L’escalation imperialista di Erdogan
- I retroscena degli ultimi attacchi dello Stato turco alla regione autonoma curda del Rojava -
di Tomasz Konicz
Sembra che il momento per porre in atto una nuova guerra di aggressione da parte della Turchia, membro della NATO, sia propizio. Approfittando del poco chiaro attentato sventato a Istanbul [*1], da giorni l'aviazione turca sta attaccando le regioni autonome curde del Rojava, nel nord della Siria, dove decine di persone sono rimaste vittime di attacchi aerei [*2]. Nel frattempo, il governo turco minaccia apertamente di lanciare una nuova offensiva contro il Rojava: dopo l'invasione di Afrin, avvenuta nel 2018, e l'accaparramento di terre nell'ottobre 2019, ora si tratterebbe della terza guerra di aggressione dello Stato turco contro la regione autonoma. A tal proposito, la Turchia - con la tolleranza, se non addirittura il sostegno dell'Occidente e di Berlino [*3] - sta portando avanti una politica di pulizia etnica [*4] , a seguito della quale centinaia di migliaia di curdi vengono deportati al fine di colonizzare questa regione cuscinetto per mezzo di milizie islamiste siriane. In aggiunta, Ankara ha anche ripetutamente sottolineato che i rifugiati siriani, i quali attualmente vivono in Turchia, dovrebbero essere deportati in queste aree conquistate e controllate dagli islamisti. La Turchia vuole pertanto annientare completamente il Rojava, conquistare il nord della Siria e usare la pulizia etnica al fine di gestire questa regione come «zona di deportazione» per i rifugiati. Gli ultimi attacchi al Rojava costituiscono solo l'attuale fase di escalation della lunga guerra della Turchia contro il movimento di liberazione curdo; guerra che viene ostinatamente ignorata dall'opinione pubblica occidentale, soprattutto dalla Germania, partner stretto della Turchia. Le forze armate turche si sono spinte in profondità nel nord dell'Iraq, dove stanno contrastando le zone in cui è incorso la ritirata della guerriglia curda del PKK. Sembra che l'esercito turco stia usando armi di distruzione di massa, soprattutto gas velenosi, per attaccare i sopravvissuti al genocidio dello "Stato Islamico" e gli yazidi nei loro campi profughi e villaggi (maggiori dettagli nel prossimo Konkret, 12/2022).
L'attentato di Istanbul: molte domande senza risposta.
La bomba scoppiata a Istanbul, che a metà novembre ha ucciso sei persone, solleva molti interrogativi. Il PKK, e i curdi in Siria hanno preso chiaramente le distanze da questo attacco terroristico. Secondo le ultime notizie, la presunta assassina esibita davanti al pubblico è la sorella di un alto comandante della milizia siriana SNA, la quale gode dell'ampio sostegno della Turchia [*5]. Questa milizia esercita de facto il suo controllo sul territorio nelle regioni occupate dalla Turchia nel nord della Siria. Di fronte a queste evidenti contraddizioni, il partito di opposizione turco HDP ha parlato di «decine di domande senza risposta, e di incongruenze» [*6]. Secondo i portavoce dell'HDP, l'impressione è quella di un attacco terroristico che serva a legittimare gli «attacchi e la politica di guerra» della Turchia contro il Rojava.
