"Crepuscolo degli idoli", è stato il secondo di quei cinque piccoli libri che Nietzsche scrisse nel 1888, il suo ultimo anno di vita mentale lucida. Di quelle che sono le dieci sezioni che lo compongono, l'ultima è senz'altro la migliore: «Quel che devo agli antichi», un misto di commenti autobiografici e di analisi di alcuni testi degli "antichi" (Sallustio, Orazio, Tucidide). Gli appunti del traduttore Paulo César de Souza (nell'edizione portoghese di Companhia das Letras) riescono a rendere l'esperienza di lettura ancora migliore: quando Nietzsche dice di aver sempre cercato nello stile una serietà romana - "de aere perennius" – ecco che la nota subito ci informa che il passo latino («più duraturo del bronzo») proviene da un'ode di Orazio, in un verso che dice «Ho eretto un monumento più duraturo del bronzo». «Una delle citazioni preferite di Nietzsche» - prosegue il traduttore - che egli poi userà sia in "Umano, troppo umano" che in "Aurora".
Ci sono momenti in cui, a volte, il traduttore fa coincidere la lettura dell'edizione brasiliana del libro di Nietzsche con la lettura delle diverse altre traduzioni della stessa opera. Così, subito, nelle note che sono alla fine del libro, ci informa del fatto di aver consultato altre otto versioni di "Götzen-Dämmerung, oder Wie man mit dem Hammer philosophirt": una portoghese, una brasiliana, una spagnola, una italiana, una francese, una americana e due inglesi. Ed è per questo motivo, che alcune note presentano anche le soluzioni date in tutte quelle altre otto versioni: traducendo "Biedermännerei" come "bom-mocismo" [buone maniere], il traduttore ci rende edotti che le soluzioni offerte dagli altri sono state le seguenti: nell’ordine, "ingenuità", "incomprensibilità della bontà umana", "la mojigatería", "l'atteggiamento benpensante", "la lourde honnêteté", "il moralismo filisteo", "il filisteismo", "il compiacimento" .
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