« Il soggetto, insisteva Marx nei Grundrisse, viene liquidato dal capitale, fin da subito. Tra gli esseri umani che partecipano al processo del capitale, "è impossibile", come scriveva Marx, "rilevare una qualsiasi differenza, o addirittura una antitesi tra essi, e neppure una diversità". Anche se ciò è vero solo per gli esseri umani visti in un processo di scambio – ma esistono altri tipi di umani nel capitalismo? – Marx si spinge oltre, e arriva a dire, concludendo, che il capitale procede da sé stesso in quanto soggetto attivo, in quanto soggetto del processo, indipendentemente da quelle che sono le sue relazioni con il lavoro. Marx sostiene che il solo soggetto del processo di circolazione del capitale è il capitale. Vale a dire che ciò che questo significa per noi è piuttosto semplice: è stato solamente prima dell’emergere del capitale, che si potevano trovare ancora dei soggetti. Col capitale, niente più soggetti – solo soggettività. Il capitale, spiega Marx, è il processo di autovalorizzazione del valore, un processo che ha raggiunto l’indipendenza dall’intervento umano: gli esseri umani, che ora nascono come se fossero dei momenti nel processo riproduttivo del capitale,sono "mezzi di produzione viventi".
In quanto processo di autovalorizzazione del valore, il capitale è l’espropriazione dell’abilità umana di creare, preservare e aumentare il valore. All’interno del processo di circolazione del capitale, solo un soggetto ha possibilità d’azione: il capitale. È il capitale a porre le condizioni oggettive dell’esistenza del lavoro vivo, un’esistenza che si trova a essere separata in due momenti estremi, la produzione e il consumo. Tuttavia, per il capitale il consumo è solo un momento nel processo di produzione. Ed è la presupposizione del consumo a sostenere la circolazione del capitale."La produzione non produce solamente l’oggetto ma anche il modo del consumo, e lo fa non solo oggettivamente bensì anche soggettivamente. La produzione crea pertanto il consumatore". Marx, qui, parla dell’identità immediata di produzione e consumo: il produttore - il cui tempo libero viene speso da lui in quanto consumatore - è a sua volta il prodotto dal proprio consumo, in quanto esso costituisce un momento necessario di un processo di produzione. Ed ecco che, questo modo, il capitale è la mediazione tra i poli estremi di tutto il processo. Il capitale è "il soggetto - i cui momenti sono soltanto i suoi due lati estremi" - che annulla l’autonomia di questi due estremi , solo "per porre sé stesso come unico momento autonomo". Ciò che spesso è passato inosservato, è proprio ciò che Marx invece vede come il risultato del processo: «es ist die beständige Tendenz des Kapitals, sie [die Arbeiter] auf diesen nihilistischen Standpunkt herabzudrücken». Questo passaggio, tradotto [in inglese] da Moore e da Aveling come: «La tendenza costante del capitale è spingere il costo del lavoro a zero». Sembra che la traduzione (forse a causa del fatto che Engels partecipò all’edizione di questa versione) non venne mai messa in discussione. Ma Marx dice qualcosa di completamente diverso, dice che: «La tendenza costante del capitale è abbassare gli operai fino a questo punto nichilistico». Per Marx, la tendenza costante del capitale porta al nichilismo.»
(Ulysse Carrière )
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