giovedì 25 novembre 2021

In ginocchio da te !!!

Covid-19, cospirazione e psicoanalisi
- di Sandrine Aumercier -

L'anno 2020 ha visto, grazie alla pandemia Covid-19 e alla situazione inedita a livello globale, un'impennata delle teorie del complotto, tra cui, ad un'estremità del continuum complottista, la crescita dell'importanza dei seguaci di QAnon [*1]. Queste teorie vanno dalle insinuazioni sul laboratorio di Wuhan, dal quale avrebbe avuto origine il coronavirus Sars-cov-2 (insinuazioni che sono attualmente infondate, e per una buona ragione, dato che la Cina limita o impedisce le indagini sul proprio territorio) alle accuse sulle intenzioni di Bill Gates di impiantare, per mezzo del vaccino, un chip in tutta la popolazione, oppure, ancora, il diabolico progetto di un «Grande Reset» orchestrato da Klaus Schwab. Simili affermazioni, possono essere verificate facilmente consultando l'omonima pubblicazione dello stesso Schwab, disponibile su Internet, la quale non è altro che un intreccio di proposte di stimolo neoliberiste, svolte rigorosamente sulla falsariga di un capitalismo che non riesce più ad accumulare e che sta cercando di ripristinare la sua immagine promettendo investimenti virtuosi. Niente di spettacolare.Dovremmo essere sorpresi che un qualcosa di così banale possa suscitare simili fantasie; ciò è senza dubbio dovuto al fatto che l'inconscio si esprime liberamente, a cielo aperto, limpidamente, quanto lo sono le nostre vite di lavoratori e di consumatori.
Che su innumerevoli argomenti rimangano dei dubbi, e che i decisori economici e politici non sono certo guidati dalle più nobili intenzioni, è inutile dirlo. È altrettanto indiscutibile il fatto che la pandemia legittimi le tendenze più autoritarie, lo stato di eccezione, la generalizzazione della sorveglianza digitale e la digitalizzazione accelerata delle attività. Ma sarebbe una cecità, per non dire altro, non averla vista arrivare; per non parlare del letargo collettivo con cui queste innovazioni sono state accolte, per anni, una dopo l'altra.
Pertanto, attribuire intenzioni diaboliche agli attori politici è diventata così l'ipotesi principale di certi movimenti che radicalizzano la paranoia ordinaria, e che di solito siamo tentati di considerare come solo un residuo di infantilismo. Le attuali spiegazioni a tendenza proiettiva - per esempio, la vecchia denuncia delle élite motivate unicamente dalla ricerca del profitto a spese della brava gente - oggi costituiscono il terreno di coltura delle peggiori teorie del complotto, e questo perfino nel loro demagogico appello al senso comune popolare, al fine di spiegare lo stato di un mondo che ha perso ogni bussola.
Ma se le reti sociali, conformemente a quella che è la loro essenza, si sono presentate come una fantastica cassa di risonanza per queste tendenze regressive, ora va notato l'impercettibile scivolamento di molti intellettuali nel pantano della cospirazione. Sembra che si siano rotte anche le dighe intellettuali. Questo colpisce anche un certo numero di psicoanalisti, i quali hanno iniziato a diffondere voci e documenti intrisi di furore populista, sostenendo che così facendo forniscono ai lettori l'accesso a intenzioni che vengono celate all'uomo comune (certamente, perché essi stessi ritengono di avervi accesso). Ne è un esempio l'articolo pubblicato sul sito della European Foundation for Psychoanalysis e firmato da molti psicoanalisti [*2]. L'uomo di Stato, ci viene detto, «è stato avvertito del pericolo» ma tuttavia «non ha predisposto nulla». La spiegazione, questi psicoanalisti ce la forniscono già preconfezionata, chiavi in mano, pronta per l'uso: tutto ciò non può essere altro che il risultato di un «desiderio inconscio», vale a dire, «un desiderio di causare sofferenza», che viene rapidamente diagnosticato come «sadismo». Ragion per cui: c'era qualcuno che sapeva, e che non ha fatto nulla, e inoltre non lo ha fatto per sadismo. Abbiamo qui degli psicoanalisti che sono in grado di indicare i colpevoli del disastro e, inoltre, anche di svelare quali sono gli arcani misteri inconsci dei nostri leader. In questo modo, la psicoanalisi non è più solo una psicologia da bar, ma scende proprio direttamente nei sotterranei. La tesi del sadismo di Emmanuel Macron viene diffusamente avanzata da Gérard Pommier nel suo libro sulla crisi dovuta al coronavirus [*3]. Alla base di tutto c'è solo l'odio per i ricchi e per le élite, che diventano il bersaglio personificato di una proiezione ghignante, e che è esentata dal criticare la natura del rapporto sociale capitalista [*4]. Si tratta solo di uno psicologismo volgare, che non comprende e non vuole sapere niente dell'analisi della struttura nella quale si trova intrappolato fino al collo.
Certo, Emmanuel Macron non ha l'umiltà di un'Angela Merkel, la quale si è recentemente profusa in scuse per aver osato proporre le festività pasquali in Lockdown (simpaticamente chiamato «riposo pasquale»). Ora, le scuse «storiche» della Merkel hanno una giustificazione che non ha alcun bisogno di essere ricercata nelle profondità del suo inconscio, dal momento che lei stessa ha dichiarato che: si trattava di gestire il «pagamento dei salari per le ore non lavorative, e la situazione relativa ai negozi e agli stabilimenti» (24 marzo 2021). Gli psicoanalisti dovrebbero sapere che i sadici non chiedono scusa, e dovrebbero anche aver notato che i nostri leader non ne traggono grossi vantaggi.

