venerdì 21 giugno 2024

Dedicato a Claus Peter Ortlieb !!

Sul modo di conoscenza scientifica moderno
- Avvertenza: quel che segue non è in alcun modo un atto d'accusa contro la ricerca o la razionalità; a essere discussa qui è la sua declinazione calcolatrice -
di Jean-Marc Royer

La misurazione del reale e lo sviluppo del pensiero astratto in Occidente
Una comprensione di quello che è stato sviluppo del pensiero astratto in Occidente è possibile solamente se ne ripercorriamo tutta la sua lunga storia, fino a risalire alle antiche civiltà antiche ed esaminando, fino ai giorni nostri, seppur brevemente, lo sviluppo di tutta la questione. A differenza di altre culture - siano esse quelle dell'Estremo Oriente, amerindie o sudamericane - quelle Occidentali sono state precocemente ossessionate da un'astrazione razionale, poi diventata speculativa, che deve essere senza dubbio messa in relazione con l'emergere del proto-Stato faraonico e delle città-Stato della Mesopotamia, e poi del loro specifico divenire nell'area del bacino Mediterraneo [*1]. Se si deve credere a James C. Scott e a Georg Simmel, è stata prima la tassazione pro capite, e poi l'economia monetaria - introdotta nella vita pratica dai proto-Stati –, ad aver svolto un ruolo precursore in tale evoluzione. L'archeologia ci racconta che la prassi e la questione della misurazione del tempo, dello spazio e del valore divennero ben presto presenti - verosimilmente già a partire da metà del IV millennio a.C. - e vennero poi ulteriormente perfezionati nel corso dell'antichità greca, romana e araba. Del resto, se si può dire che a partire dal Neolitico la vita era ancora largamente dominata dai ritmi giornalieri e stagionali, in Occidente durante il Medioevo  le cose cominciarono a cambiare profondamente. A ricercare per primi una maggiore precisione nella misurazione del tempo quotidiano, furono i monaci cristiani, la cui vita si svolgeva seguendo una rigorosa tabella di marcia. Dall'XI secolo in poi, l'espansione del sistema monastico [*2] contribuì notevolmente alla generalizzazione di una tale divisione astratta del tempo, attraverso la fissazione di orari giornalieri per le preghiere, per i pasti e per il lavoro [*3]. Fu in questo modo che tutto ciò contribuì, anche in pieno feudalesimo, alla diffusione di ciò che Pierre Musso ha definito "l'industrializzazione dello spirito" [*4]. Questo determinerà gradualmente un nuovo rapporto con il "tempo della vita", tanto nel corpo quanto nella coscienza [*5]. Oltre a ciò, furono le numerose invenzioni che ebbero importanti conseguenze socio-economiche per l'Occidente: orologi meccanici, carte nautiche, contabilità a partita doppia, cambiali e banche, solo per citarne alcune. Tra il 1250 e il 1350, la portata di queste innovazioni verrà eguagliata solo da quelle introdotte nel corso della seconda metà dell'Ottocento. E quando Ruggero Bacone dichiara che: «La matematica è la porta e la chiave della conoscenza ricevuta dai santi all'inizio del mondo» [*6], ci troviamo ancora tre secoli prima di Galileo. Questa evoluzione medievale può essere interpretata, tra l'altro, come un punto di partenza per superare le concezioni antidiluviane dello spazio e del tempo, cosa che «aprirà le porte al Rinascimento» [*7], in modo che a questo si  sarebbe  immediatamente accompagnato uno sconvolgimento intellettuale senza precedenti, grazie all'opera di Nicolas de Cues, Copernico, Tycho Brahe, Giordano Bruno, Galileo, Keplero, Cartesio e Torricelli, ben presto seguiti da Pascal, Newton e Leibniz, per citare solo i nomi più noti nei loro campi. Comunque sia, non c'è alcun dubbio che Lutero e Calvino, ciascuno a modo suo, abbiano spinto il cristianesimo verso una maggiore razionalità, responsabilità morale individuale e pragmatismo positivista. Attraverso il Denaro (rappresentazione del valore), attraverso gli Orologi (una rappresentazione convenzionale dello scorrere del tempo) e le Carte Geografiche (rappresentazione omogenea dello spazio), vengono ampiamente sviluppati e poi imposti in Occidente la schematizzazione e il pensiero astratto: il modo di essere e di ragionare viene in gran parte stravolto, proprio quando vediamo che, per esempio,  le stesse cause non producono gli stessi effetti, come è avvenuto ad esempio, in Cina [*8]. Questo innalzamento del grado di astrazione del pensiero è stato tanto più esaltato in quanto ci ha permesso di accrescere ed estendere anche il potere sul mondo e sui suoi abitanti. Le misure astratte di valore, di spazio e di tempo suddiviso divennero il punto di riferimento per gli scambi e per il pensiero [*9] e iniziarono a strutturare l'immaginario (nel senso analitico del termine) della maggior parte delle persone.

Se la proliferazione degli orologi pubblici cambiò il modo in cui le persone lavoravano, vivevano e si comportavano in un'organizzazione sociale sempre più complessa e strutturata, la diffusione di strumenti più personali di misurazione del tempo - orologi domestici, orologi da tasca - ebbe delle conseguenze più intime e profonde: l'orologio divenne «un compagno e un mentore sempre visibile e sempre udibile» [*10]. Ricordando in continuazione al suo proprietario «il tempo usato, il tempo speso, il tempo sprecato, il tempo perso», esso divenne ben presto lo strumento di misurazione della produttività nonché un segno di distinzione. In questo modo, l'interiorizzazione della misurazione precisa di ogni cosa [*11] è stata uno dei fattori principali della strutturazione dell'immaginario occidentale attraverso quella che chiamiamo la razionalità calcolatrice. Ciò però non deve essere confuso con la "ragione calcolante" che Heidegger mette in relazione con quella che secondo lui è la posizione dominante del Discorso sul metodo, facendola diventare una sorta di pietra miliare della "metafisica occidentale", la quale si troverebbe alla base della "modernità" e all'origine di tutti i nostri mali. In realtà, è stato assai più decisivo il lavoro di filosofi, astronomi, matematici e fisici, da Copernico a Leibniz, nel cristallizzare intellettualmente la "modernità": essi hanno gettato le basi di un corpus assiomatico e teorico del sapere scientifico moderno. Inoltre, la strutturazione dell'immaginario occidentale non è stata solo un fenomeno intellettuale, tutt'altro: abbiamo argomentato sommariamente che esso aveva dei fondamenti materiali, sociali, economici e politici che possono essere rintracciati nella Storia. Per quanto riguarda il posizionamento reale di Cartesio e dei suoi testi, vale la pena sottolineare il suo atteggiamento politico molto cauto - per usare un eufemismo - che viene invece sistematicamente trascurato: ad esempio, nel novembre del 1633, appresa la notizia della condanna di Galileo, egli decise di non pubblicare il suo Trattato sul mondo e sulla luce, che pertanto sarebbe apparso solo nel 1664, e cioè dopo la sua morte [*12]. Ma, soprattutto, dare tanta importanza al Discorso sul metodo e trascurare invece il peso di due secoli di Rinascimento europeo denota una visione elitaria e idealistica nella quale i "grandi uomini" sarebbero lì a plasmare il mondo. Infine, e soprattutto, la "ragione calcolante" di Heidegger [*13] è il prodotto di un fenomeno consapevole (la ragione), mentre la strutturazione dell'immaginario occidentale da parte della razionalità calcolante non proviene da un unico filosofo (neppure francese), né tantomeno deriva esclusivamente dalla storia delle idee o dall'Illuminismo [*14], e ancor meno dalla sola filosofia greca.

