« La scuola pubblica è sempre stata, fin dagli inizi, territorio sovrano di un’amministrazione lontana, un luogo di oppressione (…). I suoi edifici erano e sono architettura autoritaria (…). Lo si vede a prima vista che, come i manicomi e gli istituti di rieducazione, sono stati costruiti per custodire uomini e imporre loro una disciplina. Quei locali da tecnocrati, fusi in cemento armato, sono assolutamente inadatti per lo studio. Il vandalismo dei bambini, che rivela una sorprendente forza di resistenza, non è altro che un imprescindibile tentativo di sbarazzarsi di questi ambienti che costituiscono un pericolo pubblico. (…) Ben raramente capita di sentire di bambini che imbrattano la loro abitazione, o vi appiccano il fuoco (…). Evidentemente (…) non pensano affatto a fracassare il frigorifero o a gettare dalla finestra il televisore. (…) Le costruzioni scolastiche migliori potrebbero forse essere utilizzate come case di riposo per anziani o come asili per i senzatetto. La stragrande maggioranza si dovrà invece farli saltare in aria. »
- Hans Magnus Enzensberger - da "In difesa del precettore" - 1982 -
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