Imperativi del valore e collasso ecologico
- di Moishe Postone -
« Tra le considerazioni ecologiche e gli imperativi del valore - sia in quanto forma di ricchezza che di mediazione sociale - si viene a creare una tensione di fondo. Ciò implica anche che nel quadro della società capitalista, ogni tentativo di rispondere veramente alla crescente distruzione ambientale, facendo ricorso alla moderazione del modo di espansione di questa stessa società, a lungo termine finirebbe probabilmente per rivelarsi inefficace; e questo non solo a causa degli interessi dei capitalisti o dei capi di Stato, ma anche a causa del fatto che l'incapacità ad aumentare il plusvalore comporterebbe delle gravi difficoltà economiche e degli enormi costi sociali. In Marx, nella società capitalista, la necessaria accumulazione di capitale e la creazione di ricchezza sono intrinsecamente legate. Inoltre [...] dal momento che sotto il capitalismo il lavoro viene fissato come mezzo necessario alla riproduzione individuale, i lavoratori salariati rimangono dipendenti dalla "crescita" del capitale, persino quando le conseguenze, ecologiche o meno, del loro lavoro sono dannoso per loro stessi o per gli altri. La frizione tra le esigenze della forma merce e le necessità ecologiche si accentua nella misura in cui la produttività aumenta e pone un serio problema, soprattutto durante i periodi di crisi economica e di disoccupazione di massa. Questo dilemma e la tensione in cui esso si radica, sono immanenti al capitalismo; la loro definitiva risoluzione continuerà a essere impossibile per molto tempo, finché il valore continuerà a essere la forma determinante della ricchezza sociale. »
(da: Moishe Postone, "Temps, travail et domination sociale. Une réinterprétation de la théorie critique de Marx", Paris, Mille et une nuits, 2009 (1993), p. 459-460 )
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