Si è trattato di un lento sommovimento antropologico maturato nel corso dell'ultimo millennio in Occidente, diventato poi socialmente dominante e decisivo alla fine dell'Ottocento, in concomitanza con la cristallizzazione del sapere scientifico, del capitalismo termo-industriale e dei moderni Stati nazionali i quali hanno costituito di fatto quella che abbiamo chiamato la "Triplice Alleanza". Ed è da questo punto, e solo da questo punto in poi, che si può parlare dell'avvento di una nuova civiltà [*15]. (Parentesi). Questo immaginario - strutturato dalla razionalità calcolatrice - è definitivamente legato alla nostra soggettività? Tale domanda decisiva non può trovare una soluzione solo attraverso l'esame teorico. La risposta risiede nello studiare un fatto storico importante: in altre parole, dobbiamo individuare le condizioni per una "Destituzione di questo immaginario" dal momento che ciò è avvenuto già in passato [*16]. Ma non sono stati solo questi gli unici sconvolgimenti antropologici, culturali e intellettuali dell'Occidente. La riduzione in schiavitù degli africani a Sao-Tomé, avvenuta intorno al 1470, ha rappresentato l'inizio di una produzione di zucchero che nel XVI secolo ha fatto dell'isola il primo esportatore al mondo, in altre parole l'avvio di una termo-industria nel senso pieno del termine, con la sua scia di "moderne" proletarizzazioni [*17]. È così che si è progressivamente affermata non solo una visione, ma anche una "Prassi del Mondo" che ha permesso lo sviluppo – disomogeneo, ovviamente – di scambi e conoscenze basate sulle convenzioni intangibili del conteggio e del calcolo. Questa storia rappresenta una specificità occidentale, a proposito della quale che Joseph Needham ci ricorda che tale specificità non ha avuto equivalenti in Cina: laddove, nonostante l'astronomia e le tecniche fossero talvolta più sviluppate che in Occidente, non esisteva alcuna percezione matematica del cielo o del mondo, e la geometria nella sua forma deduttiva era sconosciuta; insomma, la civiltà dell'Impero di Mezzo non sfociò nell'invenzione di una modo di conoscenza scientifica [*18].

Dagli inizi del XVI secolo a quelli del XIX
Un braccio di ferro tra le concezioni del mondo ereditate dal cristianesimo e dalla scolastica medievale, da un lato, e le "Nuove Idee" che il Rinascimento avrebbe rivendicato come proprie, dall'altro. A tal proposito, ricordiamo però che tutto ciò si basava su delle realtà concrete, tra cui la stampa, il commercio tra le Città-Stato italiane, le città anseatiche e iberiche, le colonizzazioni e i saccheggi delle Americhe, tutte cose che hanno contribuito all'accumulazione primitiva del capitale [*19]. Una nascente mitologia - ben presto assimilata alla cosiddetta "Modernità" - l'ha trasformata in una titanica lotta della ragione contro la fede, della verità scientifica contro la verità dogmatica, tra leggi della natura e leggi divine, tra sperimentazione e rivelazione, e così via. Forse si tratta di "Battaglie Titaniche", ma però nel Regno delle idee...

Il XIX secolo, turbolento ma fondamentale, per molti versi
Per poter immaginare e comprendere ciò che è accaduto in questo secolo, così travagliato e fondativo, sarebbe importante, se possibile, scrivere una "Storia Totale" che comprenda le storie di tutte le attività umane. A questo punto sarebbe possibile farsi un'idea di quale sia stato l'immenso entusiasmo popolare per «le scienze e le loro conquiste» [*20]: infatti, a metà del secolo, a partire dalle esposizioni universali alle accademie, passando per i gabinetti delle curiosità, per i giornali a grande tiratura, per le riviste, per i libri e persino le fiere e per i caffè concerto dove veniva esposta "la Fata dell'Elettricità", si è affermato – in tandem con l'industria e con il sostegno degli apparati statali – il modo moderno di conoscenza scientifica, visto come un nuovo dispensatore di verità, vale a dire, come la chiave di volta principale dei rapporti sociali in via di costituzione. In Occidente bisognava assegnare il posto del religioso, vacante o largamente contestato sin dalla fine del XVIII secolo: infatti non è così facile e immediato separarsi da ciò che per millenni ha strutturato la vita, il mondo, il passato, il presente, il futuro e persino l'aldilà. Un imperativo tanto più impellente se si considera che la decapitazione del Re per diritto divino venne vissuta inconsciamente come una triplice trasgressione: Dio, il Re e il Padre non esistevano più. Lo testimoniano, a modo loro, il tentativo di istituire un "Culto della Ragione", un "Culto dell'Essere Supremo", e il fatto che nel 1804 il Codice napoleonico dedicasse diverse centinaia di articoli alla restaurazione laica della "autorità del capofamiglia" [*21] o se consideriamo, più tardi, il Positivismo [*22]. Inoltre, la proletarizzazione di massa degli individui gettati nella miseria [*23], stigmatizzati prima come "classi pericolose" e poi come rappresentanti del "pericolo di una degenerazione della razza bianca" [*24], richiedeva che si trovasse un rimedio, seppure questo significasse proporre un oppio simbolico, come affermava Marx. E, contrariamente a quanto aveva scritto Freud, le opere di Copernico e di Darwin non hanno rappresentato solo delle «ferite narcisistiche per l' Umanità», quanto piuttosto un ben più radicale scombussolamento antropologico e della civiltà [*25], le cui conseguenze abbiamo dovuto affrontare a partire dall'inizio del XX secolo. Infatti, non si trattava solo di idee o di rappresentazioni, bensì del rovesciamento di un mondo a vantaggio di una diversa strutturazione delle relazioni sociali intorno alla "valorizzazione del valore" [*26]. Nel XIX secolo, l'istituzione del progresso scientifico e tecnico infinito in quanto condizione necessaria per il progresso sociale - una visione fondamentalmente etnocentrica, unilaterale e lineare della storia - ha stabilito una vera e propria devozione laica, basata su una nuova trinità - Scienza / Grande Industria / Stato-Nazione, che chiameremo la Triplice Alleanza, con l'istruzione obbligatoria e il successo sociale come viatico; inoltre essa ha stabilito anche un vero e proprio meccanismo ontologico che legittima la civiltà (del capitale) che si è imposta alla fine del XIX secolo. In altri termini, il modo scientifico di conoscenza moderno che si è concretizzato nella seconda metà dell'800 si è imposto proprio nel momento in cui Il Socius aveva bisogno di una figura tutelare e di un riferimento alla verità e al significato. Di fatto, pertanto, è stato posto al comando. E ha trovato persino dei curatori [*27] che ne hanno sostenuto la promozione a un ruolo politico di primo piano in ogni "società moderna".

