Non c'è più alcun dubbio che la crudeltà, l'astuzia, la bassa furbizia e l'alta logistica che vengono utilizzate ai fini dell'espropriazione del plusvalore stanno continuando, come sempre, e continueranno ancora. Ma il nemico appare sempre meno come se fosse una borghesia culturalmente circoscritta - del tipo di quella che viene descritta nei “Passages” di Benjamin - e assomiglia piuttosto a un capitalismo senza proletariato - e senza borghesia - o quantomeno senza un proletariato e senza una borghesia nel modo in cui noi li conosciamo storicamente; vale a dire, come due gruppi culturali, ideologici e con status distinti, che non solo incarnano, ma addirittura rappresentano "socialismo" e "capitalismo". Ed è proprio questa rappresentazione a essere oggi oramai irrimediabilmente obsoleta, anche se forse secondaria lo era già fin dall'inizio, e questo nonostante la sua forza mobilitante la quale continua a far sì che ancora oggi il sangue scorra più velocemente quando si ascolta la Marsigliese o l'Internazionale (curiosamente, entrambe venivano suonate nelle manifestazioni dell'Est europeo all'inizio del XX secolo).
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