venerdì 29 luglio 2022

Contro la Metafisica del Soggetto !!

« Non esiste alcun altro principio del marxismo che riesca a sembrare più fondamentale della divisione della società in classi sociali. La classe, l'interesse di classe, la lotta di classe, la storia della lotta di classe sembrano costituire l'alfa e l'omega della teoria marxista. Eppure, ciò nonostante, l'opera principale di Marx non si intitola "La classe", e non inizia a partire dall'analisi di questa categoria, bensì con quelle della merce e della forma-valore. E se il Capitale si chiude deducendo il sistema delle classi, questa posizione dimostra che le classi sono in definitiva solo una categoria secondaria e derivata in quello che è il ricco apparato teorico del Marx della maturità: le classi sociali sono di fatto strettamente collegate alla teoria del feticismo della merce. Ora, tuttavia, a prescindere dalle sue varianti, il marxismo tradizionale ha finito per capovolgere, mettendolo a testa in giù, questo rapporto tra le categorie fondamentali del capitalismo e quelli che sono i loro contenitori sociologici. Le classi sono state erroneamente considerate come soggetti privi di apriorità sociale e sono sembrate sussumere tutto l'insieme delle diverse categorie riproduttive del capitale sotto la ragione definitiva e finale di una soggettività sociologica.

In un testo incisivo e determinante al fine del rinnovamento della sinistra anticapitalista, Robert Kurz ed Ernst Lohoff si propongono di ripristinare la scintillante critica marxiana dell'economia politica nel suo rapporto con le classi sociali, facendolo sulla base di un commento puntuale dell'opera matura di Marx; e questo, al di là di quello che è stato il suo travestimento sotto le fattezze di un sociologismo affermativo superficiale, e di una metafisica del soggetto proletario rivoluzionario. »

Robert Kurz & Ernst Lohoff, Le Fétiche de la lutte des classes, Thèses pour une démythologisation du marxisme
- Suivi de Le Manifeste du parti communiste au prisme du double Marx Robert Kurz -
Traduit de l’allemand par Wolfgang Kukulies

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