Che cosa si intende con l'espressione "modo di conoscenza scientifica moderno"?
In poche parole, si tratta in primo luogo del processo di costruzione di un'assiomatica coerente e solida [*28], a partire da Copernico a Newton passando per Galileo, per poi introdurre, sulla fine del Settecento, la "Prova Sperimentale", e giungere infine alla convalida della proposta che veniva fatta in congressi internazionali o in riviste scientifiche specializzate create nella seconda metà dell'Ottocento [*29]. Prima di questa data, parlare di modo di conoscenza scientifica moderno non farebbe altro che confondere le acque. Anche se è sempre possibile trasformarsi in un archeologo da poltrona e sostenere che ci sono stati precursori delle "scienze" a Babilonia, in Grecia, in India o nei califfati arabi, qui stiamo prendendo in considerazione un modo di conoscenza la cui cristallizzazione ha origine a partire dai tre capisaldi sopra esposti, i quali sono perfettamente noti e datati. D'altronde, il modo di conoscenza scientifica moderno può essere specificato a partire dai seguenti punti:
In primo luogo, in questo modo di conoscenza, quella che vediamo all'opera è una logica formale, riduzionista (la scomposizione in elementi semplici) e oggettivante, dalla quale derivano due conseguenze: questa logica esclude il sensibile e non ammette alcun limite [*30] ; in secondo luogo, questo modo di conoscenza si definisce anche a partire dal suo oggetto, vale a dire, dà conto del reale (o di un campo delimitato dal Reale); in terzo luogo, rende conto di questo reale per mezzo di una relazione astratta e commensurabile [*31], tipo, per esempio: S=pd2/4 ; U=RI; v2= 2 gh; d=1/2?t2 ; CH4+2O2 ? CO2+2H2O o E=mC2…

Prime osservazioni critiche
Da un lato, però, dar conto del reale in maniera esaustiva sarà qualcosa che ci sfuggirà sempre. Del resto, la misurazione consiste in una convenzione che maschera proprio tale impossibilità. Infine, questa misurazione finisce sempre per prendere la strada della "Astrazione Commensurabile" (vale a dire che ancora una volta la vita ne viene esclusa). Di fatto, la logica formale e il riduzionismo multidimensionale implicano un'intrinseca trasgressività rispetto a questa modalità di conoscenza, nel senso che inducono una negazione della vita. Inoltre, tutto ciò ha permesso l'esplorazione intima della "materia". E dal momento che non è assegnabile alcun limite di qualsiasi natura, sarà la vita stessa a diventare prima o poi oggetto di manipolazione. E questo specifica un secondo grado di trasgressività. Tuttavia, l'astrazione e la trasgressività – le quali hanno avuto origine nella Razionalità Calcolatrice – sono state anch'esse parte di ciò che ha fondato la nuova civiltà (del Capitale) formatasi alla fine del XIX secolo. Ed è stato proprio alla fine di questo secolo, su questa generica trasgressività, che si è costruito e legittimato il Movimento Eugenetico [*32], che ha portato logicamente a proporre una selezione degli esseri umani sul modello dell'allevamento animale. Ovviamente, troviamo più di una coincidenza nel fatto che i primi finanziatori dell'eugenetica americana siano stati gli allevatori di bestiame – l'American Breeders Association nel 1903 – e che siano stati condotti "esperimenti medici" sui corpi degli africani nei campi di sterminio tedeschi in Namibia, nel 1904, sotto la direzione di Eugen Fischer [*33]  -ispiratore per il Mein Kampf. maestro di Mengele e migliore amico di Heidegger prima e dopo la guerra – che collaborò a stretto contatto, per tre decenni, con i più famosi eugenetisti americani dell'epoca: Charles Davenport e Harry H. Laughlin. Il nucleo delle dottrine totalitarie che invocavano un uomo nuovo su basi astratte e trasgressive, si era già costituito all'inizio del XX secolo. È questo quello che abbiamo chiamato il «segreto di famiglia della civiltà capitalista» [*34]. Per dirla in termini antropologici, l'Immaginario, strutturato dalla razionalità calcolatrice e sostenuto dalla "Triplice Alleanza", ha avuto come ineluttabile conseguenza quella di violare il divieto di omicidio, il quale è alla base di ogni vita sociale, di ogni cultura e di ogni civiltà. Ciò spiega perché, nonostante il giuramento di Ippocrate, i medici tedeschi siano stati uno dei gruppi sociali più impegnati nel nazismo [*35].

