«Ma ciò non significa che il pensiero di Foucault e il materiale da lui raccolto debbano essere buttati via in blocco; anzi, al contrario. Si tratta piuttosto di integrare i contenuti di Foucault (la cui teoria, a differenza di altre posizioni cosiddette post-strutturaliste, non si dissolve nel postmoderno) – che si oppongono all'universalismo storico-filosofico dell'Illuminismo, e soprattutto alla teleologia in esso contenuta - nel nuovo campo critico della teoria della dissociazione del valore, il quale assume come suo riferimento centrale l'”altro” Marx, il Marx critico del valore e del feticcio, e va anche oltre. Questo vale soprattutto proprio per la riflessione critica sulla dissociazione, il cui contenuto, critico della conoscenza, dovrebbe essere esteso anche alla teoria della Storia, al fine di un superamento del tradizionale materialismo storico teleologico-universalista. Ma qui, però, è importante fare una precisa distinzione, e non riprendere da Foucault nulla di ciò che appartiene esclusivamente al programma del disarmo affermativo postmoderno, la cui storia segreta consiste nell'adattare "l'Ideologia Tedesca", che viene elaborata filosoficamente seguendo la linea di Nietzsche e Heidegger; allo stesso modo in cui non si deve prendere da Marx nulla di quel che corrisponde solo al marxismo "essoterico" del movimento operaio, e alla sua comprensione positivista svolta nel contesto della "modernizzazione di recupero".»
(da: Robert Kurz, "La storia come aporia", 2006)
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