« Hai una bella faccia tosta, a dire che sei mio amico.
Quando io ero a terra, tu ne stavi lì tutto il tempo a ridacchiare.
Ne hai di faccia tosta, a dire che avresti voluto darmi una mano.
Tu vuoi solo stare dalla parte di chi sta vincendo.
Dici che ho deluso e tradito, ma lo sai che non è così.
Se davvero ti ho così ferito, perché non lo dai a vedere?
Dici che non ti fidi più di me, ma sai che non è questo il punto.
Non avevi nessuna fiducia da perdere. E lo sai. Lo so che mi parli alle spalle.
Una volta, frequentavo anch'io con quella gente a cui ti accompagni. Devi avermi preso per uno scemo, se pensi che voglia parlare con quel tale che, tra l'altro cerca di nascondermi ciò che non sa nemmeno lui.
Mi incontri per strada, e fai sempre finta di essere sorpreso.
Dici: “Come stai?”, “Un buona giornata”, ma non lo pensi davvero.
Dal momento che sappiamo che piuttosto vorresti che mi venisse un colpo.
Perché non ti decidi e non lo urli?
No, non gioisco a vedere i tuoi problemi e i tuoi dispiaceri.
Se fossi un ladro provetto, forse li farei miei.
E così ora so che non sei soddisfatto della tua posizione e del posto che occupi. Non capisci. Questo non è un mio problema.
Vorrei che almeno una volta, tu potessi metterti nei mei panni.
Così io, solo per quel momento, potrei essere te.
Sì, vorrei davvero che per almeno quella volta sola tu potessi entrare nelle mie scarpe, quando ti vedo. Così allora sapresti che palle che sei! »
( Bob Dylan, "Positively 4th Street", 1965 )
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