La Guerra dei Trent'anni (1914-1945): una trasgressione di una profondità inaudita
Non ci è voluto poi così tanto prima che questa civiltà si rendesse conto della sua vera essenza. Infatti, la demolizione di tutti i vincoli, di tutte le barriere, per abolire ogni divieto fondante qualsiasi civiltà, raggiunse il suo apogeo proprio durante la "Guerra dei Trent'anni" (1914-1945) [*36]. Quella che si impose al mondo nel 1914, fu una nuova realtà; essa avrebbe spazzato via tutto ciò che avrebbe incontrato sul suo cammino, compreso il mondo dell'intelletto [*37]. Con la logistica predisposta dagli Stati, il sapere scientifico e la termo-industria diventavano i pilastri di una potenza militare senza precedenti, al servizio di una guerra industriale, totale e globale.
«Bisogna dirlo ad alta voce: oggi, la parola guerra non ha più lo stesso significato di otto anni fa. […] Non c'è una misura comune tra quest'ultima guerra e tutte quelle che l'hanno preceduta. Per la prima volta, abbiamo appena sperimentato che cos'è la guerra scientifica. […] Il 22 aprile 1915, verso le cinque di sera, una densa nube di vapore pesante, di un verde giallastro, usciva dalle trincee tedesche tra Bixschoote e Langemark, e, spinta dalla brezza, arrivò fin sulle linee alleate, seguita dai contingenti nemici... Un'intera divisione francese era stata colpita... La Germania aveva appena inaugurato la guerra del gas.» [*38] - Jules Isaac, 1922.
Il fatto che le nuove armi - e le armi di distruzione di massa provenienti dai laboratori - abbiano largamente contribuito all'annientamento di due terzi del patrimonio del nord della Francia, parte del suo ecosistema ancora classificato come "zona rossa", e milioni di esseri umani al di là dei confini, è stato poi rapidamente represso durante i cosiddetti "ruggenti anni Venti", prima di riemergere poi attraverso la follia totalitaria [*39]. Resta il fatto che dopo il 1918, i giuristi al servizio delle potenze occidentali continuarono a lavorare alla legalizzazione dei bombardamenti sui civili, vale a dire, a un'opera di legalizzazione dei crimini di guerra, e quindi alla legalizzazione della guerra totale [*40]. Più tardi, nel bel mezzo della seconda guerra mondiale - ma nel silenzio degli uffici di progettazione - gli statistici e i matematici calcolarono efficacemente quale sarebbe stato il mezzo migliore per uccidere altri cinquanta o centomila civili, a un costo inferiore. Il fisico Freeman Dyson, che era un analista operativo presso il Bomber Command britannico, paragonò sé stesso a certi burocrati nazisti dopo la guerra: «Anche loro si erano seduti a scrivere memorandum e a calcolare il modo più efficace per uccidere, per uccidere le persone, proprio come me. Ma la grande differenza era che loro erano stati messi in prigione o impiccati come criminali di guerra per quello che avevano fatto, mentre io ero libero. […] Fino alla fine rimasi seduto nel mio ufficio, calcolando attentamente i metodi più economici per uccidere altri centomila uomini.» [*41] Tutti i sentimenti di umanità vennero profondamente repressi, a favore dell'efficienza criminale, come ammette il fisico, senza mezzi termini. Sfortunatamente, la sua osservazione sarebbe stata ulteriormente confermata dallo sviluppo e dall'uso del napalm nel 1943, e della bomba atomica nel 1945. Sebbene la realtà dei crimini sia radicalmente diversa, è sempre lo stesso filo quello che collega Guernica, Londra, Amburgo, Auschwitz-Birkenau, Dresda, Tokyo, Hiroshima e Nagasaki: il naufragio di una civiltà sotto il dominio di una razionalità calcolatrice sistemica, portata all'estremo del suo potere. A Los Alamos, alcuni degli scienziati del Progetto Manhattan sono stati i vincitori di premi Nobel, o quanto meno dei "ricercatori acuti" e rinomati nei rispettivi campi; essi costituivano l'élite del modo di conoscenza scientifica dell'epoca, accomunati dallo stesso "ideale" [*43]. Dire che questa modalità di conoscenza scientifica moderna conduce inesorabilmente verso un'esplorazione intima della materia, significa indicare un approccio radicalmente diverso rispetto a quello di qualsiasi tecnica [*44], passata, presente e futura.

In altre parole, nonostante tutte le tecniche necessarie alla loro invenzione, gli OGM o i telefoni cellulari non esisterebbero senza quella modalità di conoscenza scientifica che ha permesso, tra le altre cose, di rivelare la struttura molecolare della materia. Questa osservazione fondamentale, vale per quasi tutte le tecniche attualmente implementate: poche di esse potrebbero esistere senza l'apporto di questa modalità di conoscenza. Da questo punto di vista, la parola "tecno-scienza", che è puramente descrittiva, ha l'enorme svantaggio di schivare la critica di tale modo di conoscenza, e di prestarsi a un'istituzione della tecnologia in quanto oggetto socialmente autonomo; cosa che in realtà non è mai stata [*45]. Si tratta di due punti principali. Vale a dire, il «ragionamento della natura attraverso la tecnica» - così tanto caro a Heidegger - è solamente una Doxa letteraria che rimane sulla superficie delle cose e che ha la conseguenza di eludere il punto principale, vale a dire, la critica di ciò che in realtà si trova alla radice degli sconvolgimenti bi-secolari che stiamo subendo, e che renderanno questa nuova civiltà una delle più brevi che l'umanità abbia mai conosciuto. «In passato, era l'uomo che aveva il primo posto; in futuro, sarà il sistema che dovrà averlo» 1912, Frederick W. Taylor [*46]. «Il primo, se non l'unico, scopo del lavoro umano e del pensiero umano è l'efficienza; il calcolo tecnico è sotto ogni aspetto superiore al giudizio umano; non ci si può fidare del giudizio umano perché esso è viziato da lassismo, ambiguità e inutile complessità; la soggettività è un ostacolo alla chiarezza del pensiero; ciò che non può essere misurato, o non esiste o non ha valore; gli esperti sono nella posizione migliore per guidare e gestire gli affari dei cittadini». 1993, Neil Postman [*47].

