mercoledì 12 giugno 2024

L'allegoria tragicomica su cui navighiamo…

«Siamo tutti noi, i passeggeri di quello che appare come se fosse un nuovo Titanic. Tuttavia, a differenza del Titanic del 1912, gli ufficiali e la maggior parte dei passeggeri di questo bellissimo transatlantico, oggi conoscono assai meglio la nave su cui viaggiamo. Sanno benissimo che se il nuovo Titanic continuerà la sua rotta attuale, colpirà inevitabilmente un iceberg e affonderà. Quell'iceberg si chiama "cambiamento climatico". Alcuni ufficiali stanno chiedendo un cambiamento di rotta. Ma è stato detto loro che farlo sarebbe troppo costoso: i passeggeri dovrebbero essere risarciti, e altre cose del genere; per farla breve, sarebbe un'enorme spesa. Tuttavia, c'è stata anche una risoluzione finalizzata a ridurre la velocità, ma è assai improbabile che venga attuata. Nel frattempo, nella lussuosa business class, l'orchestra continua a suonare e i passeggeri ballano. In classe economica, le persone continuano a guardare in televisione il campionato di calcio. C'è anche un gruppo di giovani, indignati, che protesta e chiede un'altra rotta, ma le loro voci vengono soffocate dal rumore dell'orchestra e da quello dei televisori accesi. Alcuni passeggeri - sia in business class che in economy class - appaiono in difficoltà. Sembrano angosciati. Sanno che sulla nave ci sono diversi clandestini, i quali sono riusciti a salire a bordo del transatlantico. E ora si stanno mobilitando attivamente per poter dar loro la caccia e rigettarli in mare. C'è anche una minoranza filantropica che propone venga invece dato loro un giubbotto di salvataggio, prima che vengano rigettati in mare. Sembra che la questione sia ancora in discussione. Tuttavia, nel frattempo, il nuovo Titanic continua a muoversi inesorabilmente verso l'iceberg che l'aspetta. Non è forse questa un'alienazione dell'umanità vista nel suo insieme, incapace di far fronte al pericolo imminente?!»

- da "Introduzione: Crisi climatica e alienazione", di Michael Löwy -

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