I nostri "INTERESSI" sono costituiti in maniera capitalistica
(il capitalismo è una totalità)
A dover essere inteso in senso storico-sociale, non è solo il contenuto degli interessi, ma anche il concetto stesso di “interesse”, in quanto forma di percezione e coscienza storicamente specifica e relativa a una forma di sintesi sociale, vale a dire, per un tipo di società. Assumendo la forma-soggetto moderna, l'individuo acquisisce una forma di percezione e di coscienza adeguata e necessaria per poter (soprav)vivere in una società governata dalla merce e dalla moltiplicazione del denaro. Se nella società moderna, la forma-merce - cioè la determinazione sociale secondo cui le cose sono merci - è diventata una forma universale, ciò è avvenuto perché il capitalismo ha trasformato la forza lavoro in una merce, della quale i portatori possono disporre liberamente, affrancati da quelli che prima erano tutti i rapporti di dipendenza personale premoderni, come dire, da tutti i vincoli tranne uno: quello di guadagnare denaro, in modo da riprodurre sé stessi (e la propria famiglia) attraverso l'accesso al denaro e diventare così il portatore vivente del fine in sé della crescita economica, andando pertanto a occupare le varie posizioni inserite nelle sfere differenziate (economica, culturale, politica, educativa, sanitaria, ecc.) e partecipando alla riproduzione complessiva dell'intera società. Per l'individuo, l'utilizzo del mondo del capitale si basa sulla necessità di avere a disposizione quanto più denaro possibile; cosa che di conseguenza diventa così il primo astratto "interesse personale". E dal momento che questo interesse è necessariamente condiviso da tutti i membri della stessa società, ecco che allora essi dovranno perseguirlo in competizione tra loro, immergendosi, se necessario, sempre più profondamente nelle «gelide acque del calcolo egoistico».
Catturato in queste relazioni sociali, l'individuo in quanto "lavoratore autonomo" - separato dagli altri dalla forma-merce delle relazioni sociali - ha come unico dovere la propria riproduzione monetizzata, e riesce a percepire la propria situazione solo in termini di interesse monetario personale (o aggregato nella forma dell'unità familiare). Qualunque sia il loro posto nella sociologizzazione della relazione capitale-feticcio, tutti gli individui, così come tutti i gruppi sociali, vengono pertanto preformati dalla forma-valore, e il contenuto dei loro bisogni "fondamentali" - visti invece come inessenziali - non appare loro come tale, ma si trova a essere plasmato negli interessi costituiti capitalistici, vale a dire che tale contenuto appare fin dall'inizio nella forma-denaro, e dipende dal fatto che la valorizzazione del capitale (della crescita economica!) funzioni. Pertanto, sia il salario dell'operaio che il profitto del capitalista costituiscono quelli che sono solo due poli di un antagonismo già preformato all'interno del sistema capitalistico. Ecco che così la forma sociale dell'astrazione reale del valore è comune a tutte le classi sociali, ed è la causa del conflitto dei loro interessi.
Nel processo di produzione, la classe operaia si costituisce socialmente solo come "maschera del capitale variabile", essa costituisce il capitale fluido e vivo all'interno di questa metamorfosi del valore in altro valore. Se, come pensava Rosa Luxemburg, «l'interesse dei lavoratori è ovunque lo stesso di fronte agli interessi capitalistici», questi interessi divergenti delle classi all'interno della forma di vita capitalistica esistono e si determinano solo all'interno dello stesso quadro sociale, quello della forma comune e globale dell'insieme delle classi intra-capitalistiche della socializzazione moderna, che è l'auto-movimento su sé stesso del lavoro astratto nella forma della moltiplicazione vuota e astratta del denaro.
Qualsiasi interesse (aumento dei salari, miglioramento delle condizioni di lavoro, rivalutazione delle prestazioni sociali, dell'indicizzazione, della fissazione delle pensioni e dell'età pensionabile, ecc.) presuppone la crescita economica. All'interno della forma di vita capitalista, tanto per la forma di pensiero sindacalista, familiare, personale, quanto per qualsiasi critica del capitalismo fatta "dal punto di vista del lavoro", la coscienza socializzata in questo movimento può realizzarsi solo sotto le caratteristiche di una lotta di interessi tra due rappresentanti di stadi diversi dello stesso movimento metamorfico: quello di trasformare 100 euro in 120 euro. Ogni critica radicale, realistica e conseguente della società attuale consiste nel tagliare questo nodo gordiano del capitale in cui si trovano inserite le nostre vite.
- Palim Psao - Pubblicato su Facebook il 2 aprile 2022
fonte: Palim Psao
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