« "Crack Wars: Literature, Addiction, Mania", il libro di Avital Ronell non riguarda il crack in sé, ma parla piuttosto di uno stato di alterazione che viene filtrato attraverso la lente di Emma Bovary; l'eroina decisamente poco eroica del famigerato romanzo di Flaubert, pubblicato nel 1856 e processato per oscenità nel 1857 con l'accusa di aver iniettato veleno nel corpo sociale. Nonostante l'unica vera droga del romanzo, sia l'arsenico nel suicidio di Emma - fornito dall'odioso, anticlericale e intraprendente Monsieur Homais, lo speziale del paese - Ronell tuttavia legge il romanzo come se invece si trattasse di una storia che parla fondamentalmente di "droghe pesanti", oltre che di angoscia suicida e di violenza interiorizzata. Posizionando Emma Bovary, e le sue dipendenze comportamentali, al centro di una sovrapposizione che coinvolge "la libertà, le droghe e la condizione di dipendenza", Ronell suggerisce implicitamente che "EB" - con la sua maternità tossica, i problemi alimentari, le sue ordinarie abitudini di lettura, gli sperperi, la falsa religiosità, il romanticismo borghese, l'adulterio istericizzato e le pulsioni di morte - sia una ricca fonte di informazioni a fini di un'indagine su tutte le pressanti questioni della libertà, della cura, del nutrimento, del desiderio e dell'angoscia che hanno impegnato alcune figure della filosofia, da Kant e Nietzsche a Heidegger. Condivido questo saggio gesto femminista, nel quale una femmina umana viene trattata, senza tanti complimenti, come un perno della condizione umana. Non è stato un gesto comune!»
- da: Maggie Nelson, "On freedom: four songs about care and repression" -
fonte: Um túnel no fim da luz
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