lunedì 17 ottobre 2022

Autunni Caldi !!

Opportunismo nella crisi
- Il Partito della Sinistra, usando la demagogia sociale, vuole servirsi dell'attuale crisi come di un trampolino di lancio per la propria carriera -
di Tomasz Konicz [***]

Qualora nei prossimi decenni la storia dovesse ancora venir scritta, il 2022 resterà l'anno in cui la crisi climatica capitalista ha iniziato a trasformarsi in una catastrofe climatica globale.
In Europa, negli Stati Uniti e in Cina, i fiumi e i laghi d'acqua dolce si stanno prosciugando, mentre quegli alberi che non arrivano a prendere fuoco, a metà estate diventano color marrone [*1], Il numero di morti dovuti all'eccessivo calore [*2], probabilmente crescerà fino a raggiungere l’ordine delle decine di migliaia. In Pakistan, un'inondazione devastante è arrivata già a coprire fino a circa un terzo del Paese, colpendo fino a 30 milioni di persone. In buona parte del paese, sono state distrutte grandi aree di terra coltivata. [*3]  In molti paesi, le forniture di energia elettrica difficilmente potranno essere mantenute senza interruzioni, e durante i periodi caldi esiste la minaccia di una de-elettrificazione [*4]. In diverse regioni degli Stati Uniti, le forniture di acqua potrebbero collassare [*5]. L'impatto sui prezzi dei prodotti alimentari, nel corso della stagione - precedentemente conosciuta come «Estate» – a causa del caldo e degli incendi che ci sono stati quest'anno nell'emisfero settentrionale, ci saranno disagi esistenziali per molti milioni di persone, e non solo nel Sud del mondo. È evidente che si tratti di una crisi climatica capitalista [*6], dato che il capitale, nella sua coazione a valorizzare, non è in grado di ridurre le emissioni globali di CO2; tutto questo è avvenuto nel XXI secolo, al prezzo di una crisi economica globale. Secondo l'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE), le emissioni globali di gas serra, dopo essere diminuite durante la pandemia, raggiungeranno un nuovo massimo storico nel 2023; e non si prevede alcuna inversione di tendenza [*7]. Già quest'anno, dovrebbe essere raggiunto il livello pre-crisi. Pertanto, si tratta di un semplice e ovvia verità: quella che ci impone che il rapporto di capitale deve passare quanto prima e il più rapidamente possibile alla storia, se non si vuole che la crisi climatica porti alla barbarie e al collasso sociale. La dinamica feticistica, propria del capitale in quanto valore che valorizza sé stesso all'infinito, sta distruggendo il mondo [*8]. E questa verità è chiaramente sotto gli occhi di tutti. Non si tratta di una cognizione segreta. In questo momento, ormai sono molte le persone che hanno capito come una crescita economica infinita in un mondo finito sia solo una follia. La stragrande maggioranza della popolazione ritiene quanto meno che le cose non possono continuare ad andare avanti così, dal momento che la società tardo-capitalista si sta dirigendo verso l'abisso; lo capiscono tutti, tranne che nel Partito della Sinistra, e tra le componenti apertamente reazionarie di quella che si definisce la sinistra tedesca.

Demagogia sociale nella crisi
Di cosa abbiamo ancora bisogno, dopo l'Estate dell'orrore di quest'anno? Il Partito della Sinistra ha tracciato la sua strada: un «Autunno caldo» di proteste sociali. Così, a quanto pare avremmo bisogno di ancora più capitalismo, solo che dev'essere sociale. Tra la miriade di innumerevoli possibilità che abbiamo per poter reagire alla palese crisi sistemica, al collasso climatico, all'inflazione, all'impoverimento, all'erosione sociale, al fascismo, alla guerra e alla recessione, ecco che i leader conservatori della Casa Karl Liebknecht hanno optato per quella che è la variante anacronistica e opportunistica, e che in ultima analisi equivale alla demagogia sociale.Di fronte alla crisi in atto, non esiste alcun ritorno al capitalismo renano e all'economia sociale di mercato. La "sinistra" - in considerazione delle sue opzioni di coalizione - vuole arricchire l'ideologia di crisi del «capitalismo verde», divulgata con successo dai Verdi, grazie a una componente sociale. Demagogia sociale, significa dire alle persone delle bugie dolci e convenienti, in modo da ricavarne capitale politico. È questo ciò che il Partito della Sinistra - in tutte le sue fazioni - sta facendo in questo momento: nell'occultare una radicale teoria della crisi, insieme a una critica da sinistra del sistema, implicitamente, racconta alle persone spaventate che la crisi ecologica ed economica sistemica potrebbe ancora essere gestita attraverso la redistribuzione e lo stato sociale, ottenendo così voti e posizioni nella prossima gestione della crisi grazie a questo tipo di gestione del movimento, e attraverso la de-radicalizzazione di ogni potenziale resistenza. In pratica, il Partito della Sinistra intende creare per sé una domanda tra le élite funzionali, cioè vuole la gestione dell'opposizione. Si tratta, per così dire, dell'ultima occasione opportunistica per il Partito della Sinistra. In questa campagna non si discute di persone minacciate dal collasso, ma piuttosto del fatto che il Partito della Sinistra sta mentendo loro, usando le comode assurdità del capitalismo sociale, mentre i nostri fiumi si stanno prosciugando e il sistema si sta dirigendo verso il collasso socio-ecologico. Rispetto alle proteste sociali, nel contesto dell'escalation della crisi sistemica, dove la ben giustificata paura esistenziale delle persone viene strumentalizzata a fini partitici per distorcere la palese questione sistemica, facendola diventare una mera questione di redistribuzione, ecco che questa demagogia non è più solo un esempio caricaturale di falsa immediatezza [*9], ma è anche il risultato di una critica del capitalismo che è stata ridotta alla mera idea di lotta di classe e di redistribuzione. È un'adesione reazionaria a tutto ciò che è vecchio e che sta crollando, aprendo in tal modo spazi per un fronte trasversale [*10] che consiste di vecchie sinistre e di nuove destre, e che è già realtà nelle province della Germania orientale, ad esempio a Brandeburgo an der Havel, dove il 17 settembre il partito di sinistra, l'«Aufstehen» di Wagenknecht, il movimento pacifista, i pensatori trasversali, l'AfD e i nazisti hanno manifestato insieme per la pace e per il gas russo. In termini di demagogia sociale il partito di sinistra ora si trova in competizione con l'AfD. Letteralmente, all’interno e nel contesto delle medesime manifestazioni [*11]. Il fronte trasversale - così come viene propagandato da organi trasversali come Telepolis [*12] - è ormai una realtà, essendo l'espressione della generale brutalizzazione e regressione della sinistra tedesca, indotta dalla crisi, e che avviene quasi senza più clamore, senza scandalo. E il protagonismo nazional-sociale di quella sfrontatezza opportunista che viene chiamata Partito della Sinistra, che cosa fa in questa crisi esistenziale? Ovviamente richiede più combustibili fossili. Sahra Wagenknecht, la persona di sinistra preferita dalla destra tedesca, senza escludere alcun partito, già a metà agosto aveva chiesto, insieme al destrorso dell'FDP Kubicki, la messa in funzione del gasdotto Nord Stream 2, ora sabotato, poiché questo avrebbe avvantaggiato «il popolo e l'industria in Germania», piuttosto che Putin [*13]. Quindi, le parti apertamente reazionarie di una "sinistra" che sta già letteralmente marciando insieme ai nazisti, ora chiedono, in reazione alla dilagante crisi sistemica del capitale, una solidificazione del capitalismo fossile. Il quale però dev'essere sociale! La leadership del Partito della Sinistra sta dicendo ai cittadini che nella catastrofe climatica in corso, nell'agonia manifesta del capitale, non esiste niente di più necessario che un capitalismo socialmente giusto. Questa non è un'esagerazione polemica. Basta ascoltare l'attuale co-presidente, Martin Schirdewan, che nella sua intervista rilasciata in estate alla ARD, ha chiesto un'«equa distribuzione degli oneri della crisi prevista», e ha indicato come obiettivo dell'«autunno caldo» quello di «fare pressione sul governo federale e farlo agire» in modo da introdurre un «tetto al prezzo del gas» e una «tassa sui profitti in eccesso» derivanti dalla crisi [*14]. Anche se queste maldestre osservazioni, grottescamente sproporzionate rispetto alla crisi in atto, venissero prese sul serio e attuate, risulterebbero semplicemente inefficaci. Riduzione dei profitti, controllo dei prezzi da parte dello Stato, nazionalizzazione - le richieste dei credenti nello Stato ricordano in modo impressionante le fallimentari misure di crisi attuate alla periferia del sistema globale, ad esempio in Turchia o in Venezuela (e qui si tratta proprio di una conseguenza dell'avanzamento del processo di crisi, il quale si sposta dalla periferia ai centri, di modo che in tal modo la devastazione sociale nel Sud globale ci fornisce un'anticipazione del futuro della crisi che si sta svolgendo nei centri). Il partito di sinistra, senza rendersene conto, con la sua appendice keynesiana, sta di fatto seguendo le orme di Erdogan, il politico critico degli interessi [*15].

