mercoledì 10 novembre 2021

Tradurre Marx

In questo testo introduttivo alle note di Marx, del 1843, sul libro "Elementi di Economia Politica", di James Mill, Alain Patrick Olivier torna sulle sfide legate alla traduzione di Max. Si tratta di un problema assai specifico: queste sono delle note, in tedesco, sul libro di Mill che poi viene tradotto in francese.  Il testo, è un breve saggio circa la traduzione che, come nota l'autore, «solleva dei problemi legati al tradurre, piuttosto che risolverli». Molto istruttivo.

Apparso sulla rivista La mer gelée, Le nouvel Attila, 2019, Numéro Or/Nummer Gold, pp.98-107.

Il comunismo della traduzione
- Karl Marx: Le note su James Mill -
di Alain Patrick Olivier, 2019

Il seguente passaggio è tratto da uno dei quaderni scritti a mano da Karl Marx durante il suo esilio a Parigi nel 1843, e che Friedrich Engels chiamava i "Quaderni di Parigi", da cui nel XX secolo saranno tratte le varie edizioni e traduzioni postume dei Manoscritti del 1844, altrimenti noti come Manoscritti economici e politici. Questo era un periodo della produzione del giovane Marx che sta ora godendo di una rinascita nella ricerca accademica, nella stampa, nei movimenti politici e sociali e persino nell'industria cinematografica: con il film di Raoul Peck, il cane morto è diventato un giovane protagonista . Se guardiamo il contenuto di questi manoscritti parigini, vediamo che non sono solo bozze teoriche per una critica dell'economia politica che avrebbe poi finalmente portato, dopo il superamento dell'hegelismo giovanile, al Capitale. Sono documenti di lavoro che consistono in un gran numero di note di lettura basate sulle opere che Marx ha letto in questo periodo, vale a dire, le opere degli economisti francesi e inglesi: Jean-Baptiste Say, Adam Smith, David Ricardo, John Ramsay McCulloch, Antoine Destutt de Tracy, Jean Charles Léonard de Sismondi, Jeremy Bentham, Pierre de Boisguillbert, James Maitland, il conte di Lauderdale, Wilhelm Schulz, Friedrich List, Frédéric Skarbek, Antoine-Eugène Buret; e James Mill.

Le note relative al libro di James Mill, "Elemens d'économie politique" [che si possono leggere qui, nella mia traduzione], tradotte dal pubblicista conservatore Jacques-Théodore Parisot nel 1823, sono quelle più sviluppate e complete: esse cominciano a partire dalla xviii pagina del secondo fascicolo e continuano nel terzo. Marx parla ancora di Nationalökonomie, ma la sua critica radicale a Mill tende alla sintesi che si realizzerà al più tardi tra l'Economia inglese, i trattati di "economia politica" francesi, e la Nationalökonomie tedesca. Nei Quaderni di Parigi si possono anche trovare delle note sulla Fenomenologia dello Spirito di Hegel. La lettura (critica) della filosofia speculativa si interseca così con la lettura (altrettanto critica) dell'economia politica. L'estratto che traduciamo qui, per "La Mer gelée", riflette questa specifica intersezione dove la critica dell'una viene portata avanti con le armi della critica dell'altra: gli economisti francesi e inglesi vengono messi a nudo con l'aiuto della critica della religione di Feuerbach e della dialettica di Hegel; la dialettica di Hegel si trova ricondotta sulla Terra grazie alla discussione sia delle teorie - allo stesso tempo ciniche e scientifiche - degli economisti, sia a quelle dell'Ideologia, viste nella prospettiva del materialismo. Non c'è soluzione di continuità. Ciò che ne risulta, è un singolare incrocio tra Cristo e il denaro, tra l'idealizzazione della proprietà e l'alienazione di Dio nell'uomo. Alienazione? Questo concetto hegeliano irrompe nel bel mezzo delle riflessioni di Mill sul denaro, sul Capitale, a partire dalla duplice terminologia di Entäußerung e Entfremdung. Marx usa l'economia politica per andare oltre il punto di vista della giovane critica hegeliana (come fa rispetto alla maggior parte dei testi di questo periodo). Ma i concetti dialettici intervengono a loro volta, e ritraducono nella realtà quel linguaggio dell'economia politica che è il derivato dalla critica della filosofia tedesca. Ecco la sussunzione, l'Aufhebung, della teoria economica nella dialettica che nuovamente sussunta. A questo si aggiunge l'essenza stessa di ciò che il denaro è secondo Mill e Marx: un «intermediario», un mediatore, un Mittler, o un Vermittler (un Messia?) tra la società e gli uomini, tra la proprietà e gli uomini, tra Dio e gli uomini. Feuerbach aveva già fatto di Cristo colui che rende superflua ogni Vermittlung, ogni intermediazione o procura umana, poiché il Mittler, il Mediatore, è proprio quel sogno-da-sveglio di una mediazione tranquilla, che viene sempre già attuata dal Redentore. Per Marx, l'alienazione della proprietà privata equivale all'alienazione di cui parla Cristo. È qui che va colto il processo di scambio reale, e la reciprocità o l'assenza di reciprocità (o di mutualità), di azione reciproca, di Wechselseitigkeit. La dimensione economico-teologico-politica viene espressa nel linguaggio della logica dialettica, e crea delle interferenze o dei cortocircuiti con il linguaggio degli ideologhi. Entäusserung, Entfremdung, Aufhebung, Vermittlung, Wechselseitigkeit: l'arsenale teorico che Marx prende in prestito dalla logica di Hegel viene messo al servizio della lotta contro l'economia borghese. Ma come tradurre questi termini? Non dovremmo dare loro un nuovo significato? Le note su James Mill non ci conducono forse a questo? E qual è il legame tra i concetti di Marx e quelli originali di James Mill? Quali sono i concetti propri e quali i concetti estranei? Questa situazione è ancora più complessa dal momento che Marx riassume in tedesco il testo che legge in francese, e che questo testo francese di Parisot è una traduzione dell'originale inglese di James Mill.