La politica di navetta geopolitica svolta da Erdogan
L'attuale costellazione geopolitica è favorevole a che Erdogan possa dare inizio a un nuovo ciclo di pulizia etnica. La Turchia rappresenta un fattore importante nella guerra per l'Ucraina, dove Erdogan, nel suo costituire un elemento di bilanciamento geopolitico, sta cooperando sia con Mosca che con l'Occidente, cercando di trarre profitto da entrambi i lati del fronte [*7]. La Turchia, che fornisce droni a Kiev, vuole cooperare con la Russia sulla politica energetica per poter così diventare un centro energetico regionale. Ankara è anche il garante dell'accordo sul grano in Ucraina. Poco prima dell'attuale escalation, la Turchia ha persino normalizzato le sue relazioni con Israele. L'Occidente e Mosca hanno semplicemente "bisogno" di Erdogan riguardo la guerra in Oriente, mentre Berlino, in quanto tradizionale alleato del regime turco, difficilmente eserciterà pressioni su Erdogan. Pertanto, Erdogan utilizza le leve geopolitiche del potere che gli sono state date, per promuovere la sua politica imperialista. Gli attacchi aerei della Turchia contro il Rojava non sarebbero possibili senza il consenso della Russia, della NATO e degli Stati Uniti.
Cooperazione anti-curda tra Teheran e Ankara?
Quella che è attualmente in atto, de facto, è una cooperazione assassina - non ufficiale? - tra i regimi di Ankara e di Teheran, diretta contro le minoranza curde presenti nella regione [*8]. Mentre le forze aeree turche bombardano il Rojava e l'esercito di Erdogan conduce la sua guerra sporca nel nord dell'Iraq, le truppe iraniane attaccano i loro obiettivi nella regione curda dell'Iraq nord-orientale [*9] al fine di indebolire il movimento curdo in Iran. I Curdi dell'Iran costituiscono la spina dorsale delle proteste di massa che hanno creato un clima rivoluzionario nella "Repubblica islamica". Inoltre, sui social media [*10] si stanno diffondendo notizie secondo cui le Guardie rivoluzionarie iraniane stanno compiendo massacri nelle aree curde dell'Iran [*11] in modo da spezzare così la schiena al movimento di insurrezione nello Stato dei Mullah. Anche dall'Iran giungono notizie a proposito dell'utilizzo di gas contro i manifestanti [*12]. A causa della crescente instabilità politica interna, entrambi i regimi autoritari si trovano attualmente uniti nei loro sforzi per schiacciare il movimento di liberazione curdo, dal momento che la sua prospettiva post-statale, volta all'emancipazione e alla liberazione delle donne, esercita un impatto anche sulle popolazioni di questi Stati. Lo slogan «Donne, vita, libertà», con cui si batte l'insurrezione iraniana, è stato coniato proprio dalle femministe curde. Inoltre, il governo turco di Erdogan e del suo AKP islamista è tutt'altro che stabile, a fronte di una grave crisi economica e di un'inflazione superiore all'80% [*13]. L'espansione esterna serve perciò ad Ankara come una valvola di sfogo per le tensioni interne.
Gli Stati Uniti in Siria
Un nuovo ciclo di pulizia etnica, in cui come al solito i partner occidentali si girerebbero dall'altra parte, è esattamente ciò di cui a livello interno Erdogan ha bisogno. La situazione precaria dei curdi in Siria, viene resa evidente dal fatto che sono proprio gli Stati Uniti a ostacolare una nuova guerra di aggressione da parte di Erdogan. Washington ha ancora truppe di stanza nel nord-est della Siria, che insieme alle forze curde hanno sconfitto lo "Stato Islamico", a volte apertamente sostenuto dalla Turchia. La Siria settentrionale di fatto si trova divisa tra una zona di occupazione turca a Idlib e ad Afrin, una sfera di influenza russa a ovest e intorno ad Aleppo, e le restanti aree autonome curde a est, dove sono presenti le truppe statunitensi. Senza la tolleranza di Washington, tuttavia, Erdogan non può sperare di condurre una nuova campagna di conquista in Rojava. Allo stesso tempo, Ankara e Teheran sono unite nell'obiettivo geopolitico di espellere il vacillante potere egemonico statunitense dalla regione, in modo da dare così libero sfogo alle proprie ambizioni imperiali.