Opportunismo di sinistra, fronte trasversale e nuova destra
Accade a volte, che nel formulare simili richieste anacronistiche e socialdemocratiche, si finisca per invertire la causalità della crisi (come nel caso in cui l'inflazione viene ridotta a essere causata dalla ricerca di profitti extra). Quella satira reale neo-keynesiana, chiamata «Nuova Teoria Monetaria», che solo pochi mesi fa predicava la stampa illimitata di moneta [*16], davanti all'inflazione a due cifre sfugge alla propria bancarotta intellettuale, per approdare a delle semplicistiche teorie del complotto, dove si suppone che l'attuale aumento dei prezzi, preannunciante la svalorizzazione del valore [*17], sia il risultato dell'avidità imprenditoriale. Come se prima dell'inflazione - alimentata dall'inondazione di denaro, dalla pandemia, dalla crisi climatica e dallo scoppio della bolla di liquidità sui mercati finanziari [*18] - il capitale non cercava di ottenere il massimo profitto. Le conseguenze della crisi globale del capitale moribondo a causa delle sue contraddizioni interne, e che nella sua agonia devasta gli ecosistemi e la società, vengono trasfigurate nella sua causa grazie alla costruzione di grandi cattivi (tipo le corporazioni energetiche straniere) che ne sarebbero i responsabili, per poi proporre come soluzione tasse più alte o la redistribuzione. In tal modo, la crisi sistemica viene personificata attraverso la costruzione di capri espiatori che in ultima analisi andranno a vantaggio della nuova destra, la quale di fatto si affiderà all'opportunistico «lavoro di base» del Partito della Sinistra. La nuova destra dovrà solo sostituire l'immagine del cattivo nemico disonesto - attualmente costruita dalla sinistra come causa della crisi - con l'immagine del nemico che fa parte del complotto straniero e che è un parassita straniero, incomparabilmente più efficace nella Repubblica Federale grazie alla sua terribile tradizione autoritaria. In una crisi sistemica, personificare le cause della crisi porta inevitabilmente all'ideologia della crisi. Così facendo, il Partito della Sinistra - e non solo Wagenknecht - incoraggia il fascismo. Entrambi - destra e sinistra - fanno perciò affidamento alla demagogia sociale dell'«autunno caldo». Così la sinistra fa il gioco della nuova destra (e non solo nella Germania dell'Est) [*19]. Chi potrà trarre vantaggio dalle proteste sociali basate su falsi presupposti di base, visto che sono destinate a fallire nella realtà della crisi? La sinistra reazionaria, di destra, nazional-sociale, intrappolata in una falsa immediatezza e in un concetto riduttivo di lotta di classe, il quale ha già favorito l'ascesa dell'AfD e di Pegida grazie alle veglie per la pace [*20], alle campagne pubblicitarie per l'AfD durante la crisi dei rifugiati [*21], e all'«Aufstehen» e con la collaborazione con la destra sul fronte del cross-coronavirus [*22]? O piuttosto proprio la destra, che deve i suoi risultati elettorali a due cifre, ottenute nella RFT, alla pura ansia di crisi e all'esasperazione estremista della sfrenata ideologia neoliberista (dal darwinismo sociale al nazionalismo che consiste nel localizzare i luoghi di investimento) [*23]? È pertanto ovvio: quello che ora il Partito di Sinistra sta mettendo in atto è un trucco opportunistico che predispone il terreno alla destra. Tutto questo finisce per ingannare le persone minacciate dal collasso, la cui paura è ben giustificata; cosa che dovrebbe essere ben chiaro ai creatori della campagna sociale della Casa Karl Liebknecht. Visto che a volte i membri del partito lo dicono apertamente, nel corso dei loro scambi diretti, che non serve a nulla «dire semplicemente alla gente» cosa sta succedendo: in questo caso, la manipolazione risiede semplicemente nel programma. La crisi sistemica del capitale, che avviene sotto forma di un cieco processo globale, si manifesta non solo nell'incipiente catastrofe climatica, ma anche nel pericolo di una grande guerra in Europa, nella crisi delle risorse e dell'energia, nella crisi globale del debito, nell'imminente recessione, nella svalorizzazione del valore che si esprime attraverso l'inflazione; nel mentre che la leadership del Partito della Sinistra, sulla scia del conservatorismo apertamente di destra di Wagenknecht [*24], intende predicare un anacronistico ritorno all'«economia sociale di mercato». La crisi sistemica ha raggiunto un livello di maturità tale da minacciare che si spengano le luci, come aveva previsto già nel 2011 il critico del valore Robert Kurz [*25], mentre la sinistra accecata dalla crisi vuole vedere solamente la «questione sociale», come se il capitalismo stesse affrontando solo una nuova fase di espansione, come negli anni Cinquanta e Sessanta; che poi in fondo è stata la base economica del periodo storicamente breve dell'«economia sociale di mercato».

