Ospiti e parassiti. Questo libro racconta il loro favoloso banchetto. Libro d’orecchio e di bocca, di carestia e di uccisioni, di saperi e di asservimenti. Il parassitismo è un fenomeno logico, fisico, biologico, antropologico, economico-finanziario, ma anche informatico, sociologico, religioso, storico, etico e letterario. Il parassita è qualcuno che mangia presso un altro e a sue spese. È l’essere della relazione. È necessario alla relazione. Il parassita è essere e non essere. Inventa qualcosa di nuovo. Poiché non mangia come tutti gli altri, costruisce una nuova logica. Il parassita è un operatore, è un clinamen generalizzato. Il tempo irreversibile del vivente inizia con l’introduzione di un parassita. Nella vicinanza comune di ciò che si chiama inerte e di ciò che si definisce vivente, un certo virus si riproduce in maniera parassitaria. Il tempo irreversibile della storia inizia con l’introduzione dell’uomo parassita. Almeno a partire dall’agricoltura e dall’allevamento.
(dal risvolto di copertina di: Il parassita, di Michel Serres. A cura di Gaspare Polizzi. Mimesis, pagg. 308, € 22)
Restare attaccati a una logica parassitaria
- di Gaspare Polizzi -
Nel (1990) Michel Serres descrive la trasformazione radicale nell’attuale condizione dell’umano, che ha travolto la concezione di una filosofia della storia centrata sulle vicende umane. Mai come in questi ultimi decenni la biosfera è stata plasmata dalla massa degli otto miliardi di umani: catastrofi ambientali, sfruttamento delle risorse, perdita della biodiversità, sofisticate tecnologie che operano nella sfera della vita, diffusione sempre più accelerata di epidemie, guerre micidiali. Ne deriva, per la filosofia, un ripensamento, ugualmente radicale, del rapporto gnoseologico ed etico tra soggettività e oggettività. Serres ha ripensato questo rapporto in un libro prezioso, Le parasite, pubblicato nel 1980 e soltanto ora tradotto in italiano. «La catena del parassitismo è irreversibile come il flusso di un fiume» e in quanto tale «si ritrova dappertutto, dalla favola alla storia, dalla commedia alla filosofia, dall’immaginario allo scientifico».
Proprio perché il parassitismo è una funzione sistemica di fenomeni biologici, antropologici, letterari, economici, per sondarne la logica Serres sviluppa nel Parassita un ventaglio di linguaggi e processi interpretativi. La dimensione biologica del parassitismo giocata nel rapporto esterno-interno tra virus, umani e reservoirs partecipa di una struttura biologica, materiale e simbolica variamente analizzata da Serres nello sforzo di mettere in rapporto i caratteri antropologici e sociologici dell’appropriazione parassitaria con le dinamiche biologiche. Logica e antropologia sono due tra i linguaggi possibili per nominare il parassitismo. Le Parasite si misura con l’antropologia favolistica che presenta la funzione parassitaria da Esopo a La Fontaine.
Se dalla logica favolistica si passa alla termodinamica della vita, l’energia organizzata che si configura negli organismi viventi si riconosce sia come principio d’ordine interno che come produzione di disordine e di rumore nell’ambiente circostante. La trasformazione dell’energia, orientata in direzione neo-entropica nella strutturazione del vivente, incrementa parallelamente l’entropia dell’ambiente, secondo una logica squisitamente parassitaria.
Sul piano evolutivo la dinamica parassitaria appare indiscernibile da quella evolutiva: «il parassita è l’operatore attivo e l’operazione logica dell’evoluzione, del tempo irreversibile della vita» o, con quella che riconosce come la migliore definizione, ricavata dalla termodinamica, «il parassita è un eccitatore termico», che produce un cambiamento di stato: «La teoria del parassita installa catene inattese dove piccole cause molto fini sono seguiti da effetti nulli o da effetti di ritorno o da effetti immensi e catastrofici».
Il culmine catastrofico della dinamica parassitaria si presenta nella vicenda antropologica, giuridica ed economica della storia evolutiva e culturale dell’umanità: «Il parassita umano è di un altro ordine in rapporto al parassita animale: questo è uno, quello è insieme, questo è tempo, quello è storia, questo è giardino, quello è provincia. Distruggere un giardino o distruggere un mondo». Un principio di parassitismo è lo stare attaccati al proprio luogo. Ciascuno di noi è parassita del suo luogo, ciascuno di noi tende a estendere il luogo del proprio parassitismo. Il parassita ha un solo nemico: colui che può soppiantarlo, in posizione di parassita, che può occupare il suo luogo, che può parassitarlo per potenza. Per esempio un virus globale pandemico. Nel mondo umano la logica parassitaria si esprime con la violenza e il potere, individuali e collettivi, che producono l’occupazione dello spazio: «Il potere è sempre l’occupazione dello spazio». La violenza e la guerra distruggono il pagus, il pezzetto di terra coltivabile che apparteneva alla tribù contadina per la presenza dei cadaveri degli antenati lì sepolti. Distruggono la «pace», parola che deriva dal recinto del pagus, dalla sua delimitazione per mezzo di un piolo, che fungeva da confine, luogo nel quale ci si ritrovava per pacificare le relazioni tra vicini. Ecco insieme un atto primario di parassitismo biologico e il segnale di un’origine confinaria dei contratti di proprietà e del pacifico riconoscimento reciproco tra proprietari. Chi ha recinto un terreno lasciandovi dentro tracce biologiche forti acquista il proprio diritto su quel territorio, che diventerà sua proprietà, nel segno di un complesso passaggio a Nord Ovest dall’etologia all’antropologia, all’economia e al diritto. Maestri di parassitismo extra-specifico, gli uomini praticano ampiamente anche quello intraspecifico, a partire dalla relazione biologica e culturale altamente squilibrata tra maschi e femmine.
Serres ha sempre vagheggiato un trattato di pace siglato dalla specie umana con la Biogea, con la base materiale inorganica della vita e con tutti gli esseri viventi, piante e animali, dai più temuti parassiti, i virus, agli amici fraterni, gli animali domestici. Nel segno della permutazione della funzione parassitaria in apertura amorosa, del parassitismo in simbiosi. La relazione amorosa ha una dinamica incomprensibile, ma salva gli uomini nel loro rapporto con il mondo: «Tutto ha una ragione. L’amore non ne ha nessuna. Sfugge alla scienza e all’analisi. La ragione illumina il mondo. L’amore lo salva» (En amour sommes-nous des betes?, 2002). Amore, umiltà, simbiosi, senso del limite sono le virtù globali che l’umanità dovrà riscoprire rinnovando il roussoviano Discorso sull’origine e i fondamenti dell’ineguaglianza tra gli uomini: «“il primo che, avendo chiuso un giardino, osò dire: ’questo mi basta’, e rimase egonomo senza ambire a più spazio, fece la pace con i suoi vicini e mantenne il diritto di dormire tranquillo, di scaldarsi, e inoltre il diritto divino di amare”. Ecco il Jean-Jacques in versione Michel Serres» (Le Mal propre, 2008). Soltanto a queste condizioni il parassitismo umano offrirà alla Biogea il volto della simbiosi.
- Gaspare Polizzi - Pubblicato sulla Domenica del 15/5/2022 -
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