venerdì 8 luglio 2022

il cranio del marchese…

In carcere con l'accusa di aver violato le regole sociali, de Sade ne approfitta per intensificare ulteriormente i suoi comportamenti e attività scandalistiche: rinchiuso nella Bastiglia, nel 1785 inizia a scrivere "Le 120 giornate di Sodoma". E per evitare di essere scoperto, e che gli venga confiscato il manoscritto, scrive la sua opera in calligrafia minuscola su 33 fogli di 11,5 cm. incollati insieme a formare un rotolo lungo 12 metri riempito su entrambe le facciate: nel 1789, nell'imminenza dell'invasione della Bastiglia, Sade viene trasferito a Charenton. Si ritiene che il rotolo-manoscritto sia stato da lui nascosto in una fessura della cella, e sebbene Sade non abbia mai più potuto rimettere le mani sul proprio lavoro, durante la demolizione della Bastiglia il manoscritto viene ritrovato da un tale Arnoux, che poi, in seguito, lo venderà alla famiglia di bibliofili Villeneuve-Trans.

Il 2 aprile del 1790, in seguito all'abolizione dello strumento delle «lettres de cachet» (cosa che viene commentata da Foucault ne "La vita degli uomini infami"), Sade, dopo 13 anni di prigione viene rilasciato e si stabilisce a Parigi (la mancanza di esercizio fisico lo ha reso talmente obeso da potersi muovere a fatica). Il 26 luglio 1794 viene condannato a morte, insieme ad altre 27 persone, con la vaga accusa di «intelligences et correspondances avec les ennemis de la République»: viene salvato dalla caduta di Robespierre. Negli anni successivi si guadagna da vivere scrivendo opere pornografiche in forma anonima. Nel 1801, Sade torna in prigione per volontà di Napoleone, allora ancora console, il quale stava cercando di riappacificarsi con la Chiesa (che Sade aveva attaccato con veemenza, non solo nelle sue opere ma anche nei vari discorsi tenuti durante gli anni 1790).

Alla sua morte, nel 1814, Sade lasciò un'enorme opera inedita: "Journées de Florbelle, ou la Nature dévoilée", il cui manoscritto verrà poi bruciato dalle autorità con il permesso (e il supporto) del figlio Claude-Armand. Nel suo testamento, Sade chiede che dopo la morte il suo corpo venga mantenuto intatto (nessuna necroscopia o esperimenti) e che sia sepolto nella sua patria senza alcuna cerimonia religiosa. Viene sepolto a Charenton, in presenza di un sacerdote, e quattro anni dopo, quando il cimitero viene spostato, un medico ottiene di avere accesso al suo cranio al fine di condurre studi frenologici (un altro medico, Spurzheim, realizzerà un modello del cranio di Sade, che però scomparirà qualche tempo dopo; il che ci porta a evocare l'occasione in cui Paul Valéry ebbe tra le mani il cranio di Cartesio).

fonte: Um túnel no fim da luz

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