La crisi come trampolino di lancio per la propria carriera
L'ideologia di crisi relativa a una trasformazione verde del capitalismo, di un New Deal verde [*26], che poi è la ragione del successo elettorale dei Verdi, viene in realtà semplicemente allargata dal Partito della Sinistra, in modo da includere una componente sociale. Abbiamo semplicemente a che fare con un modo di pensare che parte dalla coalizione e che poi si sente costretto a scendere in piazza per motivi di carriera, oltre che per disinnescare il potenziale emergente di protesta legato alla crisi: l'assurdità socialdemocratica della «giustizia climatica» si aggiunge in questo modo alla chimera verde dell'eco-capitalismo, il quale consente all'opinione pubblica di aggrapparsi al capitalismo, nonostante la crisi climatica sia in fase avanzata. La crisi come trampolino di lancio per la carriera: è questa la strategia del "Partito della Sinistra". Pertanto, in questo modo diventa chiaro come, nel suo «Autunno caldo», il Partito della Sinistra - come accennato all'inizio - si preoccupi soprattutto di sé stesso, dal momento che questa alleanza tra comunità saccheggiatrici e truffatori opportunisti viene vista come se fosse la loro probabile ultima possibilità di carriera e di lavoro, di auto aziendali con aria condizionata e di uffici nella prossima amministrazione in crisi. Ma la campagna sociale punta anche a garantire che gli scandali degli ultimi anni - a partire dalla retorica di destra di Wagenknecht, a Klaus con la Porsche nel comitato per il clima del Bundestag, e fino alle aggressioni sessuali - vengano tutti dimenticati e che così alle prossime elezioni il Partito possa rimanere al di sopra della soglia di sbarramento del 5%, in modo da assicurarsi opzioni di coalizione nella prossima amministrazione della crisi. Ed è per questo che gli attacchi socio-politici della sinistra non si concentrano su Scholz o sulla SPD, ma piuttosto sulla FDP, di cui il Partito della Sinistra vorrebbe ereditare il posto - come se il cancelliere fosse Lindner! Quello che stanno attualmente pronunciando i militanti di questo partito, è un discorso pseudo-radicale di lotta di classe, il quale allo stesso tempo rifugge simultaneamente da qualsiasi conflitto fondamentale, in quella che è la sua preoccupazione per la propria struttura e per la «coesione» della società. Tutto ciò diventa evidente allorché si tratta di porre la questione del sistema di fronte a una crisi sistemica, che tutte le celebrità del Partito della Sinistra cercano in tutti i modi di eludere. Il partito evita questa fuga amaramente necessaria - e a rischio di conflitto - dalla prigione del pensiero capitalista, la quale costituirebbe un prerequisito essenziale per una prassi emancipatrice, in quanto ciò porterebbe in realtà a dei gravi conflitti, come è stato dimostrato da alcuni isolati e timidi tentativi in questa direzione [*27]. Al contrario: nell'apparato e nell'ambito di questo partito è diventata un'imposizione quella che richiede che venga fatto ogni sforzo per far sì che la sinistra rimanga nella falsa immediatezza capitalista, perfino in quella che ormai è una palese crisi sistemica.

Gestione della regressione e del movimento
È stata la SPD, in quanto partito del "popolino", a far passare il più grande programma di esautorazione dei diritti dei salariati, nella storia del dopoguerra della RFT, con l'Agenda 2010 e l'Hartz IV, ed è stato il partito pacifista dei Verdi a guidare la guerra di aggressione contro la Repubblica Federale di Jugoslavia, in violazione del diritto internazionale. Nel tardo capitalismo, I partiti della sinistra formale sono predestinati ad attuare politiche reazionarie, dal momento che sono particolarmente bravi a paralizzare il potenziale di opposizione grazie a quelli che sono i loro stretti legami con gli strati, i movimenti o le organizzazioni che influenzano. Ciò avviene innanzitutto attraverso l'emarginazione della critica radicale e categorica all'interno della sinistra; cosa che è il presupposto abituale per la partecipazione al governo. Per poter essere «idonei a governare», i Verdi, ad esempio, hanno dovuto mettere da parte i loro "fondamentali" già negli anni Novanta. Un processo simile, si sta verificando anche nell'attuale crisi della sinistra, dal momento che il Partito della Sinistra può raggiungere la posizione desiderata di amministratore della crisi capitalistica solo rendendo marginale, nella sinistra di lingua tedesca, sia la teoria che la critica radicale della crisi. Così, nella sua campagna sociale, il Partito della Sinistra si limita solo a gestire il movimento in modo da aumentare, come già sottolineato, la domanda di sé stesso nell'establishment politico, intercettando la crescente paura della crisi e la voglia di protestare della popolazione, deviando il malcontento verso un vicolo cieco riformista. Il focalizzarsi sulla redistribuzione e sulla lotta di classe, accompagnato da quello che è un militante imbavagliamento retorico, servirà a perseguire una personificazione ideologica delle conseguenze della crisi, emarginando in tal modo la critica radicale e la teoria della crisi, al fine di reprimere quella pura necessità di sopravvivenza che consiste nel superamento del capitale. L'opportunismo deve pertanto imporre la regressione teorica all'interno della sinistra, deve far arretrare il livello di riflessione precedentemente raggiunto rispetto alla crisi, in modo da avere così "successo" grazie alla sua demagogia opportunista della redistribuzione. Questa gestione del movimento - che comprende anche la regressione opportunistica a una pseudo-critica tronca e apertamente di destra - può essere studiata in termini concreti, ad esempio, nella rivista del fronte trasversale, Telepolis, la quale è stata monopolizzata da una comunità di predoni della sinistra rosso-bruna, i quali fanno parte del gruppo parlamentare di "sinistra" del Partito della Sinistra [*28], per poi reprimervi, su richiesta dell'editore, ogni critica radicale della crisi capitalistica precedentemente possibile, proprio perché la crisi si sta manifestando, ed è ormai evidente l'incompatibilità tra protezione del clima e capitale. L'abituale tematizzazione della crisi sistemica che veniva svolta su Telepolis - nonostante tutte le restrizioni dei media borghesi - l'insistenza sulla necessità della trasformazione del sistema, ai fini della sopravvivenza, è stata sostituita dal Partito della Sinistra, la critica radicale ha lasciato il posto a dei meri mugugni sulla disuguaglianza sociale, all'aperta propaganda di destra e all'enunciazione puramente descrittiva di ciò che sta accadendo nella crisi. Ed è proprio questa regressione teorica, questa psicoanalisi inversa, che costituisce la base spesso inconsapevole del programma opportunista del Partito della Sinistra nella crisi; e che fornisce anche munizioni ideologiche alla nuova destra. In questo modo, nella meschinità delle piccole cose, si esercita la capacità di governare pensando al quadro generale. Le forze che vedono nell'attuale crisi un biglietto d'ingresso per i rosso-verdi, che di fatto stanno già facendo pratica per imporre la ragion di Stato, devono rendere marginale, o addomesticare, ogni «discorso sulla crisi» poiché - a differenza del dibattito sulla distribuzione - esso semplicemente non è compatibile con l'establishment politico in cui vogliono confluire. E questa neutralizzazione della critica e della prassi radicale nella crisi sistemica, è di fatto un'abilità pratica che potrebbe rendere un partito di sinistra aperto a una destra attraente per le élite funzionali capitaliste.

Concorrenza di movimento
Tutto questo diventa particolarmente vero nel formarsi del discorso sulla crisi all'interno della sinistra attraverso la sua propaganda. Il continuo parlare di politica fiscale, di redistribuzione, di benefici sociali e di nazionalizzazione serve a mettere a tacere ogni discussione sulle alternative alla palese crisi sistemica, dal momento che questo sarebbe incompatibile con i cicli di trattative e con i negoziati di coalizione. L'enfasi posta sulla «politica degli interessi» – la quale è diventata vuota - oscura in tal modo il feticismo autodistruttivo del capitale in tutti i suoi stati aggregati. Questo opportunistico affievolirsi della critica categorica, insieme alla necessaria trasformazione del sistema, si traduce inoltre in una sempre più evidente concorrenza all'interno del movimento della sinistra, per quel che riguarda la crisi, che non a caso sta investendo anche il  movimento per il clima [*29]. La crisi climatica, che difficilmente svolgerà un suo ruolo nell'«Autunno caldo», non può essere incasellata nella rozza griglia degli interessi di classe, dal momento che anche in quest’ultima appare e si rivela l'impulso distruttivo del capitale, insieme all'impotenza delle élite funzionali capitaliste. Di conseguenza, avviene che persino dei gruppi problematici come "L'ultima generazione" vengono criticati dalla sinistra reazionaria a causa dei loro coraggiosi blocchi stradali, in quanto ciò impedirebbe ai lavoratori salariati di lavorare; vale a dire, il processo di valorizzazione del capitale viene interrotto. E a volte, a criticarli, sono quegli stessi potenziali amministratori della crisi, i quali non vedono nulla di male nel fatto che il partito di sinistra e i nazisti competano nella demagogia sociale, come hanno fatto a Lipsia il 5 settembre. Oppure quando marciano insieme nelle manifestazioni, come a Brandenburg um der Havel. Ma le tensioni e le frizioni tra i diversi orientamenti nel movimento di sinistra non fanno altro che evidenziare quelle che sono le contraddizioni sociali, assai reali, del tardo capitalismo: questa concorrenza all'interno del movimento, dove l'interesse di classe del capitale variabile - prontamente allucinato nella palude della sinistra come un «soggetto rivoluzionario» - si trova a essere concretamente in contraddizione con la protezione del clima, e non nasce solo dai calcoli opportunistici delle correnti nazional-sociali, sindacali e vicine a Wagenknecht, fatti da parte del Partito della Sinistra, che con la campagna sociale ha anche avanzato una proposta di riconciliazione all'interno del partito, in modo da superare la scorsa guerra di trincea per la demagogia e il carrierismo che ha interessato le varie correnti.

