In una sua recente conversazione a proposito di Ricardo Piglia, Alan Pauls ricorda il momento in cui egli entrò in contatto per la prima volta con lo scrittore, grazie a Josefina Ludmer e i suoi corsi di teoria letteraria tenuti a casa. Una delle cose interessanti di cui Pauls parla, riguarda un viaggio che egli fece in Europa intorno al 1978 («quei viaggi di due mesi che si facevano allora», egli dice).
Uno dei suoi principali obiettivi, in quel viaggio, era stato quello di comprare, per regalarlo a Piglia, una copia del libro di Jurij Tynjanov, all'epoca reperibile solamente in Italia, dal titolo "Avanguardia e tradizione", con ogni probabilità proprio nell'edizione del 1968 qui sopra riprodotta (e ancora acquistabile, per quanto possa sembrare incredibile): parte del divertimento del viaggio era consistito nel «poter tornare a Buenos Aires, e dare il libro a Piglia», dice Pauls
Solamente l'idea che un viaggio possa essere riassunto nella ricerca di un libro, di un libro per un amico (un amico "più grande", una sorta di modello, qualcuno che leggeva i racconti di Pauls quando Pauls non era ancora Alan Pauls), il libro di un «formalista russo» il quale, per inciso, è stato e continuerà a essere importante per la poetica di Piglia, un autore che compare tanto nei suoi saggi quanto nella sua narrativa: Tinianov, nel libro oggetto della ricerca, dedica un intero saggio al problema dell'«evoluzione letteraria», e Ricardo Piglia gli attribuisce l'affiliazione «zio-nipote» nel suo "Respirazione artificiale", dove si può leggere che: qualcuno, un critico russo, il critico russo Iuri Tinianov afferma che la letteratura evolve, passando da zio a nipote (e non di padre in figlio). L'idea, tuttavia, viene da Viktor Sklovskij, come ho mostrato qui.
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