Lo sfogo populista si limita a dire che i ricchi hanno un sacco di soldi, e che «se volessimo» si potrebbero benissimo trovare i soldi per pagare queste ore non lavorative: «Il denaro è sempre stato disponibile. La Banca Centrale lo sta distribuendo oggi, senza esitare, per aiutare i grandi gruppi». Si sa: basterebbe prendere ad alcuni e dare agli altri. Questa visione del mondo non sembra tanto preoccuparsi della distruttività di questo modo di produzione, quanto piuttosto assicurarsi di ricevere le briciole. Ma soprattutto, è la stagnazione strutturale della crescita globale, che continua da decenni, che dovrebbe essere sufficiente a dimostrare che le montagne di «ricchezza» che pensiamo stiano sgocciolando tutt'intorno a noi, sotto forma di materie prime o di prodotti finanziari, non sono invece altro che i prodotti di scarto di una macchina di accumulazione bloccata, i miraggi di una vera e propria desolazione. Una macchina per accumulare... che non accumula e che, al minimo cambiamento, minaccia di crollare e gettare l'intera società nel caos. Per capire lo stato reale dell'economia globale, basta guardare al numero di piccole imprese che non sono sopravvissute a qualche settimana o mese di perturbazione pandemica. Per quanto riguarda le industrie apparentemente "fiorenti", come il settore automobilistico o quello delle compagnie aeree, c'è da dire che esse non sono state inzuppate dai pacchetti di stimolo solo per soddisfare l'adagio «si presta solo ai ricchi» - sebbene non sia falso - ma soprattutto perché si trovavano già in pessime condizioni. Non so se il francese medio sia pronto a fare a meno della propria auto e del suo volo aereo, né so se i dipendenti del settore siano pronti ad andare in disoccupazione, e neanche se tutte queste persone siano pronte a lasciar crollare l'intero sistema per poterlo finalmente cambiare. Pertanto, i nostri politici «sadici» stanno facendo solo quello per cui sono stati eletti. Tagliano le spese improduttive come la sanità, e sostengono le industrie più inquinanti e distruttive nella speranza di rafforzare la competitività delle imprese nazionali. Il loro mandato è solo questo. I colpevoli vanno cercati altrove. Air France, per esempio, è una compagnia deficitaria da molto tempo, e dagli anni '80 non è stato più pagato alcun dividendo: c'era la preoccupazione di ribaltare la situazione, già molto prima del Covid-19 [*5]. L'Associazione Internazionale del Trasporto Aereo (IATA), all'inizio del primo Lockdown, ha stimato che metà delle compagnie aree mondiali erano già a rischio di fallimento. Nel luglio 2020, il direttore generale di Air France ha chiesto «l'aiuto dei passeggeri [...], è vero, e lo stiamo chiedendo in ginocchio», perché «il flusso di cassa delle compagnie si trova in uno stato assolutamente apocalittico» [*6]. L'idea era quella secondo cui i passeggeri non sarebbero stati rimborsati per i voli cancellati, e si sarebbero accontentati di una nota di credito - in contraddizione con il diritto dei consumatori, cosa che ha portato immediatamente a delle controversie con le associazioni dei consumatori. In generale, si stima che ci vorranno almeno 10 anni perché l'industria aerea ritorni alla sua traiettoria di crescita pre-pandemica [*7]. È l'immensa fragilità di un sistema produttivo - che tendiamo a considerare indistruttibile - ciò che la crisi del Covid-19 ha rivelato in pochi mesi, spingendo persino l'industria aerea a «mettersi in ginocchio» di fronte al consumatore! Si è passati dalla pubblicità aggressiva dei viaggi a basso costo, all'elemosina delle tariffe aeree per salvare l'industria dalla bancarotta. Ma forse questo ci porta a capire come la pubblicità sia essa stessa una forma di accattonaggio.