Le due facce dell'opportunismo
Dalle veglie per la pace del 2014, agli anni delle campagne pubblicitarie di Wagenkencht per l'AfD e la nuova destra, fino alle proteste trasversali durante la pandemia: negli ultimi anni, a sinistra si è formata una grande scena trasversale aperta alla destra; e che difficilmente, nelle prossime proteste sociali avrà timore di stabilire contatti proprio con la destra. Fino a che punto gli effetti di smussamento e assuefazione in tal senso siano ora già ben consolidati, è già diventato evidente, non solo a Brandeburgo an der Havel [*30], ma anche nelle manifestazioni parallele a Lipsia all'inizio di settembre, dove i venditori della "Junge Welt" hanno naturalmente proposto i loro prodotti all'uomo tedesco nel corso del raduno nazista, e in tal modo i membri della truppa trasversale della "Sinistra Libera" hanno così potuto educatamente partecipare, sotto gli occhi di tutti, al raduno del Partito della Sinistra, in quanto socialdemocratici. Naturalmente, nel Partito della Sinistra ci sono diverse correnti, ma le forze critiche nei confronti del capitalismo hanno smesso da tempo di giocare un ruolo nel partito. Si tratta piuttosto di approcci differenti rispetto alla politica opportunista, e che attualmente si contendono il predominio nel partito. L'erosione della sinistra tedesca [*31] , che dopo lo scoppio della guerra in Ucraina sta accelerando, e che si sta investendo anche forze di sinistra liberali e quasi verdi, oltre che andare verso il fronte aperto trasversale della destra, sta ora anche producendo i suoi effetti sul Partito della Sinistra. Ciò era diventato evidente nel corso delle discussioni che avevano preceduto la prima manifestazione del Partito della Sinistra a Lipsia, all'inizio di settembre, quando il campo nazional-sociale attorno a Wagenknecht si è scontrato con la corrente di sinistra-liberale [*32]. Gli attacchi di Wagenknecht, sui social media, contro il ministro-presidente Bodo Ramelow [*33], il quale avrebbe impedito la presenza a Lipsia di un rappresentante del fronte trasversale del partito della Sinistra, non danno motivo di aspettarsi un livello minimo di civiltà nel Partito della Sinistra. Ramelow è l'unico ministro-presidente tedesco che nel 2020 abbia deliberatamente scelto un politico dell'AfD come vicepresidente del parlamento statale al fine  consentire così la «partecipazione al parlamento» dell'AfD [*34]. In ultima analisi, non si tratta altro che di attriti interni tra le diverse correnti opportunistiche del partito: tra le correnti di sinistra-liberali che puntano sul rosso-verde e le correnti semplicemente reazionarie, nelle quali il pensiero relativo alla lotta di classe ha degenerato in un aperto populismo di destra, dove il "popolo" e la sua volontà - che ora ha preso il posto del proletariato, e ora servono come codice per il semi-nazista trasversale & Co; delle cui illusioni intende  mettersi al servizio [*35].

L'ignoranza e il concetto di carriera
Ma non è che tutto dev’essere inteso a partire da quelle che sono le intenzioni del Partito della Sinistra nel contesto dell'opportunismo di crisi. Ad entrare in gioco, è anche la cecità ideologica, insieme alla semplice stupidità contestuale alla scena della sinistra [*36]. La più importante alleata dell'opportunismo di sinistra è l'ignoranza, la riluttanza a dire addio a un'ideologia anacronistica, associata soprattutto a una militanza senza più alcuno scopo: «Non parlare, fai». Abbiamo visto gruppi di sinistra marciare con simili striscioni nel corso della manifestazione sociale, a Lipsia, all'inizio di settembre, con i quali chiedevano di non essere disturbati da nessuna teoria in quella che è la loro cieca prassi, che si ostina a sopravvivere nella falsa immediatezza. Così, a volte, nelle conversazioni, succede che qualsiasi critica alla pratica opportunistica del Partito della Sinistra venga subito respinta, a meno che non sia essa stessa accompagnata da una prassi («Cos'è che state facendo, concretamente?»). Secondo questa logica, la demagogia sociale del partito di sinistra potrebbe essere criticata solo a condizione di praticare la demagogia sociale stessa, dove, a sinistra, perfino le conoscenze fondamentali circa la funzione della formazione teorica diventano vittime di una regressione generale. Questo culto cieco della prassi si accompagna a una crescente ostilità nei confronti della teoria, e un ostentato odio verso gli intellettuali, com'è caratteristico del pre-Fascismo. Gli ideologhi della «semplice verità» e del «buon senso», che celebrano i loro trionfi insieme alla destra, ci dicono che i testi dovrebbero essere semplici e scritti in uno stile che non costringa le persone a pensare; cosa che in realtà finisce per essere solo un'espressione delle aspettative mercificate di quell'ambito regressivo, il quale è anche "semplicemente pigro" circa ciò che attiene al pensare, e si sottrae pertanto allo sforzo della riflessione, all'impegno intellettuale riguardo questioni complesse. L'asticella al di sotto della quale si deve passare, è costituita dallo stupido semi-nazista che si muove tra questi pensatori trasversali, e che in realtà rappresenta già un insulto implicito a quel grande "popolo" di cui questi gruppi fanno un gran parlare. La regressione generale si manifesta inoltre anche sotto forma di un desiderio conservatore di tornare ai vecchi tempi rivoluzionari, in modo che, nel frattempo, quelli che aderiscono tradizionalmente al marxismo, sulla scia della campagna sociale del Partito della Sinistra, non fanno altro che rinverdire gli slogan dei bolscevichi dell'epoca rivoluzionaria, manifestando improvvisamente a favore del «riscaldamento, del pane e della pace», immaginandosi come se fossero i piccoli Lenin del futuro, mentre in realtà non fanno altro che portare acqua all'opportunismo del Partito della Sinistra. «Rockin' like it's 1917»;  il che è possibile solo in quanto sottoprodotto ideologico di una manipolazione opportunista, che distorce la crisi sistemica in lotta di classe e in questione sociale. L'ignoranza riguardo la crisi e l'illusione ideologica, insieme, costituiscono perciò un'ottima base per l'unico movimento in seno alla sinistra che abbia un interesse reale interesse a voler emarginare la teoria della crisi: l'opportunismo.

Un pizzico di analisi di classe: la sinistra della classe media
Ironia della sorte, l'altro momento che apre inconsapevolmente la strada alla demagogia sociale è l'origine sociale; la composizione di classe di coloro che ricoprono posizioni, incarichi e funzioni nelle sedi delle organizzazioni, nell'apparato di partito e nei media che gravitano intorno al Partito della Sinistra. Si tratta perlopiù di esponenti della classe media, i quali hanno semplicemente paura dal momento che ora il culo della classe media tedesca bianca sta battendo sul ghiaccio dell'attuale scoppio di crisi. Nell'apparato di partito e nella direzione del "Partito della Sinistra", in tutto lo spettro della "sinistra-liberale" e nell'ambito di sinistra dei "Verdi" è questo strato a essere dominante. La sinistra di lingua tedesca, è in gran parte una sinistra di classe media, come appare evidente a partire dal suo indistruttibile culto del proletariato, il quale ha tutto a che fare con vane speranze, e niente a che fare con la realtà tardo-capitalistica. E pertanto, non appena il borghese snob tedesco di classe media si trova a dover far fronte a un'esplosione di crisi che mette concretamente in discussione il suo precedente stile di vita, ecco che scopre improvvisamente quanto la vita possa essere piacevole; per la classe media dei centri del tardo sistema capitalistico globale. Il desiderio conservatore che le cose rimangano così come sono, si manifesta in delle forme che sono «compatibili con la sinistra»: nella cecità rispetto alla crisi e nella nostalgia sociale. I tal modo, la campagna sociale diventa pertanto anche un tentativo - condannato in partenza al fallimento - di mantenere la propria posizione sociale anche nel bel mezzo della crisi sistemica. La lotta per lo stato sociale, da parte della classe media liberale di sinistra, nella sua falsa immediatezza, si associa alla lotta per il mantenimento del sistema, il quale sta collassando a causa delle proprie contraddizioni, e che ha prodotto nei centri uno strato ristretto e privilegiato, a livello globale, che ora naturalmente vuole soprattutto una cosa: rimanere classe media, come parte del "primo mondo".

