Il soggetto moderno e le ideologie irrazionali, cospirazioniste e isteriche
- di Clément Homs -
Nel corso di quelle che sono le fasi della crisi o della decomposizione del capitalismo, in questi periodi le ideologie diventano particolarmente irrazionali e isteriche, e possono servire da sollievo per la coscienza, la quale può così fare a meno di sottoporre ad un esame critico le proprie condizioni di esistenza. Le ideologie irrazionali ed isteriche, così come quelli che ne sono «oggetto fobico» (le «élite», i «migranti», gli «ebrei» ecc.) provengono da un'angoscia degli individui di fronte alle forme soggettive ed oggettive delle loro condizioni di esistenza.
Il principale meccanismo irrazionale è quello del capro espiatorio; una categoria che non può essere utilizzata in maniera trans-storica e che ha bisogno di essere specificata nel contesto delle forme sociali di pratiche storicamente determinate. Anziché mettere in discussione le impersonali strutture sociali capitalistiche - le quali in ogni modo si trovano ad essere state interiorizzate dagli individui come se si trattasse di una «seconda natura» - ecco che la responsabilità di ogni esperienza negativa che è stata vissuta dagli stessi, viene ad essere proiettata su degli individui, su dei gruppi o su delle istituzioni che vengono rese colpevoli di quelle che sono state e sono tutte le disfunzioni del capitalismo.
Questa «Tecnica di Personificazione superficiale dei Problemi e dei Disastri» (Robert Kurz), è un sollievo soggettivo per quegli individui sussunti sotto la forma soggetto, che in questo modo li esonera da ogni analisi critica e dallo svolgere una riflessione sulla totalità sociale, ma è anche allo stesso tempo qualcosa che si trova ad essere oggettivamente radicata nel modo stesso in cui viene fenomenalizzata quella che è l'essenza del capitalismo, attraverso la dicotomia che oppone il concreto all'astratto; cosa questa su cui torneremo ancora più avanti.
Tale tecnica colpisce tutti gli individui - tanto le élite funzionali quanto le diverse classi e strati sociali che sono gli esecutori dei movimenti del «soggetto automatico», di cui costituiscono il fondamento quotidiano. Questi individui - attraverso tali proiezioni superficiali - assimilano e gestiscono, in maniera riflessiva-affermativa e repressiva a partire dall'interno stesso della forma di coscienza adeguata alle relazioni sociali capitalistiche che li modella in quanto «soggetti», le contraddizioni profonde della «seconda natura» capitalistica, che emergono durante il processo di crisi.
«O la base accusa i governanti e gli organi dirigenti di essere degli imbecilli incompetenti» - sottolinea Kurz - «oppure sono quelli ad invertire i ruoli e ad accusare la base di essere inaffidabile, di non voler fare alcuno sforzo, ecc. Nella politica moderna, questo meccanismo di designazione del colpevole costituisce in un certo senso il principio stesso del suo funzionamento. La folla insulta i politici, e i politici insultano la folla. Allo stesso modo, come sappiamo, non c'è nessun partito di opposizione che attribuisca i problemi sociali al sistema politico in quanto tale e al modo di produzione su cui questo sistema si basa, ma sempre al fatto che attualmente al potere ci sono i loro avversari, e che la loro politica è "cattiva"»
Nel capitalismo di emergenza, le ideologie di crisi e le logiche di esclusione sociale che prevalgono, non saranno tanto una conseguenza dell'oggettività della posizione delle classi sociali viste nella loro condizione di produttrici di ideologie necessarie e specifiche, quanto piuttosto del modo in cui questa oggettività esplode in ciascun singolo individuo; quale che sia la sua data posizione, l'esperienza negativa della crisi della forma del soggetto del lavoro, del diritto, della politica, della nazione, dei diritti sociali, ecc. che egli ha interiorizzato, o da cui è stato escluso in quanto dichiarato superfluo.
Questa interiorizzazione soggettiva, da un lato, risponde a tutto un insieme di fattori sociali determinanti che vanno dal contesto sociale di crisi e arrivano al modo in cui l'essenza del capitalismo si manifesta in quelle che sono le sue forme fenomeniche (che lo esprimono allo stesso tempo in cui lo dissimulano), passando per la costituzione di un sistema di disposizioni incorporate nell'habitus sociale, nel senso in cui lo intende Bourdieu, e che costituiscono la forma del soggetto moderno; il quale fa sì che, a partire da queste determinazioni derivate (come se si trattasse di una stratificazione geologica) e collegate alle diverse «maschere di carattere», gli individui indossino in qualità di «portatori» ed «esecutori» viventi della logica feticista della valorizzazione.
La soggettivazione dell'esperienza negativa della sofferenza sociale vissuta dall'individuo sotto il capitalismo di crisi, dipende anche dall'interiorità degli individui. Un'interiorità che non viene soppressa dall'incorporazione delle strutture e dalla sussunzione dell'individuo sotto la forma del soggetto. Qui - in forza della modellazione specifica dell'individuo fin dalla sua più giovane età e del fatto della sua possibilità di non indentificarsi con tutto ciò che egli fa in quanto «esecutore» della teleologia dell'accumulazione del capitale - la singolarità individuale gioca un ruolo perfino anche quando una tale «interiorità è fragile, solitaria e velleitaria, e fa continuamente riferimento alla sua propria impotenza».
Estratto da: Clément Homs, "I mastini del popolo e del capitale. Tesi sui populismi che portano alla costruzione della crisi nella dinamica del capitalismo"; in Jaggernaut n°1, Editions Crise & Critique, 2019
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