lunedì 18 luglio 2022

Dialogo !!

Che cos'è un dialogo? Come si fa a dire all'altra persona che si vuole davvero parlare con lei, che si sta parlando davvero con lei, che non si sta fingendo, che non si stanno proferendo parole per niente, parole vuote, parole per farla finita, per finire di parlare con lei, per passare a qualcos'altro, qualcosa di più importante, di più urgente; ma che invece vogliamo prenderci il tempo, tutto il tempo, il tempo che ci serve, per cercare di capire di cosa si tratta, di cosa si tratta quando le parliamo, perché se le parliamo veramente, nel modo in cui lo intendiamo, in tutto quello che diciamo, in tutte le parole, in tutte le frasi, ecco che allora, quando parliamo, c'è qualcos'altro, un'altra cosa, completamente diversa, che dà a queste parole e frasi la loro efficacia, senza la quale le parole e le frasi non hanno alcuna efficacia, e questa cosa è il desiderio, il desiderio di parlare con chi si parla proprio in questo momento, e riguarda come si viene percepiti, e cosa si percepisce facendolo, cosa si nega, cosa si spera, cosa si mette in atto, come si procede, senza pensarci, pensandoci, e cosa si realizza quando si parla, quando si dialoga.

Un breve dialogo di Kafka:
«Non riuscirai mai ad attingere acqua dalle profondità di questo pozzo».
«Quale acqua? Quale pozzo?»
«Chi è che m’interroga?».
Silenzio.
«Quale silenzio?».

Perciò, parlare è sempre stare di fronte all'altro con una domanda, disponibili a una risposta, aperti, interessati, in attesa di una risposta. Parlare con qualcuno, essere disponibili verso un altro, desiderare di incontrare qualcuno che non si conosce. Parlare implica sempre una domanda fondamentale per chi parla: «Mi stai ascoltando?»

Al contrario, in Alice attraverso lo specchio:

«Quando io uso una parola», disse Humpty Dumpty in tono non privo di disprezzo, «la parola significa quello che io voglio farla significare, né più né meno».
«La questione è», disse Alice, «se può dare alle parole tanti significati diversi».
«La questione è», ripeté Humpty Dumpty, «chi è che comanda... ecco tutto».

Questo è tutto, punto e basta, fine del dialogo... Ma cosa succede? Humpty Dumpty cade dal muro e si rompe in mille pezzi, e tutti i cavalli del re e tutti gli uomini del re non riuscirono a rimettere insieme Humpty Dumpty. Il destino di questo grande uovo autoritario, perentorio e stupido, che pensa di potersi appropriare del linguaggio e che le parole gli appartengono, che non ha capito che le parole sono di tutti perché non sono di nessuno, ma di tutti.

fonte: leslie kaplan

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