Ci troviamo perciò in un genere di stratificazione assai particolare. Per Marx, questo è il periodo degli Annali franco-tedeschi, i Deutsche Jahrbücher, il periodo dell'azione reciproca; in altre parole abbiamo un intenso trasferimento culturale tra la filosofia tedesca e le teorie economiche del socialismo e quelle degli ideologi francesi. Ma il lavoro di traduzione di Marx è assai diverso dal nostro, ed esso è lontano dalla preoccupazione filologica. Marx traduce a uso proprio, per il suo lavoro speculativo, per l'elaborazione della sua teoria, per la critica dell'ideologia borghese, per la produzione di un testo futuro, per il suo nutrimento personale. Egli omette alcuni passaggi, mentre si sofferma su altri. La sua "traduttologia" la si può vedere dai risultati, nei quali riusciamo anche a leggere quali spostamenti fa, rispetto al testo di Mill. Traduce sia il francese (economista) in tedesco (filosofo), sia il linguaggio dell'ideologia nell'elemento della realtà. Ora, è la sua traduzione stessa che obbedisce ai principi dell'economia politica. Consiste, come per la nostra, di appropriazione, riappropriazione, scambio, rapporti di potere, sfruttamento del capitale (teorico). Si potrebbe perfino rilevare in esso una concezione del potere, o addirittura anche la logica di un «comunismo» che è immanente al movimento stesso del lavoro di traduzione. Marx si ostina a condensare i lunghi periodi di Parisot. Laddove ciò consente che si giochi con il potere dei modi del possibile, Marx percepisce la dura necessità del verbo «müssen», di modo che così il governo come soggetto agente sparisca; la «conversione» monetaria di Mill/Parisot, in lui diventa Metamorfosi, Verwandlung. Riportata così con i piedi per terra, come abbiamo detto, ecco che la «sublime economia nazionale» e la sua retorica si convertono, si metamorfizzano in economia politica. Le note di Marx su James Mill hanno attratto la nostra attenzione, e non solo la nostra, anche perché sono oggetto oggi - soprattutto in Germania - di una sfida relativa all'interpretazione dell'opera di Marx, e di quella che sarebbe la sua teoria del Riconoscimento. Di conseguenza leggiamo queste note a partire dal lavoro di Axel Honneth, che li cita ne "La lotta per il Riconoscimento” (su suggerimento di Hans Joas), e dalle interpretazioni di questo libro. Cioè, questo vuol dire che noi traduciamo Marx a partire da un certo stadio del capitalismo e della teoria critica. Secondo Hans-Christoph Schmidt am Busch, per esempio, Marx ci avrebbe dato, in queste note, una delle poche espressioni di ciò che egli intende per relazione di scambio «umano», vale a dire non alienato, ossia una concezione di che cosa potrebbe essere la relazione di scambio non alienato, in una società non capitalista. Marx parte dalla concezione degli economisti in cui la teoria del Riconoscimento assume la forma di una teoria dell'azione reciproca, Wechselseitigkeit, però di una reciprocità distorta, che è in realtà una disumanizzazione reciproca. Più che mai, Marx qui fa funzionare il Wechsel, il «cambiamento», la metamorfosi, nella quale l'essere è relativo sia all'essenza dell'uomo che a quella della natura. Le note su Mill sono state pubblicate per la prima volta in tedesco, ma non integralmente. L'obiettivo principale era quello di estrarre dalle note quei frammenti in cui si esprimeva il pensiero originale di Marx. Questo è il caso della prima edizione tedesca del testo, pubblicata nel 1962 come parte delle opere complete di Marx ed Engels e poi ripubblicata, con una prefazione, nel 2012 (Marx-Engels Werke, Berlino, Dietz Verlag, Band 40, terza edizione, pagine 443-464). Vengono omesse tutte le prime pagine del quaderno, dove Marx riassume le idee di Mill capitolo per capitolo, per concentrarsi solo su quei momenti in cui interrompe la sua scrittura e arriva a parlare a proprio nome. Al contrario, invece, nella nuova e più recente edizione erudita delle opere di Marx ed Engels, intrapresa a partire dagli anni '70, da parte del Karl Marx Friedrih Engels Gesamtausgabe (MEGA 2), si trova il testo completo delle note su Mill, che viene trascritto, insieme ai passaggi più personali di Marx contrassegnati in grassetto (Vierte Abteilung. Exzerpte. Notizen. Marginalien. Band 2, Berlino, Dietz Verlag, 1981, pagine 428-470). È su tale edizione, che ci siamo basati per tradurre l'estratto che segue (pagina 447 e seguenti). Infine, va sottolineato che i manoscritti di Marx conservati all'Internationaal instituut voor Sociale Geschiedenis di Amsterdam possono essere anche consultati online.

