« Ma non è si è trattato solo di un mero fine esterno - il quale avrebbe stabilito, dapprima, una connessione tra lo sviluppo della scienza e la rivoluzione militare, e poi con il capitalismo che ne è conseguito in seguito - quanto, piuttosto, proprio della base epistemologica di quella stessa scienza. Inoltre, la razionalità scientifica ha definito il suo oggetto come un oggetto da sottomettere, il che si riflette anche nell'eloquente metafora del linguaggio scientifico "oggettivo", come spiega Evelyn Fox Keller. L'abbandono dei dogmi della teologia non costituì una reale emancipazione del sapere, ma fu piuttosto un atto che lo manteneva sotto il marchio dell'emergente complesso militare-industriale e della sua teologia economica secolarizzata. In un simile contesto, era inevitabile che la natura apparisse come un oggetto estraneo e ostile.
L'oggettività si è trasformata in oggettivazione, la conoscenza in violazione. La visione comune del mondo - posta a fondamento delle varie forme di oggettivazione - è una visione meccanicistica. Infatti, solo gli oggetti meccanici si lasciano completamente oggettivare e manipolare. Allo stesso modo in cui lo Stato moderno riduce l'individuo vivente a un'astrazione giuridica, e così come la logica dell'economia esige che la società venga ridotta alla materia morta del denaro, anche la scienza riduce i processi naturali a un vincolo meccanico. Questo riduzionismo non deriva necessariamente dalla conoscenza della natura stessa, ma è piuttosto un prodotto di quella che è la tendenza storica all'oggettivazione soggettiva. Nella prassi sociale, il riduzionismo economico, politico e scientifico ha finito per sposare una struttura totalitaria, nella quale la persona e il mondo vengono definiti come se fossero degli oggetti ostili da manipolare.
L'economia industriale ha potuto fare un uso così rigoroso della scienza solo a partire dal fatto che la razionalità scientifica procede dalla medesima radice, e fin dalla culla obbedisce a un analogo imperativo. Anche al giorno d'oggi ci troviamo a fronteggiare un complesso militare, economico e scientifico. È stato perciò inevitabile che il soggetto manipolatore - colui che, come scienziato, come politico e come economista, si separava in termini assoluti dai suoi propri oggetti - finisse poi anche lui per trasformarsi in un oggetto, e per essere manipolato; un semplice servitore, retrocesso e confinato al ruolo di realizzatore di complessi militari-industriali ed economico-tecnologici. »
- Robert Kurz, da "Tecnologie apocalittiche", pubblicato su "Revue Jaggernaut" n°4 -
fonte @Acid Prod
Nessun commento:
Posta un commento