Riassunto: Opportunismo di crisi della sinistra
Diversi, sono pertanto i fattori che spiegano il successo di un simile carrozzone, che nella sua maggioranza rimane assurdamente statalista e anacronistico, sebbene la crisi abbia ormai raggiunto un tale grado di maturità per cui anche i suoi ex negazionisti di sinistra ora non possono più sottrarsi a dover incorporare frammenti di teoria della crisi anche perfino nelle loro ideologie di sinistra liberale, socialdemocratica o leninista, finendo così per incollare dei pezzi che vanno a costruire dei veri e propri Frankenstein. La stupidità della scena della sinistra, insieme al narcisismo e all'illusione ideologica costituiscono una buona base per quell'unico movimento che all'interno della sinistra ha interesse reale a emarginare la teoria della crisi: l'opportunismo. Che cosa se ne ricava da una teoria della crisi coerente? Il superamento del capitale, in quanto totalità autodistruttiva, diventa semplicemente necessario per la sopravvivenza. Lasciato alle proprie dinamiche feticiste, il soggetto automatico, come un Amok, finirà per portare a termine la distruzione del mondo già avviata. Nel contesto della sinistra, questa premessa relativa alla prassi della crisi non è pertanto negoziabile. Non esiste alternativa al tentativo di porre in atto la trasformazione del sistema in un sistema emancipatorio. Ma come si può riuscire ad affermare tutto ciò nei media, o nell'establishment politico del tardo capitalismo, nei negoziati di coalizione o nei talk show? Nel voler rendere marginale la coscienza radicale della crisi, l'opportunismo può ancora sperare di venire assunto in quanto medico al capezzale del capitale, cosa che in ultima analisi equivale a diventare il soggetto della prossima amministrazione della crisi. Si tratta della logica panica del «si salvi chi può», la quale conferisce all'opportunismo quella sua particolare brutalità nell'ultima grande corsa alle cariche e alle posizioni. Visto che i bunker, o le isole private sono fuori portata, si cerca allora rifugio negli apparati statali asserviti e in erosione, la qual cosa costituisce anche la base di quella che è la crescente fiducia nello Stato da parte di settori della sinistra: è meglio entrare nell'apparato piuttosto che doverne uscire. Nella crisi del capitale, l'opportunismo di sinistra, che di fatto degenera in amministrazione della crisi capitalistica, può perciò basarsi su ampie tendenze ideologiche e identitarie, che spesso, a causa della crisi, lavorano in maniera sconsiderata all'erosione della sinistra tedesca. La regressione teorica, la recalcitranza nei confronti della critica categoriale e la conoscenza teorica già raggiunta, non vengono solo alimentate dall'opportunismo di sinistra, ma sono anche parte della brutalizzazione generale delle società capitalistiche, in ritardo rispetto alla crisi, la quale produce, anch'essa, i suoi effetti abituali e ci blocca in un'impasse. Il conservatorismo di sinistra - che nel suo culto del proletariato si aggrappa alle parti anacronistiche della teoria marxista, e così facendo può affrontare anche l'evidente crisi climatica solo a partire da quello che è il pensiero riduttivo della lotta di classe - promuove oggettivamente anche quell'opportunismo di sinistra che distorce la crisi sistemica in una questione di redistribuzione. E così, alla fine, tutto questo diventa simultaneamente la personificazione della crisi – a partire dalla ricerca attuata dietro le quinte - in quei cattivi da incolpare per l'inflazione o per la crisi climatica, fornendo così in tal modo anche delle munizioni ideologiche alla nuova destra, insieme alla quale ora si manifesta concretamente e apertamente in quel fronte trasversale che si è messo in marcia [*37]. In Germania, la destra sembra già emergere come quella che trae profitto dalla crisi.

