«In generale, l'integrazione della riproduzione di forza-lavoro dentro il ciclo di valorizzazione del capitale coincide con l'abbassamento del valore della forza-lavoro, e avviene attraverso il costo minimo delle merci che entrano nel consumo operaio. Questo comporta l'estensione del modo di produzione capitalistico a tutti i settori produttivi della società e l'aumento della loro produttività, in particolare in quei settori che lavorano direttamente per il consumo operaio. Storicamente, prima di estendersi agli altri beni di consumo, il movimento comincia naturalmente attraverso l'agricoltura (quello che fa dire a Bordiga che il capitalismo è innanzitutto sinonimo di "rivoluzione agraria"). Un altro modo di abbassare il valore della forza-lavoro consiste nel cambiare qualitativamente il paniere dei beni, sostituendo alcuni prodotti con altri meno cari, senza incidere direttamente sul livello di vita, vale a dire sulla qualità della forza lavoro: così, per esempio, quando si sostituì il grano con le patate, meno nutrienti ma che davano un miglior rendimento: ragion per cui, il proletariato di Parigi non si ingannava distruggendo i primi campi di patate. Pertanto, la combinazione fra valorizzazione del capitale e riproduzione della forza lavoro realizza l'abbassamento del costo di quest'ultima e, contemporaneamente, l'integrazione dei beni di consumo del proletariato nel processo di trasformazione del plusvalore in capitale addizionale. La classe capitalista vince su entrambi i tavoli.»
- da Christian Charrier: "La Matérielle. Fin de la théorie du prolétariat" .
già pubblicato sul Blog il 27/10/2010
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