« A quanto pare, sembra che a partire dal 1918 la classe operaia abbia cominciato a essere sempre più identificata come un agente della propria oppressione - in particolare, a causa della sua fedeltà alla forma sindacale - e ha cominciato a essere vista come un fattore del sistema capitalistico. In uno strano modo, i comunisti dei consigli e l'ultra-sinistra confermavano ciò che Lenin aveva sostenuto a proposito del fatto che la classe operaia sia sempre in grado, da sé sola, di raggiungere una coscienza sindacale. Ma anziché seguire Lenin - ossia, promuovere l'istituzione di un organo centrale di partito composto da intellettuali borghesi - i comunisti dei consigli, inconsapevolmente, preferirono tornare alla prospettiva che era stata quella di Bakunin: una prospettiva che affermava che la classe operaia avrebbe raggiunto la coscienza rivoluzionaria solo attraverso l'azione. E questo, per i comunisti consiliari, significava passare - attraversando il tumulto dell'azione industriale su larga scala - alla costituzione dei Consigli Rivoluzionari. Così, questi gruppi di comunisti consiliari - gruppi di individui impegnati a cercare di intervenire nelle lotte industriali - erano, ironia della sorte, esattamente proprio ciò che Bakunin aveva previsto nel 1870, allorché scrisse la Lettera a (o il Ripudio di) Necaev: "L'unico scopo della società segreta [termine con cui Bakunin indicava un gruppo rivoluzionario; in Europa, nel 1870, un'organizzazione rivoluzionaria doveva essere necessariamente una società segreta] deve essere non quello di creare una forza artificiale al di fuori del popolo, ma di destare le forze popolari spontanee, di unirle e organizzarle; di conseguenza, l’unico esercito rivoluzionario possibile e reale non si trova fuori dal popolo, è il popolo stesso. È impossibile svegliare il popolo con mezzi artificiali, le rivoluzioni popolari sono provocate dalla forza stessa delle cose (...) Quali saranno lo scopo principale e il compito dell’organizzazione? Aiutare l’autodeterminazione del popolo sulla base di una assoluta uguaglianza, della libertà umana completa e multiforme, senza la minima ingerenza da parte di qualsiasi potere, anche provvisorio o di transizione (...) ".
Ma i comunisti consiliari (seguendo Marx) hanno sempre disprezzato gli anarchici, e pertanto non hanno mai guardato in maniera adeguata alla storia della Prima Internazionale (si veda: Rudolf Rocker, "Anarcho-syndicalism: Theory and Practice") e perciò non sono stati in grado di riconoscere il fatto che Bakunin li aveva preceduti di almeno 50 anni. E pertanto - forse a partire dalla Comune di Parigi –, per i comunisti consiliari e per l'ultrasinistra, i pilastri storici cui riferirsi divennero i Consigli Operai Rivoluzionari. Poi, subito dopo ci sono stati i primi giorni dei soviet (consigli) nella Rivoluzione russa, lo Shop-Stewards Movement nel Regno Unito e i Consigli dei lavoratori e dei soldati in tutta Europa, in particolare in Germania alla fine della prima guerra mondiale. Ovviamente, tutti questi fenomeni fallirono, ma l'«eredità», come scrisse Paul Mattick nel 1939: "aveva trovato la sua espressione organizzativa in vari gruppi antiparlamentari e antisindacali presenti in un certo numero di Paesi. Ai suoi inizi, e nonostante tutte le sue incoerenze, questo movimento si oppose rigorosamente a tutto il capitalismo, così come si oppose al movimento sindacale nel suo insieme, in quanto esso faceva parte del sistema".»
( Mickey Moosenhauer )
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