A fortiori, il quaderno non è mai stato tradotto per esteso e in modo continuo in francese, ma solamente per estratti, in diverse occasioni, e in modo molto frammentato, come se le note non formassero un testo continuo. Nelle edizioni francesi, il passaggio che leggeremo di seguito viene omesso (nella traduzione di Roger Dangeville); inoltre, anche i vari interventi di Marx nelle sue note su Mill sono frammentati e messi insieme (nell'edizione della Pléiade diretta da Maximilien Rubel). C'è anche da dire che le traduzioni francesi seguono dei principi, o delle scelte di traduzione, che non sono quelle della letteralità. È. per esempio, il caso del presente estratto, che,  per quanto ne sappiamo, non è mai stato tradotto nella sua interezza.
In effetti, le note non sono a priori un'opera in cui si manifesta l'originalità del pensiero di Marx. Abbiamo detto che qui Marx lavora per il suo uso personale. Fa un resoconto lineare dei primi capitoli del libro, annotando i riferimenti alle pagine corrispondenti. Poi, a un certo punto, interrompe questo movimento dello scrivere a proprio nome, di scrivere le proprie riflessioni. Questi sono momenti dei rottura, o piuttosto di eruzione, anche di insurrezione perfino, e di rovesciamento all'interno della teoria, nel momento in cui Marx non riesce più a sopportare di dover seguire il testo di Mill; quando egli sente il bisogno di riportare la teoria alla realtà di ciò che per lui sono i cambiamenti nella società capitalista e di misurarla per mezzo della critica dialettica della religione. Ed ecco che all'improvviso irrompono dei concetti feuerbachiani del tutto eterogenei rispetto al vocabolario di Mill e di Parisot. Subito dopo, ecco che riprende la sua lettura di Mill, per poi abbandonarsi di nuovo a un'eruzione di critiche, prima di arrivare finalmente a completare il suo resoconto completo del libro. Questi momenti - eventi riflessivi che interrompono il flusso del prendere appunti in tedesco - ci consegnano i primi lineamenti della posizione dello stesso Marx, come la svilupperà poi nelle sue opere successive. Ed è per questo che queste note sono di particolare interesse sia per gli editori che gli interpreti. Qui traduciamo la prima di queste rivolte critiche. Siamo consapevoli che isolare il presente estratto da Marx sia un'astrazione, e che isolare in modo generale rispetto a tutto l'insieme delle note - come hanno fatto le edizioni precedenti - le isole di pensiero propriamente dette, equivalga a cancellare il contesto testuale, il lungo processo studioso o servo-formativo di appropriazione del pensiero dominante, nel quale questi momenti di opposizione assumono il proprio significato. Tuttavia, le idee sviluppate da Marx in questi passaggi mantengono anche un significato autonomo che ci ha portato proprio per questo a pubblicarli separatamente (come preludio a una prossima traduzione completa delle note di Marx su Mill). I passaggi in cui interviene, possono essere letti come aventi un valore intrinseco, dal momento che forniscono anche una teoria operativa di ciò che è il valore di scambio, il denaro o credito, o quello che sarebbe un rapporto di scambio umano in una società non capitalista. Questi sono tutti altrettanti contributi a una possibile resistenza teorica, se non addirittura a una teoria rivoluzionaria.

