Il ballo degli ipocriti e il trionfo del «governare per mezzo del massacro»
nelle parole di @Yassin Al-Haj Saleh
«Non deve morire un solo civile. Stiamo facendo tutto il possibile per evitare vittime civili. Non solo chiedendo ai civili di allontanarsi, ma anche invitandoli a farlo e fornendo loro luoghi sicuri dove andare», ha dichiarato Netanyahu mentre Tsahal radeva al suolo Gaza e la carneficina continuava senza sosta. A fornire il "servizio post-vendita", ci ha pensato Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, dichiarando a Le Monde che: «Proteggere i civili a Gaza è una necessità morale e strategica», e questo mentre gli Stati Uniti, alle Nazioni Unite, hanno votato contro la tregua umanitaria.
Nel frattempo, il regime iraniano - uno dei regimi più criminali al mondo - sostiene di essere al fianco della «resistenza degli oppressi». Il regime saudita esprime compassione per i civili bombardati a Gaza, mentre pochi mesi fa ha massacrato centinaia di migranti etiopi al confine meridionale. Assad si indigna per il bombardamento delle infrastrutture civili, e questo anche se lui è direttamente responsabile della morte di oltre 500.000 siriani; oltre ad aver raso al suolo il proprio Paese («Assad, o bruciamo il Paese», era questo lo slogan del regime). Il suo compagno Putin, assassino di massa in Cecenia, Siria e Ucraina, intanto versa lacrime di coccodrillo sui civili di Gaza, al fine di alimentare la sua propaganda anti-occidentale, e fomentare in tal modo il risentimento nel "Sud globale". Erdogan si atteggia a paladino del mondo arabo-musulmano oppresso dall'«Occidente islamofobo», nel mentre che egli stesso, insieme al suo alleato azero, è impegnato nel portare avanti una politica e una strategia neo-genocida contro gli armeni. Anche diversi governi latinoamericani hanno interrotto le relazioni diplomatiche con Israele, o hanno richiamato i loro ambasciatori, per protestare contro i massacri dei civili. Ma nel frattempo hanno anche forse rotto con l'Iran, la Russia, la Siria o la Cina?
E intanto, nel mentre, il pianeta si riscalda, la biodiversità è al collasso e l'ambiente si deteriora. Ad ogni ora che passa, il futuro sembra restringersi sempre di più. In un momento in cui abbiamo più che mai bisogno di un internazionalismo dei popoli, a guadagnare terreno ovunque, invece, anche all'interno delle società, sembra che sia solo la fredda logica dello Stato, insieme ai sentimenti nazionalisti/identitari/sterminatori. E anche gran parte di quella sinistra globale che dovrebbe incarnare un'alternativa emancipatrice, adesso sembra trovarsi, come sempre, "fuori tema", con i suoi feticci e le sue griglie di lettura semplicistiche, con le sue vittime e i suoi carnefici; cosicché anch'essa sceglie secondo quello che è un doppio standard, il quale non è altro che uno specchio rovesciato di quello degli Stati occidentali che essa critica (con gli Stati Uniti e Israele - come sempre - nel ruolo di grandi cattivi assoluti).
Le armate della morte sono lì, come nel dipinto di Bruegel, sempre più numerose e pressanti.
Col tempo, minacceranno tutti noi.
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