Così, alla fine, ci si chiede chi sia più patetico, tra il capo di un'organizzazione commerciale internazionale che si mette in ginocchio, e una Cancelliera che si scusa quattro volte per aver voluto fermare tutto per due giorni in più, quando si è vista presa tra il martello della salute e l'incudine dell'economia.
Non è forse questo altro che il fantasma di un potere che non è più tale, e che dovrebbe richiedere l'intervento degli psicoanalisti? Non continuiamo forse a mantenere una collusione inconscia con questo sistema distruttivo, visto che lo imputiamo a pochi attori privilegiati? Visto che l'articolo si domanda «Che cosa direbbe Freud della pandemia mondiale?» [*2], ai suoi autori e firmatari si può solo suggerire di rileggere le "Considerazioni attuali sulla guerra e la morte": «Così il cittadino del mondo civilizzato ... può trovarsi disorientato in un mondo che gli è diventato estraneo - la sua grande patria in rovina, i beni comuni devastati, i suoi concittadini divisi e avviliti! La sua delusione potrebbe essere oggetto di una critica. A ben guardare, non sarebbe giustificato, perché si tratta della distruzione di un'illusione.» [8]. Quello che Freud dice qui sulla Grande Guerra e sulle sue conseguenze sociali si applica benissimo anche a due secoli di guerra economica e a un anno di «guerra contro il virus». Infatti, ci sono ancora molte illusioni collettive che possono essere criticate. E se si vuole sapere cosa direbbe Freud oggi dell'ascesa del populismo di crisi, e ipotizzare le nostre implausibili aspettative nei confronti dello Stato e dei suoi rappresentanti, si possono anche rileggere, per esempio, le pagine sull'ideale dell'Io in "Psicologia delle masse e analisi dell'Io". Freud suggerisce una radice comune tra la nevrosi individuale e il formarsi di folle: «La nevrosi ha un contenuto estremamente ricco, giacché essa comprende, da una parte, tutti i possibili rapporti tra l’Io e l’oggetto, sia quelli nei quali l’oggetto è conservato, sia quelli nei quali questo è abbandonato o introdotto nell’Io e, d’altra parte, tutti i rapporti che derivano dai conflitti tra l’Io e l’ideale dell’Io.» [*9].

- Sandrine Aumercier, 1° aprile 2021 -

NOTE:

[*1] -  Per un'analisi di questo movimento, si può leggere l'analisi di Wu Ming 1, "Il mondo di QAnon: come entrarci, perché uscirne", pubblicato  in due parti su: https://www.internazionale.it/reportage/wu-ming-1/2020/09/02/mondo-qanon-prima-parte ; e https://www.internazionale.it/reportage/wu-ming-1/2020/09/02/mondo-qanon-seconda-parte .

[*2] - « Que dirait Freud de la pandémie mondiale ? », online su : https://fep-lapsychanalyse.org/appel-a-signature-que-dirait-freud-de-lactuelle-pandemie-mondiale/

[*3] - Gérard Pommier, “Si le virus nous parlait ? Et si Freud lui répondait ?”, Orange, Le Retrait, 2020.

[*4] - Ivi, p.102: «Che piacere delizioso, sentire scoppiare i singhiozzi, vedere scorrere le lacrime, provocare la sofferenza (casualmente). Gli stipendi molto alti vengono annunciati pubblicamente, così come le fortune sbalorditive degli azionisti che non hanno mai lavorato. Le brave persone possono ammirare le foto dei loro yacht, dei loro jet privati, ecc.: tutti questi sontuosi piaceri vengono esposti sui giornali e nelle riviste popolari, quando potrebbero essere nascosti. Ma no! Tutto deve essere mostrato alla luce del sole. Questo esibizionismo è un'altra di quelle perversioni che vengono dal profondo dell'infanzia insieme al sadismo.»

[*5] - Jean-Louis Barroux, "La redditività delle compagnie aeree: una questione di dimensioni?", su laquotidienne.fr, del 5 luglio 2018: «Negli ultimi 9 anni, tra il 2009 e il 2017, il risultato netto cumulativo [di Air France] mostra un deficit di 5,722 miliardi di euro, che è comunque una perdita media di 574.000 euro al giorno.» Per vedere le misure previste poco prima della crisi di Covid, leggete online: https://www.air-journal.fr/2019-11-06-air-france-klm-une-strategie-dabord-financiere-5216061.html .

[*6] - Vedi «Voli cancellati: Le secteur aérien demande 'à genoux' aux passagers de ne pas exiger de remboursement», Les Echos, 15 luglio 2020.

[*7] - https://www.latribune.fr/entreprises-finance/services/transport-logistique/transport-aerien-dix-ans-au-mieux-pour-rattraper-la-courbe-de-croissance-d-avant-crise-844872.html .

[*8] - Sigmund Freud, "Considerazioni attuali sulla guerra e la morte".

[*9] - Sigmund Freud, "Psicologia delle masse e analisi dell'Io".

fonte: GRUNDRISSE - Psychanalyse et capitalisme

Nessun commento: