La storia è più o meno la solita degli abiti nuovi dell'imperatore, con in più - a quanto pare - un pizzico di verità storica e un esempio di sagacia femminile. Forse.
Si tratta di una storia vecchia, antica, e parla di un tiranno che dominava la città in cui sono nato: Ierone II, il quale sembra, dalle testimonianze, che avesse un problema piuttosto serio. Puzzava, letteralmente. Puzzava talmente tanto che quel puzzo è riuscito ad arrivare fino ad oggi.
Puzzava Ierone; però, essendo un tiranno, pare che nessuno glielo avesse mai fatto presente. Magari questo non per mancanza di coraggio, ché tanto a dirglielo non sarebbe cambiato niente: Lui avrebbe continuato a puzzare e ad impestare, e ci sarebbero state un paio di narici in meno, a sopportare l’odore.
Senonché, un giorno - bello o brutto che fosse - arrivò a Siracusa una visitatrice straniera, la quale sembrava dovesse avere una certa importanza, dal momento che, non appena arrivata, venne subito portata al cospetto del tiranno, che desiderava riceverla.
« Ma tu puzzi, signore! E talmente tanto che non ti può star vicino! » - credo siano state queste, più o meno, le sue parole. A quel punto, credo sia calato un silenzio inquietante su tutti i presenti che aspettavano la reazione del tiranno. E la reazione non tardò ad arrivare. Solo che Ierone reagì prendendosela con chi gli era stato vicino per tutti quegli anni senza mai fargli notare il suo piccolo difetto. L'accusa era di mancanza di sincerità: usava, a quei tempi! E agli occhi del tiranno, la maggior colpevole di un tale reato, non poteva essere altro che la moglie, cui venne richiesto di giustificarsi.
« Mio signore, io, in vita mia, non mi sono mai avvicinata a nessun uomo che non fossi tu. » - la spiegazione non si fece aspettare – « E così ho pensato che il tuo respiro e il tuo odore fossero una condizione naturale propria di tutto il resto degli uomini. »
Niente male, davvero niente male. Degna di Odisseo.
già pubblicata sul blog il 12/1/2012
Nessun commento:
Posta un commento