Visto che questi momenti di critica non possono essere dissociati dai movimenti di rivolta nella pratica del proletariato sfruttato contro il sistema di scambio istituito dalla borghesia capitalista borghesia in quel momento storico; dei movimenti che qui emergono come un solo movimento e come una teoria del movimento contro la concezione statica dell'economia classica e del suo determinismo del diritto, oggetto di critica filosofica: l'economia politica afferma la legge come un'astrazione, e dimentica o maschera la negazione della legge, la sua realtà dialettica, ciò che la mina e che è tuttavia capace di avere forza di legge. È chiaro che questo apre anche alla possibilità teorica di un movimento reale contro la scienza e l'ideologia della necessità. Abbiamo voluto proporre qui un tentativo di traduzione letterale che solleva, piuttosto che risolverli, dei problemi di traduzione, e attraverso le questioni di traduzione appaiono dei problemi concettuali che sono anche problemi di interpretazione, problemi scientifici, se non addirittura politici. Cos'è l'Entfremdung? Cos'è la Wechselseitigkeit? Cos'è l'Aufhebung? Qual è il valore di questi concetti sconosciuti degli economisti, e che cosa sono per Marx e per noi, ribelli al loro discorso?
Questo lavoro di traduzione si è scontrato con la difficoltà summenzionata del fatto che stiamo traducendo in parte ciò che è già una traduzione. Tradurre Marx in francese significa tornare alla lingua di partenza, quella di Parisot. Ma il cammino che porta da Atene a Roma non coincide con la strada che da Roma porta ad Atene. Così, in tal modo, finisce che traduciamo Marx con l'inflessione che lui stesso dà alla sua riscrittura di Parisot. Traduciamo quindi il tedesco «Geld», dal francese «monnaie», dall'inglese «money», come «argent»; traduciamo Mittler, dal francese «intermédiaire», come «médiateur» (nel modo più vicino possibile alla logica hegeliana, che è quella di Marx).
Marx è stato un grande stilista, un artista della lingua tedesca, come sottolinea Engels, ma qui non abbiamo scelto di offrire un equivalente del suo stile in francese, ma piuttosto, al contrario, di rimanere il più vicino possibile alla sua costruzione, con il doppio rischio di scorticare la lingua francese privandola dei suoi principi ritmici e sintattici, da un lato, e dei suoi principi lessicali, dall'altro, o quantomeno di scorticare la lingua francese liscia e accademica alla Parisot, producendo un irto francese filosofico, pronto a usare dei neologismi, ai solecismi o ai barbarismi, simile alle traduzioni eroiche di Hegel del XX secolo, quando si trattava di introdurre concetti come «estraniamento», «straniazione», «sussunzione». Si potrebbe dire che tale lavoro «distrugge» sia la lingua tedesca che quella francese, ma forse questa è un'occasione per rivelare invece così la sua dimensione dialettica, per dare un'idea del lavoro concettuale che è all'opera nel pensiero di Marx. Si spera che il lavoro filologico di traduzione, il più vicino possibile al testo e seguendo il principio della tabula rasa, ci permetta anche di riconsiderare dall'interno il pensiero di Marx e forse anche di abbozzare una nuova concettualità, una nuova sistematicità, a partire da questo principio di anti-sistematicità. Confidiamo nel testo affinché esso faccia emergere dal testo stesso concetti, categorie e problemi , senza pregiudicare però il lavoro di traduzione, e respingiamo l'idea di leggere Marx a partire dalle nostre intuizioni e interpretazioni della sua filosofia, del mondo, del capitalismo, che verrebbero poi così verificate nei testi.

L'estratto che traduciamo è stato tratto dalla pagina XXV del manoscritto originale di Karl Marx.

- Alain Patrick Olivier, 2019 -
Alain Patrick Olivier. Le communisme de la traduction : Karl Marx: Notes sur James Mill. La mer gelée, Le nouvel Attila, 2019, Numéro Or/Nummer Gold, pp.98-107.


fonte: Lire Marx

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