Antidoto all'opportunismo della crisi: dire le cose come stanno!
Ma non è detto che debba essere necessariamente così; perfino in Germania, con la sua terribile tradizione nazionalsocialista. La regressione, la fascistizzazione, la caduta nella barbarie non sono inevitabili. Che ne dite di un nuovo approccio alla prassi, anziché riproporre per l'ultima volta gli stesso vecchi racconti di pessimo gusto degli ultimi decenni? Che ne dite, di fronte alla crisi, di provare stavolta a dire alla gente come stanno realmente le cose? È ormai evidente che il sistema globale capitalista è in agonia, e minaccia di crollare a causa delle sue contraddizioni interne ed esterne, ecologiche; perfino nella sinistra tedesca se ne comincia già a parlare. La sensazione di monotonia, diffusa tra la popolazione, secondo cui «non si può più andare avanti così» va ripresa e dev'essere concretizzata nella pratica concreta. Il compito ultimo della sinistra è quello di radicalizzare il crescente malessere che si manifesta nel capitalismo, vale a dire, andare alle sue radici, far capire che, per la sopravvivenza, si rende necessario il superamento del capitale, nel quadro di una trasformazione del sistema. Far passare alla storia la relazione di capitale, diventa pertanto l'ultima costrizione del capitalismo. O il capitale viene fatto passare consapevolmente alla storia da un movimento di emancipazione, oppure esso distruggerà le basi ecologiche e sociali del processo di civiltà. La cosa è talmente semplice da poter essere spiegata in maniera comprensibile a tutti quelli che già lo sospettano da tempo, ad esempio sottolineando l'assurdità di una crescita economica illimitata in un mondo finito; ma questo minaccia le carriere di tutti gli opportunisti di sinistra che intendono partecipare anche alla prossima gestione della crisi, nella politica e nei media. Ed è per questo che diffondere aggressivamente una coscienza radicale della crisi, è decisivo per quelli che devono essere gli sforzi della prassi della sinistra. Da un lato, essa traccia una linea di demarcazione rispetto all'opportunismo, ma soprattutto offre una chiara comprensione del carattere della crisi, ed è questo il prerequisito fondamentale per un movimento di trasformazione emancipatrice. Dato che non esiste alcun «soggetto rivoluzionario», dal momento che non esiste nessuno spirito del mondo che possa segretamente aiutare l'irruzione dell'«astuzia della storia», ecco che allora la questione della coscienza della crisi appare essere cruciale. Ecco perché la questione della trasformazione del sistema va affrontata in modo offensivo in ogni prassi: non perché si voglia un atteggiamento radicale nei suoi confronti, ma perché questo è inevitabile per tutti noi. L'auto-movimento del capitale, ignorato dalla critica riduzionista del capitalismo, e il feticismo, pilotato dalle contraddizioni interne della relazione di capitale, emergono chiaramente proprio nel momento dell'imminente collasso socio-ecologico, che smentisce anche tutta l'intera logica leninista degli interessi. L'umanità è impotente, in balia delle dinamiche distruttive del capitale, che essa stessa produce inconsapevolmente attraverso la mediazione del mercato, perfino nella sua agonia. La speranza, che va mantenuta nonostante tutte le evidenze, risiede nel fatto che nel corso del processo aperto di trasformazione, questo feticismo possa essere superato ed essere convertito in un movimento emancipatorio, per la formazione consapevole della riproduzione sociale. Esiste quindi un mezzo assai semplice che, nel caos della crisi imminente, permette di distinguere l'opportunismo del Partito della Sinistra dall'opposizione chiara e radicale. Un superamento emancipatorio del capitale è possibile solo a partire dal formarsi, nella popolazione, di una coscienza radicale e critica della crisi, coscienza che attualmente viene sabotata soprattutto dalla demagogia sociale del Partito della Sinistra. È la tematizzazione offensiva di questa semplice ed evidente verità: il capitalismo è al capolinea, la trasformazione del sistema è inevitabile, e guidare il processo di trasformazione inevitabile in una direzione progressiva. Tutta la politica concreta della sinistra deve essere orientata in vista di questo obiettivo, verso l'imminente battaglia per la trasformazione del sistema, anziché continuare ad aggrapparsi freneticamente alle categorie attualmente in via di dissoluzione, per riuscire a ottenere un posto nel bunker del governo e partecipare così alla minacciosa amministrazione della crisi. A rigore, una rivoluzione, che significherebbe l'instaurazione della famigerata «dittatura del proletariato» leninista, ormai non è più necessaria, né possibile, dal momento che è proprio il proletariato stesso che si sta dissolvendo. Ciò che è inevitabile, tuttavia, è una lotta per la trasformazione, vale a dire, una lotta che si svolga lungo tutto il corso dell'inevitabile trasformazione del sistema. Ed è qui, soprattutto nella sua fase iniziale, che possono sicuramente sorgere momenti della vecchia lotta di classe. Tutte le lotte concrete - dalle proteste sociali, agli scioperi per il clima, alle manifestazioni antifasciste o ai movimenti per i diritti civili - dovrebbero essere consapevolmente guidate, e organizzate in maniera offensiva come lotte per un futuro post-capitalista. È necessario pensare - nei processi e nelle contraddizioni - in modo da individuare quelle forze e quelle costellazioni che favoriscano un percorso emancipatorio di trasformazione. E questa lotta consapevole per il futuro post-capitalista, sarà anche il vero denominatore comune dei movimenti sociali concreti, che impedirà la competizione tra i movimenti - ad esempio, tra movimenti sociali e movimenti per il clima. La questione è semplice: quale società tardo-capitalista dovrà emergere nel corso del processo di inevitabile trasformazione: uno stato di polizia oligarchico altamente armato, o una democrazia borghese relativamente aperta, ecc.? Tuttavia, le lotte contro le tendenze di crisi tardo-capitalista, come la pauperizzazione, la de-democratizzazione, il fascismo, ecc. devono - come si è detto - essere condotte in modo offensivo, come momenti parziali della lotta per la trasformazione. Inizialmente, questa consapevolezza della crisi radicale può anche essere inizialmente articolata in slogan e richieste: le proteste sociali e le richieste di redistribuzione, ad esempio, mirerebbero a far pagare ai ricchi la prossima trasformazione; finché il denaro avrà ancora valore. Visto che alla fine, anche nella lotta sociale concreta, in ultima analisi, la fuga dalla prigione del pensiero capitalista dovrà essere osata, andrà fatta evitando di aggrapparsi a delle categorie in via di erosione, come lo stato sociale, ecc. Ecco perché i derivati borghesi della logica della lotta di classe - come la critica del consumo ecologico e il corrispondente modo di pensare rinunciatario - sono controproducenti. Non si tratta di limitare il consumo di merci, che è solo un momento del processo di valorizzazione, quanto piuttosto di liberare la soddisfazione dei bisogni umani dalla costrizione della forma merce. Sarà la crisi che distruggerà il consumo, insieme alla forma merce, come già sta avvenendo per molte persone, le quali si trovano costrette a vegetare sull'orlo della fame nelle aree fatiscenti della periferia. La questione riguarda come si possa lottare per una soddisfazione consapevole dei bisogni, al di là della forma merce, nel quadro di un processo che possa comprendere, nel suo complesso, la società ancora in attesa della lotta per la trasformazione..

