Il giovane studioso Anton Lizavin, nel compilare una tesi sugli scrittori della sua regione, si imbatte nel nome di Simeon Milaševic, una figura marginale e dimenticata, eppure velata di fascino e mistero. Indagando negli archivi, Anton rinviene un piccolo baule pieno di carte apparentemente senza valore, ma sulle quali sono annotati appunti sparsi, riflessioni sospese e aforismi densi di complessità: sono involucri di caramelle che Milaševic ha utilizzato per riversarvi i suoi pensieri, nascondendovi una rivelazione assoluta che Anton è determinato a decifrare. I suoi sforzi si trasformeranno ben presto in un'ossessione, e tra i due scrittori inizierà così un inseguimento surreale e metafisico nel quale, pagina dopo pagina, le loro voci si risponderanno fino a mescolarsi. Sullo sfondo di un'Unione Sovietica provinciale e fantastica, tra sette religiose che riesumano i morti e li cuociono come carne, studenti che catalogano meticolosamente le proprie allergie credendo di potervi scorgere i più profondi segreti e grotteschi fabbricanti di dolciumi che svolgono segretamente il ruolo di mecenati rivoluzionari, la ricerca di Anton proseguirà fino a confondere in modo irreversibile i confini di epoche e uomini, di realtà e immaginazione; in un vorticoso intrecciarsi di linee divergenti al centro delle quali è sepolta, forse, una verità ultima sull'esistenza terrena. Mark Charitonov dà vita a un classico contemporaneo, erede della scrittura di Gogol', Pasternak e Nabokov. Composto all'oscuro della censura sovietica, Linee del destino ci conduce, attraverso un'umanità multiforme e carnevalesca, a contemplare il barlume di un'illuminazione sulla natura degli esseri viventi; perché è solo nella nostra interconnessione che possiamo aspirare all'assoluto.
(dal risvolto di copertina di: MARK CHARITONOV, "Linee del destino". Traduzione di Margherita Crepax ed Emanuela Guercetti IL SAGGIATORE Pagine 512, €24)
Un enigma sulla carta delle sigarette
- di Orazio Labbate -
Se per un dispetto del destino si fondessero le narrazioni enigmatiche di Enciclopedia dei morti di Danilo Kiš e di Il Re Giallo di Robert W. Chambers, da questo pauroso accoppiamento verrebbe fuori un romanzo inquietante come Linee del destino di Mark Charitonov, composto dal 1981 al 1985 ma pubblicato solo dopo la caduta dell’Urss. Nelle letterature di Kiš e di Chambers a elettrizzare la trama, istituzionalmente inesistente, è un costante e ossessivo tentativo ermeneutico che permea e soffoca le loro opere dall’interno. Questo preoccupante desiderio di interpretare punta su scrittori oscuri, forse mai esistiti. È questa stessa insana e sfrenata curiosità ad animare il protagonista del romanzo di Charitonov, il giovane Anton Andreevic Lizavin, il quale dedica la propria tesi di dottorato agli scrittori russi degli anni Venti. Si imbatte, durante le ricerche, nel nome oscuro di Simeon Milaševic, un autore scomparso, confinato a Stolbenec, di cui si sa in fin dei conti poco, nonostante le personali e fantomatiche informazioni. Senonché dall’archivio regionale consultato da Lizavin, a tesi quasi pronta, viene fuori tra i documenti scartati dentro un bauletto — nel cuore kafkiano del deposito — un numero incredibile di involucri di caramelle. Si chiamano fantiki e sul rovescio campeggiano le criptiche e profetiche narrazioni di Milaševic sotto forma di appunti, abbozzi di ogni genere, parolette isolate, frammenti vari, pensieri. Non un unico documento o romanzo, ma una specie di deliri da sibilla oscura. Un grosso enigma che merita, per Lizavin, uno studio a parte. Ma fino a che punto si spingerà l’ossessione dello studioso? Puro piacere intellettuale oppure immedesimazione maniacale pericolosamente prossima alla pazzia?
«Con il passare del tempo però il lavoro sulle carte di caramella soppiantò a poco a poco le sue occupazioni scientifiche, forse più produttive e di maggior valore. E più rovistava in quel mucchio di foglietti, tanto meno capiva Milaševic. Al contrario, sentiva crescere dentro di sé la sensazione di un’inquietudine dapprima vaga, di uno strano, intimo disagio».
Attraverso uno sviluppo strutturale quasi diaristico, fatto di una lingua puntuale, curiosa e immaginifica — che non rinuncia alla puntigliosità indagatoria di un giallo metafisico — Linee del destino rientra nella categoria atipica di quei romanzi cult che nascondono un mistero aggressivo tra le pagine di un manoscritto dimenticato, nelle sequenze di una pellicola proibita, nella forma storpia di una reliquia ritrovata. Se si volesse associare il romanzo di Charitonov alla dimensione del telefilm, non vi è dubbio nel citare Cigarette Burns di John Carpenter. Per il regista americano dell’orrore la ricerca disperata del film, La Fin Absolue du Monde, porta il collezionista di pellicole rare, Kirby Sweetman, allo sfinimento fisico e mentale; per Charitonov le annotazioni disordinate e infernali di Milaševic sui fantiki hanno, forse, lo stesso terribile effetto su Lizavin.
- Orazio Labbate - Pubblicato su La Lettura del 28/8/2022 -
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