Tesi n°1: Lo sciopero è smobilitazione.
Il capitalismo è una mobilitazione infinita. Lo sciopero, interrompendo la produzione, il consumo delle materie prime e il lavoro degli uomini, pone - localmente, se è locale - un termine alla mobilitazione. (...) Lo sciopero, concepito (per esempio, dai sindacati) come "mobilitazione" è pertanto un controsenso. I sindacati chiamano alla mobilitazione dei salariati. Ma gli scioperanti "mobilitati" contro la legge X, o "mobilitati" per gli aumenti salariali Y, non fanno altro che aggiungere alla mobilitazione infinita anche quella che è la loro propria mobilitazione ; e così quella infinita, divora anche questa, nutrendosene. Al contrario, il vero senso mitico dello sciopero è quello di realizzare la smobilitazione. Semplicemente: lo sciopero ha inizio con l'arresto delle macchine e con l'arresto del lavoro. La sospensione del lavoro non è un mezzo che si impone dall'esterno, per poi permettere successivamente la "mobilitazione" dei lavoratori, che sarebbe così il vero fine; quasi la sospensione del lavoro non fosse altro che un mezzo per dare tempo alla mobilitazione, per fare l'Assemblea Generale, il volantinaggio, la manifestazione successiva, e così via. No. La sospensione del lavoro ha il suo fine in sé stesso: la smobilitazione. L'arresto del lavoro (smobilitazione) non è al servizio della manifestazione (mobilitazione). Lo sciopero mitico, in quanto smobilitazione infinita, è la contestazione della mobilitazione infinita.
Corollario alla Tesi n°1: Lo sciopero è una crisi del funzionalismo. «Quello che viene designato come "gli avvenimenti del Maggio" fu innanzitutto una crisi del funzionalismo: gli studenti smisero di funzionare in quanto studenti, i lavoratori in quanto lavoratori, e i contadini in quanto contadini» (Kristin Ross). Nella vera smobilitazione, gli scioperanti non funzionano più come scioperanti. Pertanto, non hanno perciò da "mobilitarsi".
- Istituto della Smobilitazione - Tesi sul concetto di sciopero -
già pubblicato sul blog, il 18/3/2014
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