Reale, Simbolico e Immaginario, di cosa stiamo parlando?
Le definizioni del Reale, del Simbolico e dell'Immaginario hanno origine a partire dal significato lacaniano, senza però conformarsi pienamente a esso. Il Reale è ciò che è. Il Simbolico (le parole, per semplificare) corre dietro a un Reale che appartiene a un'altra categoria, che gli è estranea. Ci sarà sempre uno scarto tra queste due istanze, ma fortunatamente l'immaginario ci permette di mettere insieme una realtà più attraente. Una realtà, per dirla altrimenti, che copriamo con le nostre proiezioni. Essa irriga anche il linguaggio, il quale fa parte anch'esso di una di quelle convenzioni che ci permettono di poter vivere insieme [*49]. Ma come abbiamo detto, l'immaginario occidentale, che possiede questa particolarità di essere strutturato dalla razionalità calcolatrice, non è privo di conseguenze riguardo all'apprensione della realtà, degli scambi, del modo di vivere, ecc. Infatti, questo tipo di razionalità ha la proprietà di sgomberare il sensibile a favore dell' elencazione, della classificazione e dell'astrazione e - non irrigando più le parole con la sua defunta "fantasia individuale" - determina un impoverimento, un inaridimento del linguaggio e delle relazioni umane, a volte fino a interromperle [*50]. È quanto avviene nei totalitarismi moderni (democratici o meno), come analizzò chiaramente a suo tempo Victor Klemperer [*51]. La cosa è diventata ancora più problematica allorché, una dopo l'altra, prima la Relatività e poi la Fisica delle Particelle misero in discussione la nozione di "verità scientifica", riferita a  delle "leggi" intangibili, che fungevano da moderna chiave di volta delle rappresentazioni e delle relazioni sociali della nuova civiltà (capitalistica). E sebbene oggi i più cauti aggiungano, di tanto in tanto, che è una nozione contingente - che non si tratta di una "verità" ma solo di una certezza temporanea, che si restringe a un campo, e che il dubbio fa parte del metodo - la cosiddetta "verità scientifica" continua a essere mantenuta contro ogni previsione, anche se viene fatto in un modo adatto al pubblico. Vale a dire che essa occupa ancora il posto di uno degli ultimi riferimenti che assicuri l'intelligibilità dell'edificio sociale, pur partecipando di fatto alla sua disgregazione. In effetti, l'istituzione di una nuova verità – che il XIX secolo aveva imposto con la forza - si è inevitabilmente accompagnata a un'intrinseca deprivazione di senso e di soggettività, vale a dire e in ultima analisi, da un'anomia intellettuale, morale e politica. Il desiderio di farvi riferimento, e persino la volontà di sottomettervisi, ha fatto sì che le nuove discipline nate nel XIX secolo venissero chiamate "scienze umane", esattamente come qualche anno fa sono state create le "digital humanities".

Ancora oggi, la radicalità intrinsecamente ossimorica di questi nomi non viene percepita come tale. Infatti, a partire dal paternalismo [*52] e dall'igienismo, dal controllo e dalla gestione delle masse proletarie nelle fabbriche, dal censimento e dalla gestione delle popolazioni da parte dei moderni Stati-Nazione, dalla divisione ford-taylorista del lavoro, dalla «gestione delle risorse umane», tutti questi contatori che racchiudono le nostre realtà quotidiane in un'economia pervasiva hanno estromesso la domanda di senso, e hanno approfondito la proletarizzazione di ciascuno di noi; vale a dire, lo spossessamento degli esseri umani. D'altra parte, questa razionalità calcolatrice ci allontana quotidianamente gli uni dagli altri: nella corsa allo scalpo, l'altro ha solo un'esistenza antagonistica, addirittura scomoda o astratta. Inoltre, tale competizione generalizzata a quelli che sono tutti i livelli dello scambio elimina le preoccupazioni morali , il che ovviamente raddoppia l'esclusione del senso [*53].

Conclusione provvisoria
L' accanito lavoro di scardinamento di una trasgressività paradigmatica, che non è stata ancora riconosciuta come tale, rappresenta una grande frattura nella storia dell'umanità ed è visibile a tutti i livelli delle relazioni e delle attività umane: le frontiere devono essere allontanate, i limiti devono essere infranti, sempre più in alto, sempre più lontano, nessun ostacolo è accettabile dal momento che «tutto ciò che può essere fatto va fatto», scrive un biologo [*54], ex membro del Consiglio Nazionale dell'Etica francese. E poi, «non si può fermare la scienza», o il cosiddetto progresso... Attualmente, questa razionalità calcolatrice «oggettivizza le scelte» ed esonera le persone da qualsiasi responsabilità [*55] - proprio come fa anche la divisione infinitesimale del lavoro - al punto che l'orizzonte del significato fissato da manager e politici consiste ormai solo in un cambiamento delle curve della disoccupazione, della crescita, della spesa pubblica, delle vittime di pandemie, ecc. Tutto ciò rende radicalmente deleteria la strutturazione dell'immaginario tramite la razionalità calcolatrice e trasgressiva . Di conseguenza, la vita di ciascuno di noi - oggetto di un potente calcolo continuo - si avvia a diventare un'astrazione, un frammento che viene algoritmato in un centro dati [*56].

Appendice – Scomparsa
«Nel momento in cui la vita elementare del paese non viene più assicurata... e siamo sull'orlo della paralisi», allorché la quasi totalità di una società si ferma, dal momento che non può più funzionare come faceva prima, ecco che allora l'Immaginario di tutti, il quale, solitamente, ne sostiene il funzionamento, collassa poiché in una società bloccata non c'è più alcuna efficienza; diventa persino un'inezia. È questo l'unico modo di spiegare la causa dell'entusiasmo comunicativo, creativo e festoso che si è diffuso rapidamente in tutta la società e che sopravvive da molto tempo. Il rovesciamento del vecchio immaginario - strutturato dalla razionalità calcolatrice - ha risuonato come un tremendo "tuono sociale" che si è diffuso rapidamente. La sua diffusione assunse le proporzioni di un fatto sociale totale che penetrò nel profondo del subconscio, oltre i confini del Paese e per i decenni a venire. A essere scossi sono stati i fondamenti stessi di quest'ordine, cosa che molti non riescono ancora a vedere, capire o accettare e che costituisce una grande questione politica, teorica e antropologica ancora sottovalutata.

Il lavoro silenzioso della repressione
Fondamentalmente, ciò che da più di mezzo secolo stiamo cercando di sradicare dalla coscienza delle persone consiste nell'idea che, se i consueti meccanismi politici, economici e ideologici venissero ancora una volta deliberatamente bloccati, questo modo di depauperamento massiccio dell'immaginario potrebbe di nuovo riproporsi. Ecco perché nella critica dei disastri previsti il luogo e la definizione dell'immaginario sono fondamentali. Non che questo sia sufficiente, ma è un punto di passaggio necessario e spesso trascurato.

