Peter Sloterdijk, nel suo libro sulla storia del terrorismo del XX secolo ("Terrore nell'aria". 2007, Meltemi Editore), parla di un «ciclo fobico» instaurato dalla tecnologia: vengono impiegati dispositivi che mirano alla risoluzione dell'ansia; ma è proprio la logica di innovazione permanente incorporata nei dispositivi a intensificare l'ansietà. In un certo senso, Sloterdijk stabilisce un legame tra la novità della guerra chimica fatta con i gas durante la prima guerra mondiale e l'atmosfera di diffusa connettività propria della nostra contemporaneità: il punto di collegamento risiede nel passaggio da un paradigma del corpo-a-corpo (la baionetta, come ultima reliquia di questo paradigma) a quello del corpo-e-tutto (il cloud, il mercato, il web, la globalizzazione). Per questo, la centralità della tecnica psicoanalitica - scrive Sloterdijk – e non solo per la concatenazione che porta da Freud a Lacan e da Lacan a Zizek, per esempio; ma soprattutto dal punto di vista della psicoanalisi in quanto strategia di lettura dei segni e di manipolazione delle scene di origine (e Sloterdijk sottolinea maggiormente l'ironia di colui che valorizza la psicoanalisi sebbene pure la rifiuti come terapia personale – cosa che è esattamente ciò che fa Derrida ne "La cartolina", quando commenta la voce infondata - diffusa da Serge Dubrovsky - secondo la quale lui sarebbe stato in analisi).
Il discorso della psicoanalisi fa parte di quell’insieme di dispositivi che assicurano la circolazione permanente dell'ideologia dell'innovazione, cioè vale a dire, del rifiuto di qualsiasi posizione fissa (adattando, nel dire questo, la frase profetica di Karl Kraus, secondo cui è il dispositivo che offre la cura di una malattia che esso stesso crea). Sloterdijk recupera anche il progetto dei «Passages» di Benjamin, che vede come un precursore di questa riflessione sull'ambiente, e sul passaggio dal corpo a corpo a corpo-e-tutto: i passaggi parigini, per Benjamin, formano una complessa articolazione tra tempo e spazio (il primo è sospeso e omogeneizzato; il secondo è appiattito in una orizzontalità smaltata e trasparente). La costruzione del nuovo spazio nella città comporta una carica decisiva di "vizio" - come scrive Benjamin e come commenta Sloterdijk - una spinta irresistibile a formare "bozzoli", "involucri" (la forma materiale dei passaggi è, anche, il riflesso fisico di un insieme di forme simboliche che popolano la vita immaginativa del XIX secolo).
fonte: Um túnel no fim da luz
2 commenti:
"nel ride questo" ? Non sono riuscito a capire ...
voleva essere «nel dire questo».
Ho corretto, grazie :-)
Salud
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