Era da qualche settimana che volevo dire qualcosa in proposito. Da quando è cominciata su La7 quella trasmissione di Gramellini con il "cantaprofessore"; come lo chiama il conduttore. E vorrei dirglielo con parole sue! È per questo che ho scelto questa canzone - "Alighieri" - per fargli, come si suol dire, l'ambasciata. Chi la conosce, e/o chi l'ascolterà qui, magari per la prima volta, capirà...
Cominciando dalla fine, devo dire che giudico insopportabili le sue oscene tirate sul "fatto del giorno", che illustra su quella maledetta lavagna dove traccia col gesso il letale significato etimologico della parola. La fiera delle banalità può così procedere, dirigendosi implacabilmente verso lo spegnimento, pietosamente realizzato dal mio dito sul telecomando. Come direbbe l'infelice moglie di Furio, col suo accento sabaudo,«non ce la faccio piuù!!». Eppure l'ho amato Vecchioni!
Ho cominciato ad amarlo nella prima metà degli anni '70, litigandoci perfino, con quella che è stata allora mia moglie; la quale lo odiava. Ho amato, tra tutti, il suo disco "lolliano", "Il re non si diverte mai". Ma anche molte delle altre canzoni, perfino quelle che riscoprivo appartenere al periodo in cui prima ancora non lo seguivo. "Pesci nelle orecchie", la consideravo un "must" irrinunciabile nel panorama cantautorale italiano, "L'ultimo spettacolo" stava alla pari. Ho amato "Sestri Levante" e sono arrivato, sul rush finale, a mettere nel suo "best" perfino anche le "cover"; da "Vincent" di Don McLean a "Le stagioni nel sole" di Jacques Brel. Ma ora basta! Davvero, basta!! Per dirla col Brel dell'ultima cover: «Addio per sempre amico mio».
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