Jean-Marc Royer, 21 settembre 2023. Testo letto dall'autore agli Incontri Technologos 2023 sul tema "La scienza in crisi?" presso la Paris Climate Academy il 21 e 22 settembre 2023.

NOTE:

[1] - Cfr. James C. Scott, Homo domesticus. Une histoire profond des Etats, Paris, La découverte, 2019, Georg Simmel, Philosophie de l'argent, Paris, Flammarion, 2009 e gli archeologi Marcel Otte, Jean-Paul Demoule, Laurent Olivier, Emmanuel Guy le cui conferenze sono disponibili sul sito dell'INRAP ( https://www.inrap.fr/ )

[2] - A partire dall'VIII secolo, le meridiane e le campane chiamano alla preghiera otto volte al giorno. Un secolo dopo la fondazione di Cîteaux, quest'ordine contava più di mille abbazie e più di seimila granai sparsi in tutta Europa e che arrivavano fino alla Palestina. Cfr. anche, Pierre Musso, "La religion industrielle. Monastère, manufacture, usine. Généalogie de l’entreprise", Paris, Fayard, 2017.

[3] - I monaci dell'abbazia di Cîteaux consideravano qualsiasi ritardo o altra perdita di tempo come un'offesa a Dio. Il rigore delle regole cistercensi nasce dalla constatazione che la grande ricchezza di diverse abbazie dell'epoca rendeva i loro monaci benestanti (e talvolta anche autentici feudatari) abbastanza lontani dalla povertà evangelica necessaria per "cercare Dio con cuore puro".

[4] - E in effetti, i cistercensi miglioravano costantemente le loro tecniche agricole, orticoltrici e pastorali, che erano oggetto di scambi durante gli incontri annuali. Poiché, inoltre, godevano di agevolazioni che la stragrande maggioranza dei contadini dell'epoca non aveva (manodopera e capitali per realizzare grandi opere di drenaggio e irrigazione, libertà di movimento, possibilità di avere depositi di vendita nelle grandi città, costruzione di strade e fortificazioni, ecc.), acquisirono anche grandi conoscenze agricole e artigianali che furono all'origine dei loro successivi successi economici. Enormi possedimenti terrieri (terreni, boschi, pascoli, vigneti, cave, opifici) furono assegnati alle abbazie, che avevano il lavoro gratuito dei fratelli conversi. Lo scambio di esperienze ha toccato molti campi, tra cui l'agricoltura, la viticoltura, la selezione delle specie... A partire dalla fine dell'XI secolo nacquero delle vere e proprie fattorie modello. L'allevamento divenne una fonte di prodotti alimentari, ma anche di letame e materie prime per l'industria dell'abbigliamento (lana, cuoio) e di manufatti (pergamena, corno) ecc. Jean Gimpel, " La Révolution industrielle du Moyen Âge", Paris, Seuil, 2016.

[5] - Il cristianesimo introdusse anche altre novità radicali: l'Apocalisse e il Giudizio Universale, che costituirono un momento di sconvolgimento che precedette la fine dei tempi, contribuirono a indirizzare lo sguardo dei credenti verso il futuro. Inoltre, la morte, in certe condizioni, non significherà più una fine definitiva; vale a dire che questo significa che anche il suo status si stava evolvendo.

[6] - Roger Bacon (1214-1294), citato da Alfred W. Crosby, "La mesure de la réalité", Paris, Allia, 2003, p. 78.

[7] - Il Rinascimento fu anche caratterizzato dalla rinascita della cultura antica nella letteratura e nelle arti, che gradualmente soppiantò la cultura dell'Europa tardo medievale (l'arte gotica, l'ideale della cavalleria e la filosofia scolastica, tra gli altri).

[8] - Prolegomeni del capitalismo nascente. Nonostante il titolo paradossale, si veda Joseph Needham, "La science chinoise et l'Occident", Paris, Seuil, 1973.

[9] Cf. Lewis Mumford, Technique et civilisation, Paris, Le Seuil, 1976.

[10] Cf. Lynn White Jr., Technologie médiévale et transformations sociales, Paris, Mouton et Cie, 1969.

[11] Cf. David S. Landes, L’Heure qu’il est : les horloges, la mesure du temps et la formation du monde moderne, Paris, Gallimard, 1987.

[12] Infatti, il ruolo assunto da Cartesio emerge da una costruzione ideologica del primo Ottocento, in particolare grazie alla critica di Kant (1724-1804) o all'apologia di Victor Cousin (1792-1867). Cfr. Samuel S. de Sacy, Cartesio per lui-même, Parigi, Seuil, 1964, p. 200.

[13] Sappiamo dalla pubblicazione dei "Quaderni neri" che dietro questa denuncia della "ragione calcolatrice" c'è la denuncia degli ebrei, ai quali essa viene ovviamente attribuita.

[14] A tal proposito, va notato che, senza negare la sua importanza intellettuale, l'Illuminismo è costantemente posto in prima linea nella critica, mentre le rivoluzioni americana e francese hanno avuto un'eco e conseguenze politiche o socio-economiche di tutt'altra portata storica, e che, inoltre, allo stesso tempo, la cosiddetta "rivoluzione industriale" ha portato a sconvolgimenti, di cui la proletarizzazione di milioni di contadini non è stato il minimo fenomeno. Ma non c'è dubbio che questa ripugnante materialità dei fatti non si inserisce nel quadro di un idealistico affresco planetario di venticinque secoli di cui il rettore di Friburgo voleva essere il pittore definitivo e insuperabile.

[15] Una "civiltà capitalista", cioè una civiltà i cui rapporti sociali erano strutturati principalmente dalla "valorizzazione del valore" e la cui immaginazione razionale/calcolatrice e trasgressiva sarà largamente dominante.

[16] Cfr. l'appendice alla fine del testo. A questo proposito, come non pensare all'opera di Cornelius Castoriadis, filosofo, economista, psicoanalista.

[17] Il cosiddetto "commercio triangolare" – un eufemismo per una schiavitù che sarebbe durata quattro secoli – fu uno dei crimini commessi contro l'umanità dal commercio occidentale. Ciò prefigurava la massiccia proletarizzazione di tutti i contadini necessaria per l'accumulazione primitiva del capitale.

