giovedì 3 novembre 2022

Le «altre canzoni» di «quello con gli occhiali» …

Per quasi un cinquantennio, Antonio Virgilio Savona (1919-2009) è stato soprattutto “quello con gli occhiali” del Quartetto Cetra. Tuttavia era un musicista e un intellettuale a tutto tondo, dal raggio d’azione assai più ampio della pur fondamentale attività col Quartetto Cetra, In gioventù fu, tra l’altro, anche un vivace critico musicale, ma per tutta la vita continuò a scrivere, seppur saltuariamente, per la stampa periodica. Questo volume vuole dunque ampliare la conoscenza dell’opera di Virgilio Savona e per questo riunisce la produzione dei suoi scritti finora in larga parte pressoché sconosciuta ma tale da gettare una luce originale tanto su di lui quanto sul contesto culturale e musicale in cui operò.

(dal risvolto di copertina di: "Oltre il Quartetto Cetra. Scritti critici e giornalistici 1939-1998", di Antonio Virgilio Savona. Nardini, pagg. 290, € 22)

Il giornalista «infiltrato» nel Quartetto Cetra
- di Gino Ruozzi -

Era «quello con gli occhiali»: Antonio Virgilio Savona (Palermo 1919 – Milano 2009), anima del Quartetto Cetra, il più celebre complesso vocale del nostro Novecento. Marito dell’innovativa voce femminile del quartetto, Lucia Mannucci. Una coppia tanto discreta quanto essenziale della musica italiana del secolo scorso. Loro e il Quartetto Cetra, nato nel 1941-1942; poi, dal 1947, nella formazione definitiva che lo rese famoso attraverso il teatro e soprattutto la televisione della nuova Italia repubblicana: Felice Chiusano, Giovanni “Tata” Giacobetti, Lucia Manucci, Virgilio Savona. Gli indimenticabili Cetra, come recita il titolo del libro che lo stesso Savona dedicò alla storia del quartetto nel 1992. «Sembravano un gruppo “leggero”» scriveva Renzo Arbore nella prefazione. «Ma sono convinto che quando, tra non molti anni, i critici musicali faranno ordine in tutta la musica del ventesimo secolo, scopriranno che con il jazz e con un certo rock la canzone popolare è stata la musica più creativa, perlomeno dagli anni Quaranta in poi; allora un posto assolutamente unico e di riguardo spetterà alle piccole grandi indimenticabili canzoni del Quartetto Cetra».

Di anni da allora ne sono passati trenta. E un passaggio significativo è adesso costituito dalla pubblicazione di questo bellissimo libro che raccoglie gli scritti giornalistici di Virgilio Savona, ottimamente curato e inquadrato da Paolo Somigli e dal figlio di Virgilio e Lucia, Carlo Savona. Per gli specialisti forse non è una sorpresa ma per la maggior parte dei lettori e degli ascoltatori di musica credo di sì: oltre a essere stato un notevole compositore e interprete, Virgilio Savona è stato anche un valente critico musicale, un attento e preciso testimone, un sensibile e impegnato giornalista di musica e di cultura, un amabile narratore. Qualità che si sono coniugate in una figura artistica e intellettuale che mantenendo i tratti della sobrietà artigianale ha scavato a fondo nella natura e nei mutamenti dell’Italia contemporanea.

Questo volume raccoglie gli articoli pubblicati sui giornali dal 1939 al 1998: offre un’ampia e persuasiva documentazione ed è un piacere leggerlo. Si imparano molte cose, a cominciare dalla musica negli anni del fascismo, sulla quale Savona dal 1939 intervenne da giovane e promettente critico del «Giornale dello Spettacolo», divenendo presto un riferimento delle nuove tendenze; con particolare attenzione all’apporto del jazz e dei suoi coinvolgenti «ritmi sincopati» («musicisti come Strawinsky, Casella, ed altri, non hanno disdegnato di attingere a piene mani al patrimonio musicale del jazz, avendo individuato in esso l’unica fonte di armonie dell’epoca contemporanea»). L’orecchio e le competenze di Savona spaziano agevolmente dall’Europa agli Stati Uniti, eleggendo in Strawinsky l’emblema del rinnovamento («dicendo Strawinsky s’intende dire il musicista più nuovo dell’epoca attuale, il più completo, il più deciso nelle sue innovazioni, e che in quel nome si trova tutto l’ardore di una nuova brillantissima scuola, e tutta l’enigmaticità di uno stile che, per il suo graduale periodo di formazione, più che presente può considerarsi futuro»). Negli anni della televisione, del boom economico e del successo del Quartetto Cetra, Savona lasciò alle spalle l’attività critica, che pure fu sempre ben presente nella propria coscienza musicale. Gli intrecci ironici e leggeri di musica e letteratura che distinsero i lavori con Marcello Marchesi, Dino Verde, Gorni Kramer e Antonello Falqui trovarono il sipario più noto e fortunato nella televisiva «Biblioteca di Studio Uno» (1964), quando in alcune memorabili parodie il Quartetto Cetra mise in scena Il conte di Montecristo, I tre moschettieri, l’Odissea e i Promessi sposi (vietati nel 1964 e andati in onda nel 1985). Accanto a questa veste scanzonata Savona coltivò e maturò un impegno non secondario nei confronti di una musica meno “leggera” e avviò due autorevoli collaborazioni con Gianni Rodari e Italo Calvino.

Lo chiamò il “secondo binario”, le “altre canzoni”. Rifiutò certi modi sbrigativi di liquidare le ragioni della contestazione sociale e giovanile. Aprì un’autonoma area di ricerca e di riflessione con la creazione dei «Dischi dello Zodiaco» (1969-1986). Diede vita a intense e proficue iniziative editoriali e discografiche con studiosi di antropologia musicale quali Roberto Leydi e Michele Straniero. Lo stupore e la malcelata irritazione che suscitò questo inatteso proseguimento della carriera musicale trovò ferma risposta nella sarcastica e splendida canzone Sono cose delicate (1972), un autentico capolavoro di satira musicale del secondo ‘900. I corrispettivi giornalistici di questa evoluzione si possono leggere in articoli illuminanti quali Berlino Est – Berlino Ovest. C'è il muro: guardiamo oltre (1970), Perché i canti dell'emigrazione (1975), La scomparsa di Jacques Brel (1978), Scrivere per i bambini. I confini fra evasione ed educazione (1984). Testi di prosa nitida e diretta, misurata e lucida nelle analisi e nelle prospettive. Ciò e molto altro offre questo libro sostanzioso che permette di rileggere un pezzo importante della storia musicale e culturale del secolo scorso. Grazie anche alla descrizione del ricco Archivio Savona-Mannucci / Quartetto Cetra organizzato e ora reso disponibile dal figlio Carlo.

- Gino Ruozzi - Pubblicato su La Domenica del 4/9/2022 -

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