L'antifascismo, come lotta contro la barbarie incombente
In un simile contesto, la prassi progressista appare possibile solo se viene vista come un momento parziale di una lotta per un processo di trasformazione emancipatorio; mentre tutto il resto ci riporta invece all'ideologia della crisi e, in ultima analisi, alla barbarie. All'inizio, il fronte della lotta per la trasformazione si svolge anche tra quelli che sono i campi politici in erosione, nella sinistra e nella destra.  La destra (incluso il fronte trasversale) - che dal centro spinge all'estremismo attraverso un'adesione reazionaria all'esistente che sta collassando - spinge a un fascismo che sta cadendo nell'anomia, in quanto forma di crisi apertamente terroristica del dominio capitalista; quello che rimane della sinistra forse potrà ancora riuscire a contrastarlo, come forza emancipatrice, solo se prevarrà in essa una coscienza di crisi radicale, che poi possa diventare la base di un processo di trasformazione consapevolmente guidato.Visto in tal senso, l'antifascismo in particolare - come è avvenuto nel corso dell'ultima crisi sistemica degli anni Trenta - sembra emergere come il primo campo di battaglia centrale nella lotta per la trasformazione. Contrariamente alla lotta di classe - nella quale i lavoratori rimangono all'interno del processo di valorizzazione, in quanto «capitale variabile» - la lotta di trasformazione, nel corso della crisi, rischia di essere rapidamente assorbita da una logica eliminativa, e questo perché, insieme al processo di valorizzazione crolla anche quella che è la base economica comune alle classi in dissoluzione. Il nemico non è più economicamente «necessario», ma finisce per essere semplicemente un concorrente superfluo. La volontà dell'Unione Europea di trasformare il Mediterraneo in una fossa comune per i rifugiati in crisi, rappresenta uno spaccato del potenziale barbarico del processo di crisi.In ultima analisi, la questione riguarda sapere se il dominio senza soggetto del capitale possa essere o meno superato nel corso della prossima trasformazione; oppure se l'estrema destra, che ha già piantato i suoi piedi nello Stato profondo, riuscirà per l'ultima volta a concretizzare il potenziale barbarico che è insito nella relazione di capitale. È anche per questa ragione che, ad esempio, i movimenti di protesta contro la de-democratizzazione, contro lo Stato di polizia e contro i piani autoritari sono essenziali se visti come momenti parziali della lotta di trasformazione, in quanto possono contribuire a mantenere il processo di trasformazione su un binario civile il più a lungo possibile, prima che entri in scena la logica militare. I resti della democrazia borghese devono quindi essere difesi con le unghie e con i denti, nella piena consapevolezza della loro inevitabile erosione, al fine di preservare spazi di emancipazione post-capitalistica in cui la libertà sarebbe liberata dalla sua deformazione e perversione da parte del capitale.

- Tomasz Konicz - Pubblicato su konicz.info, il 06.10.2022 -

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NOTE:

1 https://www.spiegel.de/wissenschaft/natur/austrocknende-fluesse-in-europa-wir-sind-erst-am-beginn-dessen-was-wir-an-extremen-sehen-werden-a-c40327e2-9e94-44af-be7c-45d1777ecb47

2 https://berlinergazette.de/hitzewelle-toedliche-logik-des-kapitals/

3 https://www.zdf.de/nachrichten/politik/pakistan-flut-seuchen-kinder-malaria-100.html

4 https://www.npr.org/2022/09/07/1121427449/an-intense-heat-wave-in-california-is-stressing-the-states-power-grid

5 https://www.theguardian.com/us-news/2022/sep/10/running-water-returns-in-mississippi-capital-but-its-still-undrinkable

6 https://www.konicz.info/2018/06/06/kapital-als-klimakiller/

7 https://www.cnbc.com/2021/07/20/co2-emissions-will-hit-record-levels-in-2023-iea-says.html

8 https://www.konicz.info/2022/10/02/die-subjektlose-herrschaft-des-kapitals-2/

9 Per falsa immediatezza, si intende la tendenza dei movimenti sociali a persistere inconsciamente  in modi di pensare che corrispondono alle condizioni e alle contraddizioni sociali contro cui sono effettivamente diretti.

10 https://www.konicz.info/2018/01/28/querfront-als-symptom/

11 https://www.flickr.com/photos/195176309@N02/albums/72177720302173237

12 https://www.konicz.info/2021/09/20/telepolis-eine-rotbraune-inside-story/

13 https://twitter.com/SWagenknecht/status/1560591239233253378

14 https://www.tagesschau.de/inland/innenpolitik/sommerinterview-schirdewan-linkspartei-101.html

15 https://www.konicz.info/2022/01/31/werteverfall/

16 https://www.nd-aktuell.de/artikel/1146327.modernen-monetaeren-theorie-gelddrucken-bis-zur-vollbeschaeftigung.html

17 https://www.konicz.info/2021/08/08/dreierlei-inflation/

18 https://www.konicz.info/2021/08/08/dreierlei-inflation/

19 https://www.rbb24.de/politik/beitrag/2022/09/brandenburg-havel-demonstration-linke-rechte-energie-lachmann-kritik.html

20 https://www.heise.de/tp/features/Gemeinsam-gegen-Rothschild-3365791.html?seite=all

21 https://www.heise.de/tp/features/Nationalsozial-in-den-Wahlkampf-3580672.html?seite=all

22 https://www.konicz.info/2022/02/01/wahn-wenn-nicht-jetzt/

23 https://www.kontextwochenzeitung.de/politik/376/neo-aus-liberal-wird-national-5145.html

24 https://www.konicz.info/2021/06/29/schreiben-wie-ein-internettroll/

25 https://www.exit-online.org/textanz1.php?tabelle=aktuelles&index=1&posnr=556

26 https://www.streifzuege.org/2011/die-oekologischen-grenzen-des-kapitals/

27 https://twitter.com/b_riexinger/status/1455615222098563072

28 https://www.konicz.info/2021/09/20/telepolis-eine-rotbraune-inside-story/

29 https://twitter.com/tkonicz/status/1577331336829870081

30 https://www.rbb24.de/politik/beitrag/2022/09/brandenburg-havel-demonstration-linke-rechte-energie-lachmann-kritik.html

31 https://www.konicz.info/2022/04/26/krisenimperialismus-und-krisenideologie/

32 https://www.spiegel.de/politik/leipzig-sahra-wagenknecht-als-rednerin-bei-linke-montagsdemo-ausgeladen-a-e84ae5ef-89e9-436f-8202-0241fe83175a

33 https://www.t-online.de/nachrichten/deutschland/parteien/id_100045786/sahra-wagenknecht-beschwert-sich-in-wut-sms-ueber-bodo-ramelow.html

34 https://www.sueddeutsche.de/politik/ramelow-afd-thueringen-1.4834648

35 https://www.heise.de/tp/features/Haben-die-Querdenker-mitgeschossen-6199358.html

36 https://www.konicz.info/2020/12/09/der-linke-bloedheitskoeffizient/

37 https://www.rbb24.de/politik/beitrag/2022/09/brandenburg-havel-demonstration-linke-rechte-energie-lachmann-kritik.html

38 https://www.konicz.info/2021/08/17/von-gruenen-und-braunen-faschisten-2/

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