[18] Joseph Needham, op. cit. D'altra parte, il minimo confronto etnografico effettuato mezzo secolo fa attestava che altre popolazioni, in Africa o in Asia, per esempio, – pur avendo subito una lunga e violenta colonizzazione – non avevano del tutto "adottato" la strutturazione dell'Immaginario propria degli occidentali.

[19] È su queste realtà coloniali – in gran parte basate sul saccheggio e sui crimini contro l'umanità – e sulla base della riscoperta della letteratura, delle arti e della filosofia dell'antichità, grazie in particolare alla civiltà arabo-musulmana, che hanno preso progressivamente piede un'altra lettura dei testi e un'altra interpretazione del mondo, con l'Umanesimo come sfondo.

[20] Su questo argomento si vedano le opere di Christophe Bonneuil, Jean-Baptiste Fressoz, François Jarrige, Thomas Le Roux...

[21] Inoltre, la morte di Luigi XVIII e le dimissioni di Carlo X e Luigi Filippo suonavano come un ricordo del trauma per una borghesia in lutto e vestita tutta di nero fino alla fine del secolo.

[22] Questo è ciò che Émile Durkheim (1858-1917) tradusse in questi termini: "Gli antichi dèi invecchiano o muoiono, e altri non sono ancora nati". Émile Durkheim, Les Formes élémentaires de la vie religieuse, Parigi, PUF, 2003. Ivi, p. 610.

[23] Bisogna aver letto la descrizione della vita degli operai tessili in diverse città della Francia che Villermé tracciò meticolosamente nel 1836, per l'Accademia delle Scienze Morali. René Villermé, Tableau de l'état physique et moral des ouvriers, Parigi, UGE, coll. 10/18, 1971.

[24] Cfr. André Pichot, La Société pure, Paris, Flammarion, 2000 su questo argomento.

[25] Di cui la proletarizzazione degli esseri e l'avvento delle folle erano caratteristiche essenziali, come indicato sopra.

[26] Espressione che si riferisce alle opere di Anselm Jappe.

[27] Tra i più noti ci sono Auguste Comte, Ernest Renan, Marcellin Berthelot, Camille Flammarion...

[28] La stampa ha svolto un ruolo importante nel facilitare la sua "accumulazione primitiva".

[29] Le riviste Nature e Science furono pubblicate rispettivamente nel 1869 e nel 1880.

[30] Cfr. Il fisico François Lurçat, La Science suicidaire, Parigi, François-Xavier de Guibert, 1999 e L'Autorité de la science, Parigi, Cerf, 1995. Michel Henry, La Barbarie, Parigi, PUF, 1987. Olivier Rey, Itinéraire de l'égarement. Du rôle de la science dans l'absurdité contemporaine, Paris, Seuil, 2003. Jean-Pierre Lebrun, Un monde sans limites, ERES, 2009 e La condition humaine n'est pas sans conditions, Denoël, 2010. Jean-Marc Royer, "La science, creuset de l’inhumanité. Décoloniser l’imaginaire occidental", Paris, L’Harmattan 2012.

[31] Scartare il sensibile, come proponeva Galileo all'inizio del XVII secolo, equivale a desostanzializzare in maniera permanente il Reale, e a costituire di fatto una trasgressione permanente della vita. In altre parole, abbiamo qualcosa di istituito che porta permanentemente alla negazione della vita.

[32] Francis Galton, considerato il fondatore dell'eugenetica, fu membro della Royal Society, ricevette la Royal Medal nel 1886, la Darwin Medal nel 1902, la Darwin-Wallace Silver Medal nel 1908, fu nominato cavaliere nel 1909, ricevette la Copley Medal nel 1910... Questo dimostra il riconoscimento scientifico dell'eugenetica nel suo paese ma anche a livello internazionale.

[33] Eugen Fischer (1874-1967), genetista medico, diresse l'Istituto Kaiser Wilhelm per l'antropologia, l'ereditarietà umana e l'eugenetica. Nel 1933 fu promosso rettore dell'Università di Berlino e formò medici delle SS. Già nel 1936, i "bastardi della Renania" furono inviati nei campi di concentramento o sterilizzati con la forza sotto la sua supervisione, il che avrebbe aperto la strada all'Aktion T4, lo sterminio e la cremazione di centinaia di migliaia di persone in sei ospedali tra il 1939 e il 1941.

[34] L'eugenetica non era solo il prodotto di pochi cervelli squilibrati, era in realtà un movimento di massa in alcuni paesi riformati, anglosassoni o nordici e ciò che non è generalmente noto è che queste leggi eugenetiche sono state abrogate solo negli anni '70 in Danimarca, Finlandia, Svezia e Norvegia. Patrick Zylberman, "Eugénique à la scandinave : le débat des historiens", Médecine science, vol. 20, n°10, octobre 2004.

[35] Jean-Marc Royer, op. cit., vedi l'appendice intitolata "Dall'eugenetica al nazismo (1868-1939)".

[36] Concetto preso in prestito dagli storici Eric Hobsbawm ed Enzo Traverso. Un profondo disagio intellettuale venne dalla "Guerra dei Trent'anni"; è stato aggravato dall'ideologia stalinista dominante in quel momento, dalle guerre coloniali che persistevano, dall'importazione di ideali consumistici che sono arrivati con i Piani Marshall, ecc. La controrivoluzione internazionale iniziata sotto l'egida del neoliberismo all'inizio degli anni '70 e la conseguente esternalizzazione dei capitali in Asia hanno perpetuato questa "sconfitta del pensiero".

[37] Il 4 ottobre 1914 fu pubblicato "L'appello degli intellettuali tedeschi alle nazioni civilizzate" (o Manifesto del 93), firmato da premi Nobel, scienziati di spicco tra cui Max Planck, Fritz Haber, Phillipp Lenard, Walter Nernst, Wilhelm Ostwald, filosofi, artisti e medici, per i quali nel 1916 fu pubblicato il libro Mezzo secolo di civiltà francese, firmato da scienziati di fama, Paul Painlevé, George Lemoine, Emile Picard, Lucien Poincaré, Charles Richet, filosofi...

[38] Jules Isaac, "Paradoxe sur la science homicide", 1922, pubblicato nel 1923 su La Revue de Paris, pubblicato in volume nel 1936 da Rieder e di nuovo nel 1989 da Calmann-Lévy.

