domenica 27 novembre 2022

DOPPELTE ENTWERTUNG !!

La duplice svalorizzazione
- di Robert Kurz -

Qual è la causa più profonda delle crisi economiche? Di solito si dice che il valore prodotto non può più essere realizzato a causa della mancanza di potere d'acquisto. Ma perché c'è così poco potere d'acquisto? Perché, nella realtà, si produce troppo poco valore e per tanto quelli che sono i salari e i profitti normali cominciano a ridursi troppo. E perché si produce così poco valore? Perché la concorrenza sul mercato mondiale, con lo sviluppo tecnologico e con i programmi di riduzione dei costi dell'economia aziendale, ha finito per rendere superflua troppa forza lavoro. Ma a produrre nuovo valore, è proprio la forza lavoro, in quanto parte integrante del capitale. E così, in questa misura, il licenziamento della forza lavoro non costituisce solo un problema che affligge e riguarda le persone colpite, ma lo è anche per il sistema capitalistico.
Perciò, in questo modo, la crisi inizia con la svalorizzazione del lavoro. Ma ad essere prodotte con sempre meno forza lavoro, sono sempre più merci, in modo che così anche il valore di queste merci diminuisce. E dal momento che a causa della concorrenza il valore da distribuire è minore, si viene a verificare un eccesso di capacità produttiva. Ciò significa che, di conseguenza, anche le materie prime si svalutano. Sempre più aziende falliscono, o sono costrette a chiudere le fabbriche, il cui capitale reale (i mezzi di produzione) subisce anch'esso la svalorizzazione. Non essendoci dei nuovi prodotti in grado di mobilitare nuovamente le masse di forza lavoro, la crisi si aggrava sempre più in una spirale di svalorizzazione.

In pratica, oggi ci stiamo confrontando, in tutto il mondo, con un tale processo di svalorizzazione. Ma la crisi ha subito un processo di accumulazione: le bolle dell'indebitamento e dei finanziamenti sembravano essere in grado di continuare a produrre nuovo valore, all'infinito, anche senza fare uso di forza lavoro. Non appena il capitale monetario, in gran parte «senza occupazione», ha cominciato a deprezzarsi nel corso dei successivi collassi finanziari e con le crisi del debito, abbiamo visto che le banche centrali sono intervenute per tappare la falla. In tutto il mondo hanno iniettato nel sistema bancario del denaro creato dal nulla, e per periodi di tempo che sono diventati sempre più lunghi. La BCE ha allungato la durata dei prestiti, rima da un massimo di tre mesi fino a un anno, e poi a tre anni, e con questa proroga, in un trimestre ha distribuito alle banche più di mille miliardi di euro in due tranche. La maggior parte di questo denaro è servito a nascondere la svalorizzazione della massa dei crediti inesigibili, mantenendo in tal modo a galla i bilanci delle banche e delle grandi aziende in difficoltà, e facendo così salire i prezzi delle azioni. Ciò ha creato un enorme potenziale di inflazione, che per il futuro è rimasta integrata nella sovrastruttura finanziaria. Per contro, il livello di contenimento della svalutazione dei debiti e dei titoli, da solo, non è sufficiente a posticipare ulteriormente il deprezzamento della componente reale del capitale. Nell'Unione Europea, la disoccupazione ha raggiunto il livello più alto del dopoguerra. Le economie degli Stati indebitati stanno collassando, e minacciano di trascinare con sé l'economia globale. I fallimenti su larga scala, come quello della catena di farmacie Schlecker, annunciano una nuova impennata del deprezzamento del capitale reale. L'industria automobilistica francese si trova tutta quanta sul filo del rasoio, mentre in Germania, Opel ha già di nuovo il fiato corto.

Ma non appena l'inondazione di denaro proveniente dalle banche centrali, al di là del salvataggio dei bilanci, si trasformerà in domanda reale, a quel punto, il potenziale inflazionistico si risveglierà. E dato che la crisi si sta sviluppando da così tanto tempo, potrebbe anche verificarsi, per la prima volta nella storia del capitalismo, una svalutazione simultanea, sia dello strumento monetario in sé che di gran parte del capitale (merci, mezzi di produzione, forza lavoro). Questa duplice svalutazione significherebbe la condanna alla bancarotta e al fallimento storico del «modo di produzione basato sul valore» (Marx) nel suo complesso, visto che esso non potrebbe più servire da supporto per nessuna e per qualsiasi riproduzione sociale.

- Robert Kurz - Pubblicato in Neues Deutschland, il 05.03.2012 -

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