rappresentare l'unione fraterna di tutte le nazioni del mondo, e che non verrà mai realizzato. Elisée, durante il suo esilio e la sua permanenza nella pensione dove aveva conosciuto Fanny L'Herminez, aveva visto un globo simile nel 1852, all'Esposizione Universale di Londra. Ora, secondo alcune biografie, e secondo la testimonianza del fratello Elie, sembrava che riconoscesse in Florence, di 20 anni più giovane, la sua seconda compagna, tanto che invece di chiamarla Florence la chiamerà sempre Fanny.

Ermance ed Elisée dovrebbero essersi separati tra il 1895 e il 1900, quando quest'ultima sposò Florence de Brouckère, vedova di un ricco borghese liberale di Bruxelles, la cui famiglia avrebbe fatto nomi importanti nella politica belga. Brouckére è riconosciuto con lo stesso nome dello storico hotel di Bruxelles, che si ritiene sia stato progettato da Elisée. Florence accompagnò Elisée nel suo progetto di creare un enorme globo per l'Esposizione Universale di Parigi del 1900, del diametro di 127 metri, che avrebbe dovuto rappresentare l'unione fraterna di tutte le nazioni del mondo e che non fu mai realizzato. Elisée aveva visto un globo simile nel 1852, all'Esposizione Universale di Londra, durante il suo esilio e la sua permanenza nella pensione dove aveva conosciuto Fanny L'Herminez. Ora, come si legge in alcune biografie e nella testimonianza del fratello Elie, egli sembrava riconoscere in Florence, di 20 anni più giovane, la sua seconda compagna, tanto che invece di chiamarla Florence la chiamava sempre Fanny. Florence Brouckère finanziò una scuola gratuita e sovvenzionò diversi progetti di Reclus, soprattutto quelli che avevano a che fare con l'insegnamento. Tra le sue allieve di allora, c'erano due giovani donne di nome Alexandra: una era la figlia di Piotr Kropotkin e l'altra la famosa orientalista, anarchica, femminista e instancabile viaggiatrice Alexandra David-Neel, la prima donna a visitare la città di Lhasa, travestita da mendicante in compagnia di un monaco tibetano. Elisée Reclus scrisse la prefazione del suo libro anarchico "Pour la vie", pubblicato nel 1898.

Dopo la morte di Elisée, avvenuta nella casa di Tourhout e in presenza di Florence, il clan Reclus seppellì anche la memoria di Florence Brouckère sotto una pesante lastra di piombo (Jean-Didier Vincent," Élisée Reclus, Géographe, anarchiste, ecologiste", Éditions Robert Laffont, Parigi, 2010). Florence morì nella primavera del 1927, all'età di 85 anni. Nove anni prima, nell'aprile del 1918, era morta Ermance, all'età di 92 anni. Quest'ultima rivendicò di essere – e la cosa venne sempre riconosciuta da molte istituzioni e ambienti dell'epoca - come «la vedova di Elisée Reclus». Noémi, Clarisse, Fanny, Ermance, Florence... e anche Alexandra?..., tutte loro erano Madame Reclus: le grandi donne dimenticate che molte biografie del grande geografo e fratello anarchico hanno posto all'ombra del clan, attribuendo loro talvolta un ruolo secondario, di madri che si prendono cura dei figli e delle figlie, e che pazientano in loro assenza, come fa Penelope in assenza di Ulisse. Tuttavia, i loro nomi hanno scavato un proprio percorso nella storia. Erano donne intelligenti e determinate, che hanno certamente lasciato un segno nell'opera di Reclus. Le opere di Elisée, come "La geografia universale" e "L'uomo e la terra", con le loro migliaia di pagine e anni di lavoro, contengono sicuramente il contributo di queste donne che, a causa delle condizioni patriarcali dell'epoca, non potevano affermare pubblicamente il loro genio e la loro dedizione a un'utopia che - a quel tempo - si credeva fosse a portata di mano. Non sapremo mai quanto di loro c'è in quei meravigliosi libri. Non lontano da dove morì Elisée Reclus, a Bruges, giacciono le spoglie di un altro grande esiliato dalle idee del suo tempo: Luis Vives, morto in quella città nel 1540. Sua moglie Margarita Valdaura, molto più giovane di lui, gli sopravvisse fino al 1552. Dopo aver vissuto con lei a Londra ed essere stati precettori delle figlie di Enrico VIII, Luis e Margarita andarono in esilio a Bruges, dove, a causa delle condizioni di salute del valenciano, Margarita dovette occuparsi della stesura dei suoi testi sotto dettatura, aggiungendo le correzioni e assicurandosi che venissero resi noti. Non sappiamo quanto ci sia dell'uno o dell'altro nei testi che ci sono pervenuti fino ai nostri giorni, anche se conosciamo - attraverso le lettere che Margherita scrisse verso la fine della sua vita a Doña Mencía de Mendoza (duchessa di Calabria, marchesa di Zeñete, ecc.) - le difficoltà che la vedova di Vives attraversò, morendo povera e dimenticata da tutti. E così come accade per il clan Reclus, sentiamo come i nomi delle loro donne bussano con forza e insistenza alle porte della Storia.

Chiarimento su una fotografia
La fotografia di Fanny L'Herminez che appare in questo articolo - la seconda compagna di Elisée Reclus, con la quale egli visse i giorni della Comune e dell'esilio in Svizzera - proviene da una pagina francese sugli alberi genealogici ( www.geneanet.org ) da cui è stata presa anche la fotografia di Ermance Gonini, senza che però si sia potuto accertarne l'autenticità. Tuttavia, ci piace credere che l'immagine sia proprio quella della medesima Fanny L'Herminez, e  supponiamo che l'autore della fotografia sia Nadar, Gaspard Félix Tournachon (1820-1910), il grande fotografo francese legato alla Comune a cui dobbiamo tanti ritratti, caricature e disegni. Comunque sia, la fotografia potrebbe essere la stessa a cui si riferisce una lettera scritta da Elisée Reclus all'amico Nadar, subito dopo la morte di Fanny, dal suo esilio a Lugano. La lettera recita:

«A Nadar, Lugano, 24 giugno 1874: 
Carissimo amico:
Ho appena ricevuto la bella fotografia che mi ha inviato: non so dirle fino a che punto mi abbia emoziato la testimonianza della vostra amicizia.
Per me, che vivo con i morti più di quanto faccia con i vivi, quel ritratto è uno degli oggetti più preziosi, e lo devo a Voi.
Di solito, quando penso a Parigi, quella città che si è lasciata sconfiggere due volte, provo un senso di repulsione, ma se mai qualche volta dovessi tornarci, verrei a stringervi la mano per poter così avere almeno una gioia.
Siete Voi, insieme a tutti coloro che sono buoni e forti a costituire la nazione.
Vi chiedo di presentare i miei omaggi alla sua signora e al suo coraggioso Pablo.

Il suo amico, Eliseo Reclus.

P.S.: Soffocata dalle lacrime, la povera madre mi chiede di aggiungere ai miei, anche i suoi ringraziamenti.»

(In Eliseo Reclus, "Corrispondenza", p. 130. La foto in copertina è tratta da "La famiglia Reclus a Orthez nel 1881". Da "Les Reclus au feminin", di Gabrielle Cadier-Rey).

Chema Álvarez Rodríguez

- Questo articolo è stato originariamente pubblicato su "El Salto", edizione Extremadura, il 18 agosto 2022. -

FONTE: SER HISTÒRICO - Portal de Historia -

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