Il terzo tradimento? Alcuni retroscena:
Questa divisione della Siria settentrionale in sfere di influenza, è stata stabilita all'indomani della guerra civile siriana, allorché il regime di Assad rimase al potere solo grazie all'intervento militare russo. I resti di quello che è stato movimento di insurrezione contro Assad - sempre più dominato dalle forze islamiste, nel corso della guerra civile - si trovano nelle aree occupate dalla Turchia. La prima conquista, attuata in Siria da parte dei soldati di Erdogan contro il cantone di Afrin, è avvenuta nel 2018 con l'approvazione di Putin, a partire dal fatto che questa regione autonoma della Siria settentrionale rientrava nella sfera di influenza della Russia in Siria [*14]. In cambio, Mosca ha ricevuto promesse di accordi su degli oleodotti, sulla costruzione di reattori nucleari russi e acquisto di armi. Il prezzo di questo sporco accordo imperialista ha dovuto essere pagato dai curdi, i quali sono stati espulsi da Afrin, tra l'altro grazie all'approvazione della Merkel [*15]. Il secondo tradimento nei confronti dei curdi siriani è stato commesso dal presidente statunitense Donald Trump, populista di destra, che nell'ottobre 2019 ha dato il via libera a Erdogan per un'altra invasione del Rojava [*16]. Per inciso, l'abbandono al loro destino dei curdi siriani da parte di Washington è avvenuto solo poche settimane dopo che questi avevano sofferto pesanti perdite a causa della conquista della città siriana di Rakka, ultimo bastione e capitale del "califfato" dello "Stato Islamico" in Siria. Ciò solleva la questione se il governo autonomo del Rojava debba ora affrontare un terzo tradimento, questa volta da parte dell'amministrazione Biden, che si sta concentrando principalmente sulla guerra in Ucraina, e sta convogliando su di essa gran parte delle sue risorse. Si vedono ex generali statunitensi lamentarsi apertamente della crescente carenza di sistemi d'armamento e, soprattutto, di munizioni [*17]. Pertanto, anche da questo punto di vista, Erdogan sembra aver scelto un momento ideale per la sua aggressione imperialista.
Annalena? Sparita!
A proposito: le femministe curde farebbero bene a non fare troppo affidamento sul ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock, la quale in ogni caso ha affermato di star guidando una «politica estera femminista» [*18]. La Germania può vantare - già a partire dal genocidio degli armeni compiuto nel corso della Prima Guerra Mondiale - una lunga e sanguinosa tradizione di cooperazione con lo Stato turco. Dall'inizio dell'attuale campagna di terrore turca contro Rovaja, il Ministro degli Esteri, che ama sfoggiare gli slogan del movimento per la libertà dei curdi [*20], in questo conflitto è semplicemente assente.
- di Tomasz Konicz - 22/11/2022 - Pubblicato su: Tomasz Konicz. Nachrichten und Analysen: Wertkritik, Krise, Antifa [***]
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NOTE:
1 https://www.bbc.com/news/world-europe-63615076
2 https://twitter.com/YPJ_Info/status/1594707983870660609
4 https://www.konicz.info/2022/06/30/toter-winkel/
7 https://www.jpost.com/middle-east/article-722988
8 https://www.jpost.com/middle-east/article-722970
9 https://twitter.com/sotiridi/status/1594461604246355969
10 https://twitter.com/ArioMirzaie/status/1594664787593543682
11 https://twitter.com/FazelHawramy/status/1594695514725154817
12 https://twitter.com/factnameh/status/1594720071523278848
14 https://www.konicz.info/2018/01/21/afrin-erdogans-werk-und-putins-beitrag/
15 https://www.konicz.info/2020/01/25/tuerkei-merkels-zivilisatorischer-tabubruch/
16 https://de.wikipedia.org/wiki/T%C3%BCrkische_Milit%C3%A4roffensive_in_Nordsyrien_2019
17 https://www.youtube.com/watch?v=0nvyZ88d_V0
18 https://twitter.com/Ezgi_Guyildar/status/1594313715704291331
20 https://de.wikipedia.org/wiki/Frau,_Leben,_Freiheit#Deutschland/
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