Scritta a Sochaux, sul muro di una fabbrica nel maggio 1968, questa frase è a dir poco scioccante. Fatto sta che essa precede un grido, quello degli operai della Pechiney Noguères che, nell'estate del 1973, scrissero in un volantino: « In questa azienda, insieme alle loro illusioni, sono entrati dei lavoratori giovani e sani. Ora, dopo quindici anni, si ritrovano sfiniti, svuotati, menomati, disillusi ».
In fabbrica, in ufficio, ci vanno tutti. A fare cosa? A morirci lentamente, poco a poco. Ma comincia a farsi sentire una certa disobbedienza. Il lavoro non gode più dello stesso rispetto. Nascono nuovi slogan: «Per potersi guadagnare la vita, bisogna perderla?». È la malattia del secolo! Contro di essa, un nuovo desiderio di esistere, che si sta manifestando. È come se si trattasse di un risveglio...
( "Gilda, je t'aime, à bas le travail !", di Jean-Pierre Barou. Gallimard La France sauvage - 2018 )
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