[39] La Zona Rossa è il nome dato in Francia a circa 120.000 ettari di campi di battaglia dove, a causa dei gravi danni fisici all'ambiente durante la prima guerra mondiale e a causa della presenza di migliaia di cadaveri e milioni di ordigni inesplosi, alcune attività vennero temporaneamente o permanentemente vietate dalla legge.

[40] Dopo il 1918, i giuristi al servizio delle potenze occidentali continuarono a legalizzare il bombardamento dei civili, cioè a legalizzare i crimini di guerra. A poco a poco, la distinzione tra civili e combattenti in tempo di guerra è stata eliminata. Era l'intera nazione ad essere considerata nemica con il seguente argomento: era necessario abbassare il morale delle popolazioni in modo che la richiesta di pace fosse il più rapida possibile, o che le vite dei soldati fossero risparmiate, una neolingua che sarebbe stata usata nell'agosto del 1945 per giustificare l'ingiustificabile. La nozione di guerra totale (non ci deve più essere un'unica area di pace per tutti i cittadini) sta gradualmente emergendo vittoriosa, "per salvaguardare la pace". Sven Lindqvist, Exterminez toutes ces brutes, Arènes, 2007 et Maintenant tu es mort ; histoire des bombes, Serpent à plumes, 2002.

[41] Citato da Yves Chemla, in Études postcoloniales, Ozoir la Ferrières, 17 aprile 2004.

[42] La notte del 9 marzo 1945, Tokyo fu trasformata in un inferno a causa dell'uso della rugiada gelificata del napalm: ci furono più di centomila morti! Ben presto il Giappone si trovò in ginocchio, ma l'annientamento con il napalm divenne in poche settimane fine a se stesso, per verificare la portata di quest'arma: il mondo vivente era allora diventato un "mondo-laboratorio" di esperimenti in vivo.

[43] Qualcuno potrebbe affermare di essere malato di mente, come altri hanno sostenuto per qualsiasi spiegazione del nazismo, che Hitler era un pazzo? C'è qualche legittimità nel dissociare questi scienziati dalla "scienza in divenire"? Ovviamente no. L'altra domanda che vale la pena porsi è la seguente: la guerra è potenzialmente diventata, sì o no, un crimine contro l'umanità nel ventesimo secolo? Evitare di rispondere significa accettare la sua futura conversione come funzionario del crimine e pianificatore di distruzione in caso di conflitto. Pensiamo alla deterrenza della Guerra Fredda: "una speranza" basata sul possibile massacro di centinaia di milioni di persone in qualsiasi momento, per non parlare della distruzione della biosfera... Bella speranza per l'Umanità.

[44] Ciò che chiamiamo tecnica, senza alcuna specificazione aggiuntiva, non è fondamentalmente altro che le relazioni che gli esseri hanno con il loro ambiente per vivere. Questo termine non va confuso – come troppo spesso accade – con le tecnologie (elettriche, idrauliche, pneumatiche, ecc.) che coinvolgono diverse tecniche.

[45] Evitiamo fraintendimenti: che l'uso di strumenti e tecniche abbia a sua volta modificato la fisiologia, le condizioni di vita, la coscienza e il modo di essere di tutte le generazioni fino ai giorni nostri non è ovviamente in dubbio.

[46] F. W. Taylor, Principes d'organisation scientifique des usines, Parigi, H. Dunod e E. Pinat, 1912. Taylor è nato in una famiglia di cultura quacchera sin dal Fiore di Maggio...

[47] Neil Postman, Technopoly: The Surrender of Culture to Technology, New York, Vintage, 1993, p. 51. In questa citazione, per aggiornarla è sufficiente sostituire la parola "esperto" con "algoritmo programmato"...
 
[48] Corollario: dal rapporto tra il Reale, il Simbolico e l'Immaginario in cui gli esseri umani sono intrappolati, che ci piaccia o no, possiamo dedurre che «la verità è un impossibile». Questo è il motivo per cui Lacan diceva che «chi non si lascia ingannare, vaga». Resta il fatto che la civiltà odierna ha notevolmente approfondito questo vagabondaggio, questa lacuna originaria, a suo mortale beneficio.

[49] Anche se ci sono ancora alcune difficoltà, come si può immaginare: ognuno di noi su questa Terra non percepisce la realtà esattamente allo stesso modo, anche quando due persone condividono la stessa cultura e lo stesso idioma. Il linguaggio, infatti, è indissolubilmente legato all'inconscio di ogni persona, ha qualcosa a che fare con la nostra storia personale, anche se condividiamo un'identica strutturazione del nostro immaginario.

[50] Ad esempio, esso viene centralizzato in maniera globale dagli Algoritmi delle aziende americane, i GAFAM.

[51] Cfr. Victor Klemperer, LTI, la lingua di III Reich, Parigi, Albin Michel, (1947) 1996. Cfr. anche Robert Merle, La Mort est mon métier, Paris, Gallimard, (1952), 1978.

[52] Fino all'inizio del XX secolo secolo, il paternalismo ha creato dei complessi residenziali operai dove il lavoro, la scuola, la chiesa, i luoghi di cura e le abitazioni sono stati progettati in un unico pezzo. Sarebbe un errore credere che questa tendenza sia finita: le startup finanziano diverse attività per i loro dipendenti, mentre li requisiscono la sera e la domenica per mezzo di una connettività ininterrotta.

[53] Leggi il bellissimo articolo di Sandra Lucbert dal titolo "France Telecom trial: che forma può assumere una guerra?", pubblicato il 18 luglio 2019.

[54] Henri Atlan, La scienza è disumana?, Parigi, Bayard, 2002.

[55] Come già avvenuto nella primavera del 2020 in ambito medico, si fa riferimento senza esitazione a una "lista di criteri" stilata dalle aziende sanitarie regionali, a modelli matematici dell'espansione pandemica e a calcoli statistici sull'aspettativa di vita per "liberare un letto di terapia intensiva" e mettere una persona anziana in un sacchetto di plastica. Per giustificare questa eugenetica, gli operatori sanitari non hanno esitato, nell'agosto 2021, a caratterizzare la loro pratica nelle Indie occidentali come "medicina di guerra". Ore 12:30 notizie su France Culture, agosto 2021.

[56] Inoltre, per la gioia dei GAFAM, si stanno diffondendo malintesi e illusioni cospirazioniste che, insieme agli schemi neoliberali, rappresentano il più massiccio e virulento fermento di disintegrazione sociale dalla "Guerra dei Trent'anni" (1914-1945).

fonte: Et vous n’avez encore rien vu…

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